Save the Children, assieme alle altre Organizzazioni firmatarie, chiede un cessate il fuoco immediato, incondizionato e definitivo in Libano e nella regione, un accesso umanitario totale con il potenziamento dell’assistenza alla popolazione e un recupero inclusivo incentrato sulla coesione sociale.
Noi, le Organizzazioni sottoscritte che operano in Libano, chiediamo urgentemente alle parti di rispettare i loro impegni verso un cessate il fuoco permanente in Libano e facciamo appello alla comunità internazionale affinché garantisca il rispetto e la piena attuazione dell’accordo di cessate il fuoco temporaneo, ora prorogato al 18 febbraio 2025.
Mentre il cessate il fuoco temporaneo rimane in vigore (ed è stato prorogato), esprimiamo profonda preoccupazione per le numerose violazioni registrate, che continuano a indebolire l’accordo. Sono state segnalate, infatti, oltre 800 violazioni da parte delle forze israeliane e almeno una violazione da parte di Hezbollah. Al 23 gennaio 2025, le violazioni da parte delle forze israeliane hanno incluso attacchi indiscriminati via terra e via aria, che, dal 27 novembre 2024, hanno ucciso almeno 30 persone, portando il numero totale di persone uccise dalle forze israeliane (dall’8 ottobre 2023) a 4.285, inclusi 241 operatori sanitari e 17.200 feriti.
Solo domenica 26 gennaio 2025, nel sud del Libano, le forze militari israeliane hanno ucciso 24 persone, tra le quali sei donne e un soldato libanese, e ne hanno ferite 134, tra questi ci sono anche 12 bambini. Migliaia di persone, tra cui donne e bambini, anziani e persone con disabilità sono state sradicate dalle loro case, senza cibo, assistenza sanitaria e istruzione ed esposte a eventi estremamente traumatici, senza, finora, alcuna attribuzione di responsabilità per la distruzione o le uccisioni indiscriminate.
Questo accordo rappresenta un passo avanti verso la realizzazione della Risoluzione del Consiglio di Sicurezza ONU 1701 e includeva un “ritiro graduale delle Forze di difesa israeliane a sud della Linea Blu e il dispiegamento parallelo delle Forze armate libanesi (LAF) a sud del fiume Litani” che “non dovrebbe superare i 60 giorni”. C’è ancora la possibilità di trasformare questi impegni temporanei, in impegni a lungo termine.
Mentre la popolazione sta tentando di tornare nelle proprie case, centinaia di migliaia di persone affrontano ancora la triste realtà di non poter tornare a causa dell’occupazione in corso da parte delle forze israeliane o per l’entità dei danni. Le forze israeliane, infatti, hanno raso al suolo interi villaggi, distrutto terreni agricoli e infrastrutture essenziali come ospedali e scuole. I terreni sono contaminati da ordigni inesplosi che mettono a rischio la vita delle persone e qualsiasi sforzo di ricostruzione.
Come Organizzazioni umanitarie e per i diritti umani, continueremo a supportare tutte le persone colpite dall’emergenza con azioni di assistenza, recupero e ricostruzione, ma la crisi umanitaria rimane grave. I piani per la ripresa e la ricostruzione sono iniziati in mezzo a una persistente crisi socio-economica che segnava tassi di povertà alle stelle.
In Libano, infatti, quasi un terzo dei bambini si trova ad affrontare livelli di fame critici. Le perdite economiche dovute al conflitto sono state stimate in 8,5 miliardi di dollari e il Libano ha disperatamente bisogno di sostegno per riprendersi. Le conseguenze di questa distruzione si faranno sentire nel Paese per anni a venire e, ancora una volta, senza che qualcuno si prenda la responsabilità della distruzione causata.
In quanto Organizzazioni umanitarie e per i diritti umani coinvolte negli sforzi immediati di soccorso, ripresa tempestiva e ricostruzione in Libano, chiediamo urgentemente:
- Cessate il fuoco immediato, incondizionato e definitivo in Libano e nella regione
- La comunità internazionale deve adottare ogni misura possibile, anche attraverso la leva diplomatica e politica, per garantire un cessate il fuoco immediato e definitivo in Libano. L’accordo temporaneo e vincolato deve consentire una transizione verso un cessate il fuoco permanente.
- La comunità internazionale deve anche garantire il rispetto e l’attuazione della pausa nelle ostilità a Gaza e la fine dell’uso eccessivo della forza in Cisgiordania, riconoscendo che ciò è essenziale per proteggere i civili e prevenire un’ulteriore escalation e ricadute su tutta la regione.2. Accesso umanitario incondizionato e il potenziamento dell’assistenza
- Garantire un accesso rapido e senza ostacoli alle aree colpite dal conflitto e salvaguardare le strutture e il personale umanitario in tutto il Paese.
- Finanziare completamente l’appello umanitario per rispondere alle esigenze più serie in tutto il Libano per consentire la fornitura di finanziamenti immediati e flessibili per risposte umanitarie in base a genere, età e disabilità, come l’assistenza in denaro, rifugi sicuri e assistenza sanitaria.
- Sostenere gli sforzi di ricostruzione tramite sovvenzioni, non prestiti, e finanziare azioni tempestive e di anticipazione per mitigare ulteriori shock
3. Recupero inclusivo incentrato sulla coesione sociale
– Affrontare le esigenze dei cittadini libanesi, dei rifugiati siriani e palestinesi e dei lavoratori migranti senza discriminazioni.
– Garantire che la risposta sia attenta alle questioni di genere e sensibile verso i bambini, fornendo servizi per donne e ragazze quali servizi sanitari e per i sopravvissuti alla violenza di genere, inclusa la violenza sessuale.
– Promuovere la riconciliazione attraverso strutture di riabilitazione, campagne di sensibilizzazione, supporto psicosociale e per la salute mentale (MHPSS) e iniziative di costruzione delle comunità.
I firmatari:
1. American Friends Service Committee (AFSC)
2. Badil | The Alternative Policy Institute
3. CCFD – Terre Solidaire
4. Danish Refugee Council (DRC)
5. Euromed Rights Network
6. Islamic relief
7. Médecins du monde (MdM)
8. Oxfam
9. Save the Children
10. The Lebanese Center for Human Rights (CLDH)
11. WeWorld