A giorni verrà proiettato nelle sale cinematografiche Il film IDDU che racconterà un momento della latitanza di Matteo Messina Denaro. Lei è stata il legale di Antonio Vaccarino, cosa ne pensa di questo film?
- Con un certo stupore ho visto quanto pubblicizzato dalle varie testate giornalistiche in merito all’uscita di questo film. Dai trailers è evidente come la verità sia stata totalmente sfalsata rispetto i dati oggettivi e documentali della vicenda. Non di meno mi lascia perplessa il fatto che i registi non abbiano preso contatti con i legali e i familiari di Antonio Vaccarino affinché potessero avere un’idea chiara su quello che sono i fatti. Insieme all’avvocato Baldassarre Lauria abbiamo assistito il professore Vaccarino in diverse vicende giudiziarie che lo hanno visto coinvolto, talvolta anche come parte offesa. Nel film, seppure con il nome di Catello, Vaccarino viene indicato come una persona che avrebbe beneficiato dal rapporto con i servizi segreti. A differenza di quanto rappresentato dall’opera cinematografica non furono i servizi segreti a prendere contatti con Vaccarino, né tantomeno Vaccarino venne scarcerato grazie all’intervento dei servizi di sicurezza italiani. Fu l’ex sindaco a prendere contatti con il Sisde a offrire la sua collaborazione perché si potesse arrivare alla cattura del latitante. Vaccarino, a differenza di quanto rappresentato dal film, da anni aveva finito di scontare una pena per traffico di stupefacenti. Quello che amareggia – capisco che ci troviamo dinanzi una realtà molto delicata e complessa – rispetto l’accusa di ambiguità mossa a Vaccarino, è che conoscendo gli atti processuali emerge una figura ben diversa del mio assistito rispetto a quella proposta dal film. Vaccarino infatti si è mosso sempre concordando ogni iniziativa con i servizi con cui collaborava, così come risulta dai carteggi e come dichiarato dal generale Mori e dal colonnello De Donno. Qualunque iniziativa venne sempre concordata e condotta nell’alveo di quella collaborazione. Inoltre tengo a precisare che a differenza di quanto riportato dalla stampa Vaccarino non era stato condannato per associazione mafiosa. aveva subito una condanna per traffico di stupefacenti ma non per associazione mafiosa, reato per il quale era anche stato assolto dalla Corte d’Appello di Palermo.
Dal trailer del film si vede una persona scrive sotto dettatura i pizzini di Matteo Messina Denaro…
- Questa vicenda, ovvero che latitante utilizzasse altri soggetti per trascrivere i suoi pizzini, è stata smentita dallo stesso Matteo Messina Denaro successivamente al suo arresto. A questo va aggiunto che la famiglia Vaccarino ha dato mandato alla dottoressa Katia Sartori affinché potesse svolgere un’attività peritale mettendo a confronto la lettera di minacce ricevuta a suo tempo dal mio ex assistito con altri scritti rinvenuti ed è emerso in maniera incontrovertibile che l’autore di quegli scritti così come della lettera ricevuta da Vaccarino fosse la stessa persona. Anche da questo si evince la discrepanza di quanto rassegnato dal film rispetto la realtà dei fatti.
Mi ha lasciato perplesso la figura della moglie di Vaccarino così come ho potuto vedere dal trailer. Una persona che viene rappresentata quasi come una donna di mafia che si risente del fatto che il marito collabori con i servizi, a tal punto da dire ‘non so cosa stai facendo ma se lo scopro ti uccido con le mie mani’…
- Mi stupisce notevolmente, poiché essendo legale del professore Vaccarino ho conosciuto la moglie e tutto potrei dire di lei tranne che sia una persona vicina a ‘cosa nostra’ o identificata così come mostrata nel film. A mio avviso potrebbero esserci gli estremi di una diffamazione. Per quanto mi risulta la signora non ha mai rimproverato al marito la sua collaborazione con i servizi segreti e con lo Stato, non ha mai avuto atteggiamenti che possano dare spazio a una visione così come quella prospettata dal film. Questo ritengo che potrebbe essere uno degli aspetti che la famiglia potrebbe attenzionare per una eventuale iniziativa se vorrà farla…
I registi però precisano che si parte da un dato di fatto, seppur con tutte le discrasie che abbiamo notato, che il film è liberamente ispirato al periodo della latitanza di Matteo Messina Denaro e non è un’opera biografica
- I registi più volte nelle varie dichiarazioni rese hanno sottolineato che non si tratta di un’opera biografica e di conseguenza parzialmente frutto di invenzione o fantasia…Personalmente ritengo che al di là della fantasia utilizzata in un film, in questo caso specifico non si possa fare riferimento a persone che, seppur con nomi diversi da quelli reali, emerge in modo chiaro chi siano. Va anche sottolineato che sulla stampa da diversi mesi al personaggio Catello viene accostato il nome di Vaccarino Antonio e della famiglia Vaccarino. Non credo che possa ravvisarsi un elemento di fantasia quando si va a ricostruire una storia indicando fatti riconducendoli a persone reali.
Dunque che potrebbero esserci elementi diffamatori in quello che rassegna opera cinematografica. Cosa accadrà adesso?
- Non lo so. Dovranno essere i familiari a decidere se e quali iniziative intraprendere a tutela dell’immagine propria e del proprio congiunto. Personalmente non ne sono a conoscenza…
Non pensa che il film possa trasmettere un messaggio recepito dall’opinione pubblica ben diverso da quello che sono le sentenze e da ciò che si evince da atti documentali?
- Purtroppo un film condiziona l’opinione pubblica. Lo spettatore che vede il film non è in possesso degli atti processuali come lo può essere un tecnico, di conseguenza si fa un’idea della realtà così come proposta nel film.
Il figlio di Vaccarino giorni fa aveva dichiarato che non proietteranno ‘Iddu’ a Castelvetrano dove è sua l’unica sala cinematografica del paese, dando adito a un’interpretazione che lasciava quasi intendere una volontà ben precisa a non voler parlare di mafia nella città di Matteo Messina Denaro…
- Ritengo che il figlio del professor Vaccarino si sia rifiutato di proiettare il film anche a tutela della sua famiglia e per evitare strumentalizzazioni visti i contenuti che come abbiamo già detto non corrispondono alla realtà dei fatti accaduti.
Andrà a vedere il film?
- Andrò a vedere il film anche perché essendo a conoscenza degli atti processuali sono curiosa di vedere come hanno impostato l’intera opera cinematografica.