
Di fronte ai crimini commessi dal Governo d’Israele nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania occupata, all’inerzia mostrata dal governo italiano e dalla comunità internazionale, 13 organizzazioni chiedono alla società civile di mobilitarsi in difesa dei diritti fondamentali della popolazione palestinese.
Semplice e diretto l’appello lanciato da ACLI, Amnesty International Italia, AOI, ARCI, Assopace Palestina, CISS, COSPE, Libera, ManifestA, Oxfam Italia, Rete Italiana Pace e Disarmo, Un Ponte Per, Vento di Terra: rivolgersi ai propri rappresentanti nei consigli regionali, comunali, provinciali e delle città metropolitane per chiedere di riconsiderare le relazioni in vari ambiti con lo stato di Israele o le amministrazioni locali israeliane.
Ed anche Acli Sicilia e Arci Sicilia hanno deciso di rivolgersi, mandando una lettera a firma congiunta, al Governo siciliano, al Presidente della Regione Renato Schifani e al Presidente dell’Ars Gaetano Galvagno, chiedendo loro il rispetto degli obblighi derivanti da tre diverse pronunce della Corte internazionale di giustizia, relative alla plausibile violazione della Convenzione sul genocidio, dal suo parere consultivo del luglio scorso e dalle norme di diritto internazionale, che negli ultimi due anni sono state completamente ignorate dal governo Netanyahu.
“Vista la rilevanza generale delle norme di diritto internazionale violate, la Corte internazionale di giustizia riconosce anche una serie di obblighi in capo agli Stati terzi. In Italia, secondo gli articoli 114 e 117 della Costituzione, riguardano anche Regioni, Città metropolitane, Province e Comuni – spiegano Agata Aiello e Giuseppe Montemagno, rispettivamente Presidenti regionali di Acli Sicilia e di Arci Sicilia – Aderendo al nostro appello si potrà quindi non solo esercitare “dal basso” una pressione più incisiva sul Governo israeliano per un immediato cessate il fuoco e la fine dell’occupazione, ma mandare anche un messaggio chiaro al governo nazionale, che finora si è mostrato impermeabile alle pronunce della Corte. L’Italia non può essere complice dei crimini commessi da Israele attraverso la fornitura di armamenti o schierandosi con la Germania contro la sospensione dell’Accordo di associazione tra Unione europea e Israele”.
“L’obiettivo è arrivare all’adesione del maggior numero di enti territoriali, dopo le prime posizioni assunte da alcune regioni – concludono Acli Sicilia e Arci Sicilia– Per questo supporteremo i cittadini e le cittadine e tutte le associazioni che vorranno unirsi alla campagna nel diffondere e portare avanti la richiesta di adesione all’appello, affinché il nostro paese possa schierarsi dalla parte giusta della storia”.
L’impegno che viene chiesto aderendo a questa iniziativa.
Ciascun cittadino o amministratore potrà scaricare dal sito www.entiterritorialiperlapalestina.it un documento da presentare in votazione nel consiglio del proprio ente territoriale, chiedendo un impegno a:
- astenersi dallo stipulare e sospendere qualsiasi accordo internazionale con Israele che possa supportare la sua presenza illegale nel Territorio palestinese occupato;
- riconsiderare le relazioni commerciali e culturali con Israele, in particolare quelle che contribuiscono a violazioni dei diritti umani;
- garantire accoglienza e supporto ai profughi palestinesi in fuga dal conflitto;
- promuovere iniziative di solidarietà e sostegno al popolo palestinese, attraverso eventi e manifestazioni;
- collaborare con le organizzazioni della società civile e con gli enti locali palestinesi.