PD, partito di opposizione…interna.
Le timide iniziative anti-Musumeci
Il Pd comincia il corteggiamento per ottenere qualche poltrona comoda
La legislatura regionale ha registrato una serie di cambi di casacca con una propensione verso il centrodestra. Accadde la stessa cosa nel 2013, quando il polo di attrazione era il centrosinistra. In quella, ormai lontana, circostanza, il Presidente eletto, Rosario Crocetta, riuscì ad assemblare, senza dovere faticare molto ed occuparsene direttamente, una pattuglia di deputati che a vario titolo emigrarono nel centrosinistra.
A distanza di cinque anni, si è ripetuto il fenomeno, non nuovo, dell’esodo, ma con alcune sostanziali differenze. Il centrodestra non ha dato vita ad alcuno shopping, ma ha potuto contare già nelle prime battute di un sostegno determinante di deputati del centrosinistra eletti in Sicilia Futura e, in misura esigua, nel PD, in occasione dell’elezione degli organismi di governo dell’Ars. Cè chi ha dato un significato politico al soccorso “rosa” e c’è chi l’ha spiegato come un episodio istituzionale estraneo ai rapporti politici.
Il Presidente della Regione, Musumeci, ha voluto rimarcare la sua contrarietà agli shopping di qualunque natura e di preferire relazioni trasparenti e motivate fra maggioranza e opposizione. Il governatore, battuto da Crocetta nel 2012, ha subito il vento contrario durante l’intera legislatura, e si è più volte dichiarato propenso a scoraggiare i cambi di casacca con disincentivi di carattere economico. E’ una questione sulla quale non può fare marcie indietro plateali.
Nel 2013 l’esodo dal centrodestra infoltì in modo significativo le truppe del centrosinistra senza tuttavia garantire una copertura politica sicura a Sala d’Ercole, mentre oggi la composizione dei gruppi è rimasta ancorata alle origini, e il governo Musumeci non ha avuto ostacoli in aula, nonostante l’esigua maggioranza di appena un voto. Sala D’Ercole ha votato in modo ecumenico alcune mozioni proposte dal M5S. Non sono mancate le sciabolate fra grillini e centrodestra, ma sono apparse esterne all’attività parlamentare. L’opposizione è stata esercitata piuttosto verso le scelte compiute da Miccichè (il caso Monterosso).
Insomma, c’è più sofferenza con il governo Crocetta nonostante la sua maggioranza straripante, che oggi con un esigua maggioranza, tra l’altro sottoposta al fuoco incrociato dei battitori liberi (Figuccia e De Luca).
L’opposizione è rappresentata dal PD e dal M5S, sulla carta. I grillini si sono dedicati finora all’attività di indirizzo politico traendone vantaggi di immagine, mentre il PD ha provato a misurarsi con un ruolo, l’opposizione, che sembra non appartenergli. Le contestazioni anti-Musumeci sono apparse timide e alcune iniziative, in Commissione, hanno realizzato delle convergenze con la maggioranza (Luca Sammartino).
E’ fisiologico che il cambiamento (di linguaggio, metodo, contenuti) stenti ad essere realizzato. La vocazione maggioritaria del PD ha il sopravvento. Eppure all’interno del calderone dem ci sono stati, e ci sono, personaggi che realizzano una opposizione mordace. Solo che ciò avviene quando l’avversario è interno. Il fuoco amico trova grandi e disinvolti sostenitori. Per almeno una decina di anni fra segreteria politica e gruppo parlamentare-governo c’è stata una vivace diversità di vedute, per usare un eufemismo. IL sostegno al governo Lombardo da parte del gruppo Parlamentare Pd fu avversato dal segretario politico a lungo.
Con Crocetta il livello di conflitto si è alzato in modo esponenziale. L’Assemblea è stata “nemica” del governo, e il governatore non si è fatto mancare niente perché si approfondisse il solco. Basti ricordare che all’inizio della sua avventura decretò una specie di veto nei confronti dei deputati regionali-assessori, difendendo strenuamente i suoi poteri di nomina ed il governo a tecnici, salvo ad ammainare bandiera nell’ultima parte della legislatura, quando dovette imbarcare deputati e politici designati dai partiti di appartenenza.
Crocetta ha subito, anche per sue responsabilità, una opposizione durissima dai banchi del suo schieramento. I dem si sono rivelati irriducibili ed efficaci quando il bersaglio è vicino. E ottengono credito a loro svantaggio. Se lo dicono loro, considerano all’esterno del recinto, gli si deve credere.
Accanto alle categorie conosciute – il partito di governo, il partito di lotta e basta (civatiani ecc), il partito di lotta e di governo (Turigliatto docet) – c’è anche un partito dei “bastian contrari”, dove si rifugiano coloro che lasciano una vocazione pragmatica verso l’esterno ed una conflittualità permanente, senza sconti, a casa propria.
Fonte Sicilia informazione
Il Circolaccio