E’ di moda la libera informazione…. metodo :” tiro al bersaglio”
Piuttosto che criticare per risolvere i problemi della gente ,si cerca spesso di distruggere l’avversario attaccando anche in modo strumentale la reputazione generando tanti sospetti senza concretezza
“Amo la libertà della stampa più in considerazione dei mali che previene che per il bene che essa fa.”
Cosi scriveva Alexis de Tocqueville famoso politologo e filosofo dell’ottocento quando disperatamente lottava con le sue idee per la costruzione di una società libera e democratica.Certo, di cose, rispetto al suo tempo storico, ne sono cambiate eccome.Ma a pensarci bene siamo veramente diventati liberi?Analizziamo il momento
“La grandezza di un Paese si misura sulla sua capacità di porre rimedio ai propri errori.” Affermava piu di 100 anni fa il grande politologo e filosofo Alexis Tocqueville.Se analizziamo bene questa frase viene fuori lo stimolo dell’intellettuale francese, vissuto nell’ 800 a stimolare il senso ciritico all’interno di una società o se volete, di una comunità che sta usando in modo selvaggio il potere dell’informazione.
Cosa si intende per capacità intellettuale di “criticare” ? Usare i mezzi d’informazione in modo costruttivo? O per avviare precise purghe di tipo stalianiano? Il fare di tutti i giorni da parte dei politici , dei partiti ma aggiungiamo, senza timore, dei dirigenti pubblici o di certe associazioni , insomma per sintetizzare dell’intera classe dirigente stimola molte critiche. A questo si aggiunge la cronaca che prende ampio spazio. Ma la cronaca giudiziaria non è politica. Si lega a notizie certe. Ogni giorno su tutti i mezzi di comunicazione, si leggono centinaia di articoli , quasi sempre di critica. Si rischia , sempre secondo Tocqueville, la “banalizzazione” della democrazia ovvero, in altre parole, l’appiattimento oppure, l’uso strumentale dei mezzi d’informazione. Tutto questo a discapito della verità.Oggi si assiste spesso al “tiro al bersaglio” più che ad una vera informazione libera e di sostanza. Ognuno si difende il proprio orticello con blog e giornali online sempre più fuori ogni regola deontologica e come finisce si cunta…
Fare informazione in questo modo non è esempio di libertà di stampa. Questo modus agendi prima o dopo porterà alla dissociazione più totale dell’informazione dal principio di libertà e di critica. E’ libertà di stampa “beccare” il nostro avversario con articoli mirati e non parlare mai male dei nostri amici? Oppure, farci bacchettare da qualche intellettuale di corte o da politici pronti a sputare subito, sopra chi vuole aprire momenti di discussione fuori dal scontato”dirigismo” tanto amato da politici di palazzo o da amministratori che pensano solo alle loro poltrone?
Il senso critico non è sinonimo necessariamente di offesa o attacco personale. Il senso critico e libero si compie veramente quando si fa comunicazione nel rispetto delle regole e quando non vi è nessun condizionamento. Quando si “appartiene” o si è vicini a qualcuno non si fa libera informazione si usa solo la comunicazione per raggiungere obiettivi personali e non per il bene comune. Nello scorso secolo c’era la stampa di regime. Nel periodo fascista ,la gestivano gli amici di Mussolini e denigravano tutti i loro avversari fino al carcere. Dopo la guerra , la stampa di regime democristiana arrivò a far credere alla gente che, i comunisti, mangiavano i bambini. A sua volta, la stampa comunista diceva che i democristiani erano tutti mafiosi e i socialisti erano tutti “ladri”. E i comunisti …… come potevano apparire? Tutti buoni e senza peccato. Infatti nessun comunista è entrato con raccomandazione in un concorso pubblico e tutte le coop rosse hanno vinto sempre gare pubbliche senza mai scendere a compromessi. Infatti se guardate in cielo gli asini volano ancora