Si dice che nessuno è profeta in patria.
Il Ministro Minniti su alcuni blog della Calabria viene ricordato per episodi che hanno a che fare con certi ambienti malavitosi
I “legami” e i “rapporti” tra Marco Minniti e l’ex sindaco imputato per ‘ndrangheta
MARCO MINNITI, MINISTRO DEGLI INTERNI LE SUE RELAZIONI PERICOLOSE
Stando allo scoop giornalistico de “Il Dispaccio” – giornale online reggino diretto da Claudio Cordova -, nell’ultima indagine condotta dalla DDA di Reggio Calabria denominata “Ecosistema”, emergerebbe un grosso business illecito dei rifiuti nel reggino.
“I pm Antonio De Bernardo e Luca Miceli hanno scoperchiato, nel 2016, il business illecito dei rifiuti nell’area grecanica, vi sono alcune conversazioni telefoniche che aprirebbero squarci sulle motivazioni del ‘successo’ dell’Avr in Calabria. Conversazioni che, al netto delle millanterie, tirano pesantemente in ballo il neoministro degli Interni del neonato Governo Gentiloni, il reggino Marco Minniti, pesantemente tirato in ballo dai soggetti coinvolti nell’inchiesta della Procura di Reggio Calabria, retta da Federico Cafiero De Raho”: tutto il virgolettato è di Claudio Cordova, direttore del Dispaccio, quotidiano calabrese online.
In alcune intercettazioni telefoniche e ambientali, Rosario Azzarà, 71 anni, titolare della “Ased srl, impresa che aveva acquisito il controllo degli appalti della raccolta dei rifiuti a Bova Marina ed in altri centri della bassa jonica reggina, conosciuta come “Area grecanica”, fa molto spesso il nome ministro degli Interni del governo Gentiloni. E lo fa legandolo a vicende collegate ad appalti riguardanti “rifiuti e edilizia di peso”.
Non è la prima volta che il nome di Minniti è associato a dinamiche imprenditoriali che gravitano nell’area grecanica, visti i rapporti che sarebbero intercorsi con l’ex sindaco di Melito Porto Salvo, Giuseppe Iaria, attualmente imputato per ‘ndrangheta. Si delinea, insomma, un quadro inquietante, aggravato peraltro, dall’operazione condotta lo scorso 7 dicembre, sotto le direttive della Dda, dai carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria, denominata “Ecosistema”, che ha portato all’arresto di 14 persone. Il dato saliente dell’inchiesta e dell’operazione che ne è scaturita è il coinvolgimento di alcuni amministratori comunali accusati di corruzione perché avrebbero affidato ad un’impresa legata ad alcune cosche di ‘ndrangheta, quelle dei Paviglianiti e degli Iamonte, la raccolta dei rifiuti. Il personaggio centrale dell’inchiesta, tanto che per lui la Dda ha chiesto e ottenuto la detenzione in carcere, è proprio Azzarà, proprio chi nelle intercettazioni ha citato Minniti.
Oltre che per il consigliere regionale Francesco Cannizzaro, la Dda di Reggio Calabria ha emesso altri tre avvisi ai sindaci di Motta San Giovanni, Paolo Laganà, di 61 anni, e di Palizzi, Arturo Walter Scerbo, di 54, e all’ex consigliere regionale della Calabria Pasquale Maria Tripodi, di 59. L’ipotesi di reato contenuta negli avvisi di garanzia per i due sindaci è corruzione, mentre per Tripodi viene ipotizzata la corruzione elettorale aggravata dalle modalità mafiose. Il Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Federico Cafiero de Raho, incontrando i giornalisti insieme al Comandante provinciale dei carabinieri, colonnello Giancarlo Scafuri, ha parlato di “modalità di evidente mafiosità in spregio ad ogni regola e ad ogni solidarietà umana. La ‘ndrangheta – ha detto Cafiero de Raho – ha la capacità di ‘penetrare’ gli enti locali dimostrando disponibilità ad accogliere le richieste degli amministratori locali”.
Dall’articolo di di Claudio Cordova
dicembre 2016
AVR li ha portati Minniti e Pinone con la mafia
I Carabinieri parlano di “legami, rapporti, anche abbastanza stretti, con personaggi di primo piano del panorama politico nazionale”. Il protagonista è l’ex sindaco di Melito Porto Salvo, Giuseppe Iaria, attualmente imputato, insieme al suo successore, Gesualdo Costantino, nel procedimento “Ada”. E agli atti del procedimento vi sono diverse evidenze che testimonierebbero i contatti e i rapporti tra Iaria e l’attuale sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Marco Minniti, reggino dell’attuale Partito Democratico, che da molti anni tiene in mano le redini dei Servizi Segreti in Italia.
