
A quarantacinque anni dalla strage di Ustica, il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani si unisce con profondo rispetto e senso civico al richiamo pronunciato dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il quale ha ribadito, con parole lucide e ferme, che la Repubblica non può abbandonare la ricerca della verità e che rispondere al bisogno di giustizia è parte essenziale della democrazia. Il 27 giugno 1980, ottantuno vite furono interrotte bruscamente in un evento che, a distanza di quasi mezzo secolo, resta una delle tragedie più oscure della nostra storia repubblicana. È dovere delle istituzioni, e dell’intera collettività, non abituarsi a questa opacità.
La strage di Ustica continua a rappresentare una zona critica della nostra memoria nazionale, un evento che ci interroga ancora oggi non solo sulle responsabilità materiali, ma anche sulla volontà politica di fare luce, senza compromessi, su quanto accadde nei cieli del Mediterraneo. L’appello del Capo dello Stato alla collaborazione dei Paesi amici non è un atto cerimoniale, ma l’affermazione di un principio universale: la verità storica e giudiziaria è parte costitutiva della democrazia e condizione irrinunciabile per la fiducia tra cittadini e istituzioni.
In questo contesto, la scuola svolge un ruolo centrale. È nella scuola che le giovani generazioni imparano a riconoscere il valore della memoria, a interrogarsi sul passato e a comprendere come la trasparenza e la giustizia siano elementi fondativi della cittadinanza. Parlare di Ustica nelle aule scolastiche non significa solo raccontare una tragedia, ma restituire agli studenti la consapevolezza che la democrazia si costruisce anche attraverso il coraggio della verità, il rifiuto dell’oblio e la responsabilità di conoscere. La scuola ha il compito non secondario di rendere vive le domande che il tempo non ha cancellato e di formare cittadini capaci di esigere risposte, consapevoli che ogni ferita storica irrisolta appartiene anche al loro futuro.
Per questo motivo, il Coordinamento invita le istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado a promuovere percorsi di approfondimento, riflessione e confronto sul significato civile della strage di Ustica, valorizzando le fonti storiche, i documenti disponibili e il patrimonio di memoria custodito dai familiari delle vittime. L’educazione ai diritti umani, infatti, non può prescindere dalla conoscenza critica delle fratture irrisolte del nostro passato, e Ustica ne costituisce una delle più emblematiche.
Oggi ricordare Ustica non significa soltanto assolvere un dovere morale: è un atto di giustizia verso chi ha perso la vita, un gesto di responsabilità verso i familiari, e soprattutto un impegno concreto per la costruzione di un’etica repubblicana fondata sulla verità e sulla memoria.
Per questo, il Coordinamento lancia lo slogan: “Ustica: la memoria crea futuro”, accompagnato dall’hashtag #MemoriaAttivaUstica, invitando studenti, docenti e istituzioni scolastiche a farne un simbolo educativo da condividere e rilanciare, anche sui canali social, per trasformare la memoria in partecipazione attiva, creativa e consapevole. Le nuove generazioni non devono solo conoscere, ma diventare protagoniste di un impegno civile che rinnovi ogni giorno il legame tra scuola, verità e democrazia.
prof. Romano Pesavento
Presidente CNDDU