CALTANISSETTA- L’ex leader di Confindustria Sicilia, Antonello Montante, ha annunciato, per la prima volta, di volere parlare in aula e chiesto di essere sottoposto ad esame delle parti per chiarire la sua posizione. E’ emerso durante l’udienza del processo di secondo grado sul cosiddetto ‘sistema Montante’ che si celebra con rito abbreviato a Caltanissetta.
Cosa ha nascosto ai giudici di Caltanissetta ? Potrebbero venir fuori altri sistemi simili applicati in altre zone della Sicilia?
“Esco dall’udienza dinanzi alla Corte d’appello di Caltanissetta – scrive su Fb l’avvocato Carlo Taormina annunciando l’intenzione del suo assistito – Antonello Montante ha chiesto di poter vuotare il sacco e di essere sottoposto all’interrogatorio del procuratore generale, delle parti civili e dei suoi difensori. Intende ristabilire la verità e l’onestà di dodici anni della sua vita impegnata nel combattere la mafia imprenditoriale in ambito locale e nazionale, anche al fine di indicare i comportamenti della magistratura e delle istituzioni che lo hanno sollecitato e sostenuto nella meritoria opera anticriminale compiuta all’insegna di Confindustria Nazionale di cui era il delegato per la legalità”. “Montante – spiega Taormina – che nel processo di primo grado non ha mai reso dichiarazioni per le sue condizioni di salute, ha ritenuto che la Corte Nissena che deve giudicarlo sia da ritenere affidabile ed imparziale e che questa sia la sede giusta per mettere fine al massacro al quale continua ad essere sottoposto e che merita la dovuta risposta.
E di cose da chiedere a Montante ce ne sarebbero molte. In particolare sulle toghe amiche del sistema che, verosimilmente, per interessi di carriere o di visibilità, hanno accettato di far parte del subdolo apparato dell’antimafia alla Montante. UN caso specifico è noto a tutti: nessun PM ha mai pensato di arrestare Rosario Crocetta nonostante i reati ipotizzati in alcuni processi. Per molto meno altri politici hanno conosciuto le manette. Occorre fare chiarezza una volta per tutte. La lotta alla mafia non si fa con i sistemi alla Montante. Sistemi adottati anche in altre procure come si evince dal libro di Palamara. Pm, giornalisti complici e qualche poliziotto ambizioso e il gioco è fatto. Purtroppo occorre dire che questo gioco strano è stato consentito anche da leggi strane. Leggi con chiare in alcuni passaggi e che hanno consentito alle Procure di mettere sotto accusa anche gente che con la mafia e i mafiosi non aveva nulla da spartire. La mafia è un cancro maligno difficile da estirpare. Giocando con i processi non si combatte. Le metastasi mafioso possono arrivare ovunque. Preferiscono, senza dubbio, le stanze del potere e dei soldi. Probabilmente andare dietro ai pezzenti o mafiosi da cortile avrà consentito ai mafiosi di alto potere di continuare a far soldi e a riciclare. Ci sarebbe davvero tanto da chiedere a Montante anche sulla provincia di Trapani dove, stranamente, alcuni potenti politici, che hanno gestito voti e clientele per decenni non sono mai stati toccati da indagini. Sembra quasi che la mafia dei soldi si sia interessata poco alle centinai di milioni spesi nella sanità pubblica, dei rifiuti urbani che valgono una barca di soldi e abbia avuto più interesse a gestire piccoli appalti comunale dove, i tempi d’attesa per il pagamento delle fatture hanno sfiorato i 24 mesi. Quindi, questi mafiosi del cazzo e amici di Messina Denaro avrebbero pensato di far soldi con i piccoli lavori ad incasso “quannu aiu li sordi di pago” e avrebbero trascurato i giri d’affari milionari derivati da settori molto più redditizi. Ad esempio, la mafia, non avrebbe capito gli imbrogli di Belice Ambiente e il conseguente tappo di 70 milioni di Euro, non avrebbe capito gli intrecci sulla sanità pubblica . Non avrebbe capito il giro delle grandi lottizzazioni e dei relativi espropri. Non Avrebbe capito gli affari delle energie rinnovabili. Solo per le molliche ,visto che Nicastri , dopo anni di processi, non è stato condannato per reati di mafia. Temere di finire in questi strani meccanismi investigativi dove si cerca poco la verità, non è una semplice reazione ansiogena. Il rischio è molto serio. Montante parli. Ci sono molti cittadini che lo vogliono. Questa martoriata terra ha bisogno di verità e non di depistaggi o processi di parte. La legge deve essere uguale per tutti. Il reato del sospetto ha distrutto molte famiglie e anche comunità, favorendo carriere e arricchimenti illeciti. Con certa antimafia non ha trionfato la giustizia ma solo la miseria e l’odio