Iaria e Costantino sono ritenuti dal sostituto procuratore della Dda di Reggio Calabria, Antonio De Bernardo, come personaggi a disposizione del potente clan Iamonte, che a Melito avrebbe condizionato ogni singolo respiro della vita cittadina, comprese le dinamiche politiche e burocratiche del Comune. E’ il maresciallo Alessandro Zema dei Carabinieri a delineare i rapporti tra Iaria e i vertici del centrosinistra nazionale.
Melito Porto Salvo viene da due scioglimenti del Comune per infiltrazioni della ‘ndrangheta, nel 1991 e nel 1996. Il terzo verrà decretato proprio sulla base delle risultanze dell’indagine “Ada”. Nel racconto del maresciallo Zema siamo nel 2006: il 25 febbraio, quando Iaria è primo cittadino del Comune dell’Area Grecanica, si insedia la commissione d’accesso antimafia, nominata dal Prefetto di Reggio Calabria, Luigi De Sena, al fine di accertare l’eventuale condizionamento mafioso del Comune. Una relazione, quella della Commissione d’accesso, che non fa che anticipare, in qualche modo, quanto scoperto anche nell’indagine “Ada” del pm De Bernardo: “Il descritto contesto di invasiva presenza della cosca Iamonte sul tessuto socio-economico di Melito Porto Salvo, sufficiente di per sé a suscitare gravi preoccupazioni sull’attuale situazione dell’ordine e della sicurezza pubblica nel territorio comunale, appare, in ragione degli accertamenti effettuati dalla commissione, suscettibile di contaminare le pubbliche amministrazioni e, quindi, anche il Comune”.
In questa fase, i Carabinieri registrano i contatti tra Iaria e Minniti: “Proprio mentre è in corso lo svolgimento delle operazioni ad opera della commissione di accesso, Iaria Giuseppe è pienamente consapevole che, praticamente, le sorti della sua Giunta sono correlate agli esiti della consultazione elettorale, delle elezioni politiche che si stanno svolgendo proprio in quel periodo” spiega il maresciallo Zema al pm Antonio De Bernardo.
In quel periodo, siamo a metà 2006, è previsto il voto per le Politiche in Italia. E alcune conversazioni intercettate sull’utenza di Iaria testimonieranno il timore del primo cittadino, in quel momento uomo forte dei Democratici di Sinistra, che il Consiglio Comunale potesse essere oggetto di sicuro scioglimento nel caso di vittoria del centrodestra: “Intanto speriamo che vinca il centrosinistra, perché se vince il centrodestra, ci sciolgono” dice il maresciallo Zema, citando testualmente le intercettazioni a carico di Iaria.
Il sindaco di centrosinistra si sarebbe recato diverse volte a Roma per perorare la propria causa. Visite a Roma che si inquadrerebbero nel legame con Marco Minniti. Il maresciallo Zema parla di “ottimi rapporti” tra i due. Il reggino Domenico detto Marco, che all’epoca era capolista dell’Ulivo, in seguito alla vittoria della coalizione, sarà nominato viceministro dell’Interno del governo Prodi, il secondo governo Prodi.
Quasi come auspicato da Iaria che, in un’altra conversazione intercettata con un “avvocato” non identificato, parlerà anche di una sottoscrizione a sostegno della nomina di Minniti a ministro della Repubblica. A metà aprile del 2006 sarà lo stesso Minniti a dire a Iaria, in una conversazione intercettata, di essere certo della prossima nomina ministeriale. Il reggino Minniti, però, dovrà accontentarsi “solo” della nomina a viceministro dell’Interno: una circostanza che verrà commentata più volte da Iaria nelle varie conversazioni intercettate con altri soggetti.
Ma agli atti dell’indagine “Ada”, oltre ai contatti con Minniti, vi sono anche quelli con un altro politico reggino, quel Luigi Meduri che sarà sottosegretario alle Infrastrutture nel secondo Governo Prodi. Proprio in uno dei viaggi di Iaria a Roma presso il Ministero dell’Interno (mentre si discute proprio dell’eventualità di procedere allo scioglimento del Consiglio Comunale di Melito Porto Salvo), Iaria concorderà di incontrarsi con Gigi Meduri. Da qui le conclusioni del maresciallo Zema: “Si ritiene possano essere tutti questi incontri tesi a scongiurare lo scioglimento del Comune”.
Al termine di questo strano rapporto tra potenziale “sciolto” e incaricato “scioglitore”, Iaria e il Comune di Melito supereranno indenni i duri rilievi della Commissione d’accesso. Nel 2006 si terranno nuove elezioni comunali e Iaria vincerà facilmente, divenendo nuovamente sindaco nei ranghi del centrosinistra.
I modi in cui Iaria (prima) e Costantino (poi) sarebbero diventati sindaci di Melito, sono racchiusi poi nell’indagine “Ada” del pm De Bernardo.
