Il grave l’atto di accusa di Cantone: ” l’antimafia un brand per costruire carriere”
Alcuni “fai da te” della cosiddetta antimafia di convenienza , hanno cercato in questi anni visibilità e ritorni personali in politica e negli affari cercando più le occasioni per gettare fango sui i loro avversari che agendo tangibilmente contro le mafie .Poche le denunce ed episodi concreti. Chi veramente cerca di combattere la mafia e il fare mafioso che ha rovinato questa terra per decenni non cerca medaglie e copertine di giornali a qualsiasi costo. In molti dovrebbero leggersi la storia professionale di Falcone ,Borsellino, Terranova , Ciaccio Montalto, Pio La Torre ed altre vittime.Tutti uccisi per il loro impegno concreto contro la mafia e il potere deviato
Le facili e affrettate conclusioni di certa antimafia su persone e attività alla fine, hanno agevolato “cosa nostra” per il clamore spesso inutile generato. Se la politica si sostituisce al diritto e alla giustizia un paese non può essere considerato “democratico”
“Molte persone si sono improvvisate paladini dell’antimafia. Ovviamente, non c’è stata nessuna valutazione reale su chi poi facesse realmente antimafia. Per qualcuno l’antimafia è stata utilizzata come un brand che potesse servire per altri fini”. E’ l’atto di accusa di Raffaele Cantone, il Presidente dell’Anac, che commenta così l’arresto di Adolfo Messina, ex Presidente di Pubbliservizi di Catania per un giro di appalti truccati.
“Ci sono stati dei soggetti che hanno provato ad utilizzare questo brand per propri fini personali”, aggiunge Cantone, sottolineando che quanto detto tempo fa dall’ex Procuratore aggiunto di Palermo Maria Teresa Principato secondo cui c’è chi ha costruito carriere sull’antimafia “è assolutamente condivisibile”. “E’ una questione che si verificata in Sicilia – dice – come in altre regioni d’Italia. E un tema su cui l’antimafia sociale si deve fare carico”.
“Queste sono attività in gran parte di associazioni libere che non possono essere valutate- dice ancora Cantone – il rischio vero
e’ che queste situazioni finiscano per dare disdoro a tutta la vera antimafia, quella che ha fatto tantissimo contro Cosa nostra. Ed e’ un peccato che vicende singole finiscano con il buttare tutto a mare”. E conclude: “Certo, non si può pensare di dare a qualcuno la patente di antimafia, soprattutto dal punto di vista dell’autorevolezza e del seguito sociale. Ma queste vicende di chi si improvvisa paladino dell’antimafia e poi si scopre essere altro fanno danni rilevantissimi”.
“La corruzione limita gli investimenti non solo italiani ma anche esteri in tutta Italia”. E’ la denuncia del Presidente dell’Anac Raffaele Cantone a margine della sua lezione all’ateneo di Palermo
sulle misure di commissariamento anticorruzione nei confronti delle
imprese agli amministratori giudiziari iscritti al Corso di Formazione
curato da Giovanni Fiandaca e Costantino Visconti.
“Quando c’è un paese che viene considerato ad alto tasso di corruzione
gli investitori lo tengono presente così come tengono presente una
burocrazia non particolarmente efficiente – dice Cantone- Certo, la
corruzione limita la concorrenza economica”.
Fonte AdN