Il procuratore generale d’Appello della Corte dei conti, Pino Zingale, ha chiesto la pronuncia di irregolarità sui conti della Regione.
Crocetta sta per chiudere il suo quinquennio con conti disastrosi. Anche la recente vicenda dei 500 milioni di Euro di cartelle esattoriali non fatte pagare alle strutture sanitarie private e convenzionate
Che cosa ha bloccato queste cartelle? Chi sono queste società? Secondo indiscrezioni numerose strutture, alcune molto conosciute sono state “agevolate” dalle cartelle dormienti. Nessuno controllava?
La richiesta è un caso più unico che raro. E’ arrivata allo Steri di Palermo nel corso del giudizio di parifica, dove le Sezioni riunite della Corte dei conti hanno descritto lo stato di salute delle casse della Sicilia. Alla base della richiesta i dubbi sulla copertura del disavanzo della Regione. “Servono altri incontri con la Regione per evitare effetti disastrosi”, ha affermato Zingale chiedendo di rinviare ad altra udienza la parifica.
La richiesta del procuratore giunge malgrado la relazione in chiaroscuro della sezione di controllo. Secondo la quale i conti della Regione migliorano.Ma ci sono diversi elementi di preoccupazione per il futuro.
Insieme alle luci, le ombre. Secondo la Corte infatti le operazioni messe in campo “non sono risolutive”. E i dubbi sono legati soprattutto al futuro. Il peso delle rate dei mutui, scrive la Corte dei conti, rischia di rendere assai difficili gli investimenti nei prossimi anni. E ancora, fanno acqua i sistemi di controllo soprattutto negli enti vigilati dalla Regione.
Migliora anche la riscossione, operata dalla partecipata “Riscossione Sicilia”: dal 16 al 37 per cento. Peggiora però lo stato di salute dell’azienda. La Corte dei conti sottolinea infatti “le pesanti perdite dei bilanci societari” il cui patrimonio è passato dai 40,7 milioni del 2010 a un valore negativo di 562 milioni al 31 dicembre 2015. Un trend che sembra proseguire anche in questi anni: nel 2016 il reddito negativo previsto è superiore a 10 milioni, per il 2017 c’è già una previsione di 7,7 milioni di euro.
Nella Sanità crescono i ricavi ma anche i costi, mentre sono cresciute le procedure di acquisto attraverso sistemi Consip. Resta il nodo del personale regionale: un terzo dei dirigenti d’Italia si trovano in Sicilia. Se scendono i costi generali sul personale “di ruolo”, la Corte dei conti censura invece la mancata riduzione del personale degli enti e organismi controllati dalla Regione, dai Forestali alle società partecipate. In questo senso la Corte sottolinea “l’anomalo incremento del personale a tempo indeterminato della società Sicilia e Servizi spa”. Le liquidazioni di alcuni enti, annota la Corte, ha poi creato “un nuovo bacino di precariato”, anche attraverso “singolari disposizioni legislative che suscitano rilevanti perplessità”.
Nella sua requisitoria, il procuratore generale d’Appello Pino Zingale indirizza un ringraziamento al direttore generale dell’Asp di Palermo Antonio Candela, per avere segnalato diverse anomalie agli organi competenti. Per Zingale “in Sicilia la ripresa economica è rimasta debole. I redditi e i consumi delle famiglie sono cresciuti di poco e l’occupazione si è arrestata. Il Pil è rimasto 12 punti indietro rispetto al periodo pre-crisi, mentre in Italia il ritardo è di 7 punti. Negli anni prossimi si prevede una nuova contrazione degli investimenti, mentre continuiamo a registrare fenomeni di corruzione, non sempre penalmente rilevanti”. Secondo il procuratore “risultano deboli le relazioni di accompagnamento alle leggi per spiegare la copertura finanziaria. Sono aumentate le spese e ridotte le entrate. L’incidenza delle spese correnti sono superiori al 70 per cento delle spese complessive, mentre quelle per investimenti sono solo al sei per cento”.
Sul tema dei Beni culturali, Zingale ricorda che il patrimonio artistico della Regione è il vero “oro nero” dell’Isola: ma la gestione dei parchi sarebbe pessima. Il personale, ad esempio, è carente dal punto di vista qualitativo e quantitativo. “Nei parchi archeologici mancano gli archeologi. In altre strutture mancano gli architetti. Molti musei sono privi di restauratori”. Nonostante ciò, spiega Zingale, i dati sui visitatori sono positivi. Ma questo, precisa, si spiega soprattutto nelle cambiate condizioni in altri stati che negli anni passati erano mete turistiche.
Fonte Live Sicilia