Workshop organizzato dall’Osservatorio Smart City dell’Università Bocconi di Milano. L’intervento di Achille Colombo Clerici
ESPERTI, DOCENTI, IMPRENDITORI E PROFESSIONISTI PROMUOVONO IL NUOVO CODICE DEI CONTRATTI PUBBLICI
Benito Sicchiero
Un’approvazione unanime, sia pure con qualche distinguo, del nuovo Codice dei contratti pubblici è giunta dal workshop organizzato dall’Osservatorio Smart City dell’Università Bocconi di Milano.
Come hanno illustrato, introducendo i lavori, i coordinatori Edoardo Croci e Giuseppe Franco Ferrari, a quasi sette anni dalla sua entrata in vigore, il d.lgs. 50/2016 cede il passo al nuovo Codice dei contratti pubblici, la cui approvazione, fortemente voluta dal mondo professionale, è nondimeno maturata sotto la spinta di taluni specifici obiettivi di riforma della disciplina richiesti soprattutto dal c.d. Piano di Ripresa e Resilienza (PNRR).
Il nuovo Codice (d.lgs. 36/2023) ha riorganizzato sistematicamente la materia estendendo, in particolare, la digitalizzazione all’intero ciclo di vita dell’appalto e conferendo centralità a numerosi principi generali. Il convegno ha fornito un rapido, ma attento sguardo alla nuova disciplina in chiave teorica ma soprattutto pratico-operativa, con particolare riguardo agli aspetti di maggiore interesse per lo sviluppo della città intelligente, quali la semplificazione, la digitalizzazione, la collaborazione pubblico – privato, e gli appalti nel settore della cultura.
Concorda Achille Colombo Clerici, Presidente di Assoedilizia nonché co-fondatore dell’Osservatorio Smart City esprimendo il punto di vista del mondo delle famiglie che investono i loro risparmi nel settore immobiliare. Aggiungendo: “Sarebbe banale e semplicistico definire l’appalto pubblico come un importante strumento di resilienza. Forse nessun strumento impatta più dell’appalto pubblico sul progresso del Paese, per quanto riguarda sia lo sviluppo economico, sia la crescita culturale e sociale.
Di questo ultimo profilo rilevo quello culturale, non solo per la rilevanza degli appalti nel settore, ma soprattutto perché le norme che lo disciplinano finiscono per incidere notevolmente sulle modalità del rapporto tra operatori privati ed enti pubblici, determinando linee o canoni di comportamento di tutto il mondo delle opere pubbliche che non possono non influire sul costume stesso del Paese.
La finalità di fondo di questa revisione normativa è la ricerca della efficienza amministrativa (attraverso l’introduzione della digitalizzazione del procedimento, il superamento della burocrazia condizionata o difensiva a fronte dell’esercizio della discrezionalità amministrativa e la presunzione della legittimità dell’azione amministrativa. Ai fini di un maggior efficientamento del sistema, forse bisognerebbe pensare all’abrogazione del reato di abuso d’ufficio, anche se l’Europa pare non sia d’accordo.
Parallelamente si persegue la piena attuazione del principio della sussidiarietà, secondo cui gli affidamenti dei servizi a spiccata valenza sociale continuano a essere affidati agli Enti del Terzo settore, in deroga alle regole sulla concorrenza. Facoltà questa che appare particolarmente calzante con le attività di social housing e con l’azione delle imprese sociali impiegate nella promozione e produzione di interventi di edilizia residenziale sociale e attività di sviluppo locale (si pensi, ad esempio, all’offerta di alloggi a prezzi calmierati o alla realizzazione di servizi utili per la comunità degli abitanti).
Sul piano generale le nuove norme sono volte a porre le premesse tecnico/normative per la migliore attuazione del PNRR ed a promuovere in generale la crescita economica e culturale del Paese.
Riguardo alla città i grandi temi che intercetta sono in sintesi.
L’efficientamento energetico degli edifici (di cui si occupa la Direttiva in itinere della Commissione e del Parlamento europei EPBD (European Performance Building Directive) e il relativo programma di ristrutturazione profonda degli edifici che dovrebbe vedere il nostro Paese ristrutturare edifici per 100 milioni di mq. all’anno per 10 anni.
Parallelamente in Italia dovremo affrontare il passaggio del varo di una normativa che riguardi in modo complessivo il regime dei suoli, il risparmio del suolo, la rigenerazione urbana.