Le intercettazioni
a prima conversazione è di fine 2013, quanto l’imprenditore dell’Ased, Saro Azzarà, tra i principali indagati, parla con il consigliere comunale di San Roberto, Antonino Micari. La telefonata intercettata dai Carabinieri è foriera di spunti investigativi e getta al tempo stesso inquietanti ombre circa l’operato di politici, amministratori ed imprenditori. Nella circostanza, Azzarà, da navigato imprenditore del settore, riferisce a Micari che la AVR sia riuscita ad imporsi nel settore aggiudicandosi l’appalto della raccolta rifiuti solo perché forte delle referenze fornite da Minniti e Pinone (AZZARA’ Rosario: …il ladriceddu di Scopelliti…quando mi hanno cacciato a me dalla gara del comune e gliel’hanno data a Eco Terme o Campania sapendo benissimo che erano mafiosi…; MICARI Antonino: ma là…ma là in queste ditte…inc…; AZZARA’ Rosario: …ed ora stanno facendo la stessa frittata…sapendo benissimo che AVR li ha portati Minniti e Pinone con la mafia…; MICARI Antonino: si…).
Non è la prima volta che il nome di Minniti viene associato a dinamiche che ruotano attorno all’area grecanica, visti i rapporti che sarebbero intercorsi con l’ex sindaco di Melito Porto Salvo, Giuseppe Iaria, attualmente imputato per ‘ndrangheta.
Azzarà, che con la sua Ased gestiva il settore dei rifiuti in diversi comuni dell’area grecanica, sottolinea come imprenditori, amministratori pubblici e mafiosi siano pienamente consapevoli che la ripartizione del servizio di raccolta, trasporto e smaltimento RSU avviene secondo determinate logiche criminali (AZZARA’ Rosario: …che hanno gli appalti da fiumara a fiumara…da fiumara a fiumara secondo la famiglia del luogo…ora rompono il cazzo…; MICARI Antonino: comunque Rosario, poi parliamo, vediamo queste cose dai, poi ragioniamo perchè là…inc… è entrata una ditta che dice che c’è pure La Valle là in mezzo…che ne so?…inc…; AZZARA’ Rosario: ma si…eh vabbè, La Valle, La Valle, De Stefano…ma mi rompe…non mi rompere il cazzo pure tu ah?…eh!; MICARI Antonino: no, non lo so io…; AZZARA’ Rosario: e La Valle è un altro del giro…).
Quasi un anno dopo, questa volta in una conversazione ambientale, Azzarà ribadisce a Ennio Cesa il medesimo concetto ed allude in maniera esplicita ai legami della società AVR con le cosche di ‘ndrangheta (CESA: ma questi quì tipo AVR?; AZZARA’: ma sai, ho paura di questi quà perchè sono un poco immischiati…; CESA: uh…questa è grossa eh…; AZZARA’: sono grossi ma non lo so…eeeh…inc…risente un poco, legati con la mafia…; CESA: loro?; AZZARA’: si; CESA: eh?; AZZARA’: si; CESA: strano perchè lavorano al nord; AZZARA’: …inc…questa è gente che sempre ha saputo distribuire…; CESA: ma son legati a Cerroni? così mi avevano detto…; AZZARA’: no no no; CESA: non lo sai?; AZZARA’: so che hanno distribuito sempre mazzette oppure…infatti, loro sono un pò…inc…della Provincia…; CESA: uh; AZZARA’: …tutto in subappalto; CESA: eh, ma è normale; AZZARA’: …da fiumara a fiumara, da torrente a torrente, cioè da famiglia a famiglia…e cercano solo noi, eh…e i direttori no? crocifissi…; CESA: si…c’è anche questa…inc…; AZZARA’: …inc…; CESA: si, c’è questa difficoltà in più quà…)
Parlando con un uomo non identificato, Azzarà riferisce come l’AVR sia riuscita ad imporsi sul mercato grazie a Marco Minniti e Giuseppe Morabito (AZZARA’: l’AVR…; Uomo: tipo so, so che sono di Roma…; AZZARA’: si si si si…; Uomo:però è…; AZZARA’:….ombra…ombra di Minniti; Uomo: di Minniti quale?; AZZARA’: Marco Minniti; Uomo: Marco Minniti …inc…parola d’onore…inc; AZZARA’: uh?; Uomo: chiudiamo la discussione; AZZARA’: …Morabito…e Gesualdo Costantino; Uomo: ah, pure?; AZZARA’: Gesualdo ha detto “Morabito è a fianco a…inc…”; Uomo: ah?; AZZARA’: Morabito e Minniti…e io pure…cioè lui in qualche modo diciamo, mi ha detto…; UOMO: …inc…certo?; AZZARA’:…..da fiumara a fiumara gli danno gli appalti…capito?). Ecco nuovamente il nome del nuovo Ministro dell’Interno, accomunato a quello dell’ex presidente della Provincia di Reggio Calabria, Pinone Morabito.
Fonte : Il Dispaccio
Il Circolaccio