Le reti di intelligence della Repubblica Sociale
Già all’indomani dell’8 settembre i tedeschi si premurarono di annunciare agli italiani la proclamazione di un governo nazionale fascista nonostante Mussolini fosse ancora prigioniero33. Con la liberazione del Duce da parte del commando guidato da Otto Skorzeny, fu finalmente possibile fare insediare il nuovo governo fascista. Il 23 settembre 1943 nasceva, dunque, la Repubblica Sociale Italiana, anche se il nome divenne ufficialmente tale solo il 1° dicembre34.
Secondo un’informativa conservata nell’archivio della divisione Servizi informativi e speciali del Ministero dell’Interno, «nel mese di ottobre del 1943 per ordine di Mussolini, Alessandro Pavolini formò dei gruppi di elementi fascisti di provata fede per creare un movimento di rinascita del fascismo nell’Italia meridionale»35. Fu quindi fin dai primi giorni del neonato governo che il Duce si preoccupò dell’organizzazione di ‘‘quinte colonne’’ fasciste nel territorio occupato dagli Alleati. A dirigere l’ufficio creato per tale scopo fu chiamato Puccio Pucci, identificato come «ex ufficiale dei moschettieri di Mussolini e Capo di stato maggiore generale delle Brigate Nere»36.
L’organizzazione, tuttavia, indicata nelle carte del controspionaggio alleato con il nome di Servizio Informativo Fascista Repubblicano, non svolse attività particolari fino all’arrivo dello scrittore Aniceto del Massa, il quale negli ultimi mesi del 1944, su incarico di Pavolini, affiancò Pucci nella direzione del Servizio37. Ufficio che prese pertanto il nome di PdM dalle iniziali dei cognomi dei due direttori. Non era, d’altronde, la sola iniziativa che cercasse di creare dall’alto una resistenza fascista nel Sud Italia. Secondo Alfredo Cucco, tra i membri fondatori del Movimento Sociale Italiano (MSI) ed ex vice segretario del Partito Nazionale Fascista (PNF) nel 1943, Carlo Scorza, ultimo segretario del PNF, aveva incaricato il principe Valerio Pignatelli di Cerchiara, nella primavera del 1943, di dare
vita ad una organizzazione di volontari che avrebbero dovuto agire alle spalle (Operazioni Sorpasso) degli invasori con azioni di guerriglia e sabotaggi. Le cosiddette Guardie ai Labari, questo il nome del gruppo, sarebbero state tuttavia liquidate dallo stesso Mussolini nella fase embrionale del progetto.
Contemporaneamente all’instaurazione dell’Ufficio PdM, nell’ottobre 1943 veniva creato il servizio informativo della Repubblica Sociale Italiana, nominato Servizio Informazioni Difensivo (SID), e dipendente del Ministero delle Forze Armate della Repubblica di Salò40. Il Servizio, che aveva sede a Volta Mantovana, venne affidato a Vittorio Foschini, giornalista ma anche ex agente del cosiddetto servizio 6x, un servizio informativo attivato verso la fine del 1942 su iniziativa dello stesso Foschini, approvato prima dal Ministro della Cultura Popolare Buffarini Guidi, e in seguito dal Duce stesso al quale venivano indirizzate le ‘‘veline’’41. In realtà, il Servizio era subordinato agli stessi tedeschi e quindi non poteva, secondo l’accordo stipulato tra Rodolfo Graziani e
Otto Hellferich, svolgere alcuna attività di spionaggio. L’organizzazione pertanto poteva dedicarsi esclusivamente all’attività di contro-spionaggio e contro-sabotaggio, nonché all’attività antipartigiana, in collaborazione con i tedeschi42.
I fascisti tuttavia non si accontentavano di operare secondo l’ordine tedesco o fornire uomini ai Servizi germanici. La loro azione era invero spesso disorganizzata o portata avanti dall’iniziativa di singoli gerarchi. Ad esempio possiamo citare il tentativo del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio della RSI, Francesco Barracu, di organizzare un gruppo di persone di fiducia, capitanate da padre Luciano Usai, con lo scopo di costituire una rete informativa politico-militare e di propaganda in Sardegna, sua regione di origine43. Il gruppo venne addestrato e in seguito paracadutato nell’isola dai tedeschi, i quali inizialmente, come abbiamo visto, pur di avere personale a disposizione non si curavano più di tanto della lealtà degli
agenti inviati in missione44. Anche questa iniziativa tuttavia fallì poiché il gruppo venne arrestato dalle autorità alleate45.
Altra iniziativa personale fu quella di Borghese il quale, nell’ottobre 1944, a causa del trattamento ritenuto inadeguato riservato ai suoi uomini da parte dei Servizi tedeschi (addestramento lacunoso, incuranza della sicurezza personale degli agenti), decise di ridurre la sua collaborazione e di istituire il battaglione Vega inquadrando in esso tutti gli elementi legati allo spionaggio e al sabotaggio e iniziando ad operare in maniera indipendente, limitandosi ad inviare rapporti mensili alle autorità germaniche46. La nuova unità venne costituita per raccogliere informazioni e compiere atti di sabotaggio nelle zone occupate dagli Alleati nonché di predisporre attività di spionaggio e sabotaggio nelle principali città dell’Italia settentrionale all’indomani dell’occupazione alleata47. Come spiega un documento redatto dall’Office of strategic services (OSS), il servizio segreto statunitense, le attività del Vega si svilupparono parallelamente a quelle «del servizio segreto germanico, del servizio segreto agli ordini di Pavolini [l’ufficio PdM, n.d.a.], e probabilmente del Mgir (Movimento giovani italiani
repubblicani)»48. Il Movimento giovani italiani repubblicani era un gruppo clandestino nato a Firenze nel 1943 il quale aveva l’obiettivo di eliminare i gerarchi tramite un colpo di Stato e restaurare la ‘‘purezza’’ del Fascismo. Secondo il controspionaggio alleato, essi avrebbero avuto contatti con Thun von Hohenstein (ma anche con la X Mas) il quale utilizzò il gruppo come serbatoio di spie da inviare oltre le linee, ben sapendo che in realtà il loro primo obiettivo era quello di mettersi in contatto con i membri del gruppo che si trovavano nel territorio occupato dagli Alleati.
Il quadro qui descritto mostra dunque un insieme intricato di gruppi e organizzazioni che avrebbero dovuto lavorare assieme al comune obiettivo di contrastare l’avanzata alleata ma che finivano
per disperdere risorse umane e materiali preziosissimi. D’altronde il moltiplicarsi delle organizzazioni di spionaggio, rispecchiava pienamente il quadro della situazione e degli organismi operanti all’interno della Repubblica di Salò.
Fonte : Archivi
Il Circolaccio