La tematica dell’appalto pubblico è anche fondamentale ai fini del buon funzionamento dell’edilizia residenziale pubblica che è prodromico rispetto all’equilibrio del sistema di offerta della casa.
Alla base del problema abitativo, con cittadini che lamentano canoni di locazione troppo cari, c’è la grave disfunzione dell’edilizia pubblica, causa degli squilibri di mercato.
Da troppi anni non vengono varati programmi di edilizia residenziale pubblica, sostanzialmente dalla fine del 1981. L’impressione è che lo Stato, dopo il trasferimento della competenza dell’edilizia residenziale pubblica ERS alle Regioni, si sia progressivamente ritratto dal suo compito istituzionale di finanziamento del comparto, lasciando le Regioni stesse e i Comuni soli a gestire le ristrettezze. Tanto che oggi, in termini numerici di alloggi popolari che costituiscono la dotazione di regioni e Comuni siamo alla situazione di allora.
Anzi, come numero assoluto di alloggi funzionali, la situazione è peggiorata, poiché alcuni di questi sono stati venduti, altri non sono occupati per i più diversi motivi o necessitano di una profonda ristrutturazione; altri ancora sono occupati da abusivi o da non aventi titolo. L’ERP oggi rappresenta il 3,8% del totale, a fronte del 4% di 20 anni fa.
I problemi dell’edilizia pubblica sono enormi, dalla nuova edificazione, alla ristrutturazione urbanistico/edilizia, alla manutenzione. In questo quadro, appare nodale la questione del codice degli appalti, poiché risulta prodromica rispetto al problema dell’adeguatezza e dell’efficienza del patrimonio abitativo pubblico evitando lo spreco di alloggi disponibili, ma non agibili e diminuendo in tal modo la tensione abitativa e la sua incidenza negativa sui prezzi di mercato.”
Giuseppe Busia, Presidente di ANAC-Autorità Nazionale Anti Corruzione: “Gli investimenti pubblici sono fondamentali per lo sviluppo del Paese: si calcola infatti che ogni miliardo di euro investito generi 3 miliardi di euro di indotto e la creazione di 10-12.000 posti di lavoro. Questo buon Codice presta attenzione alla qualità oltrechè alla velocizzazione: ma la novità più rilevante è la digitalizzazione delle opere, con risparmio considerevole di tempo e di denaro, trasparenza, semplificazione.”
Edoardo Raffiotta, Università degli Studi di Milano Bicocca: “Di digitalizzazione si parla da 20 anni ma se ne è vista ben poca. Il nuovo Codice porta una nuova cultura tecnologica, della quale fa parte l’Intelligenza Artificiale, all’interno della pubblica amministrazione, utile anche per l’attuazione del PNRR.”
Lorenzo Cuocolo, Università degli Studi di Genova, ha trattato
ill Building Information Modeling (BIM), processo basato su modelli 3D intelligenti che fornisce ad architetti, ingegneri e professionisti delle costruzioni le informazioni approfondite e gli strumenti per pianificare, progettare, costruire e gestire edifici e infrastrutture in modo più efficiente e sicuro: “Con questa tecnologia”, ha concluso,” non ci sarà più un altro ‘ponte Morandi’”. Sono intervenuti inoltre Alessandro Lolli, Università di Genova (Il partenariato pubblico privato); Matteo Timo, Università degli Studi di Genova (Il Project Financing e la locazione finanziaria); Luigi Cameriero, Università Bocconi di Milano (Il dialogo competitivo e il contratto di disponibilità). Roberta Lombardi, Università degli Studi del Piemonte Orientale (I contratti nel settore dei Beni Culturali) vede nel nuovo Codice una razionalizzazione e un ampliamento della collaborazione con il privato che, accanto ad una qualificata direzione tecnica, contempli anche la valorizzazione del bene.
La tavola rotonda dal titolo “Opportunità e potenziali criticità connesse alla nuova disciplina dei contratti pubblici” coordinata da Marina Petri dell’Università Bocconi ha visto gli interventi di Regina De Albertis, Presidente Assimpredil Ance; Alessandra Babighian di Invitalia; Angelo Valsecchi, Presidenza del Consiglio dei Ministri, Nucleo di valutazione PNRR; Achille Colombo Clerici, Presidente Assoedilizia.