Montante bis. Accertamenti perché inviso al sistema, Tornatore: “Sono sconvolto e turbato”
Dalle carte del Montante bis emerge una vicenda che di una gravità assoluta. Una storia giudiziaria che dimostrerebbe il “metodo mafioso” dell’antimafia di Montante e soci per distruggere le persone prese di mira. Un metodo che potrebbe essere stato applicato anche ad altre province visto che la rete aveva potere vasto. Quindi, questa vicenda potrebbe dimostrare che, se qualcuno si permette di dire la verità su certa antimafia o sulla gestione dei beni confiscati rischia il carcere a prescindere. Ci viene da ricordare il caso del giornalista Maniaci che ebbe il coraggio di accusare la Saguto. Se devi aver paura nella ricerca della verità si vive come in una specie di dittatura virtuale. Devi temere di finire sotto accusa. E Montante con i suoi poteva agire in tutta la Sicilia.Se vuoi aver successo deve per forza schierarti con il sistema? Questo sistema favorisce la mafia . Troppo facile per Montante e per chi lo ha sostenuto abbattere gli avversari. Del resto ,con il taglia e cuci sulle intercettazioni e qualche sospetto generato da uomini della DIA, non è difficile mandare alla sbarra la gente. Soprattutto i morti di fame che non si possono permettere gli avvocati da 20 mila euro a parcella. Chi manda a processo gente innocente dovrebbe subire la stessa gogna e forse capirebbe cosa comporta in termini di sofferenza e di disagio. Si distruggono le persone
“Sono letteralmente sconvolto dalle notizie apparse sui quotidiani che riportano stralci dell’avviso conclusione indagini relative al procedimento Montante bis”. E’ questa la reazione di Pasquale Tornatore, imprenditore nisseno, che secondo quanto emerge dall’atto di conclusione delle indagini della Procura di Caltanissetta era stato oggetto di accertamenti investigativi poi rivelatisi privi di qualsivoglia fondamento.
“Sono davvero turbato – continua Tornatore -. Secondo la ricostruzione della Procura di Caltanissetta, per il semplice fatto di essere “inviso” ad Antonello Montante, soprattutto dopo la mia lettera al quotidiano La Sicilia del 14 Agosto del 2013 nella quale misi in dubbio il legame tra Montante ed il presidente della Regione Siciliana dell’epoca Rosario Crocetta e la falsa antimafia sbandierata dal presidente di Confindustria Sicilia, dopo un mese della mia lettera a La Sicilia, nel Settembre del 2013, sarei stato oggetto di particolari attenzioni dai vertici della direzione investigativa antimafia, i quali avrebbero adottato iniziative pregiudizievoli nei miei confronti al fine di effettuare approfondimenti investigativi e di ottenere l’applicazione di una misura patrimoniale”.
I legali dell’imprenditore nisseno Tornatore, gli avvocati Salvatore e Antonino Falzone dichiarano che si costituiranno parte civile nell’interesse del loro assistito anche in questo nuovo procedimento penale. “Gli investigatori – affermano i legali – hanno parlato di un interesse bulimico di Montante nei confronti di Tornatore. Non solo, dagli atti di questa nuova indagine sembrerebbero emergere aspetti molto inquietanti e il diretto coinvolgimento di importanti vertici delle istituzioni, con il conseguente venir meno delle garanzie previste per i cittadini in uno Stato di diritto. Porteremo avanti – continuano gli avvocati – tutte le iniziative possibili per tutelare gli interessi del nostro cliente, persona onesta e integerrima, vittima di un pericoloso sistema di potere”.
Con Montante sono indagati per il reato di associazione per delinquere e corruzione anche l’ex Direttore della Dia Arturo De Felice, l’ex capo centro DIA di Palermo Giuseppe D’Agata e l’ex capo centro DIA di Caltanissetta Giuseppe Scillia.
Nell’atto recapitato agli indagati si legge che nel 2013 De Felice in concomitanza di diversi incontri con Montante avrebbe sollecitato i centri DIA in Sicilia per l’avvio di indagini di polizia giudiziaria, anche finalizzate a ottenere misure di prevenzione patrimoniale. Viene inoltre richiamata una riunione operativa in cui il capo della DIA dal settembre 2013 avrebbe sollecitato ulteriori approfondimenti, formalizzando al centro di Caltanissetta la richiesta di acquisizioni documentali proprio su Tornatore.
Non solo, a Roma, su richiesta della DIA di Caltanissetta, sarebbero partiti 11 provvedimenti funzionali all’acquisizione di rapporti finanziari intrattenuti da tale Shams Aldin Killi e Tornatore. “Approfondimenti – scrivono i PM – che portavano all’acquisizione di elementi del tutto privi di qualsivoglia interesse investigativo”.
E ancora: l’allora capo centro DIA di Caltanissetta, il colonnello Scillia, accogliendo le sollecitazioni del direttore “e interloquendo personalmente con il Montante”, in un appunto trasmesso al capo del II Reparto, trasmetteva notizie su Pasquale Tornatore allegando informative precedenti al 2012 e lamentando l’inerzia della Procura della Repubblica di Caltanissetta. Lo stesso Scillia inviava inoltre un appunto all’allora procuratore capo di Caltanissetta al fine di intraprendere attività investigative. Il colonnello avrebbe anche proposto agli uffici centrali nuovi accessi bancari e accertamenti su Tornatore.
“Pur in evidente assenza di qualsivoglia presupposto – si legge infine nell’avviso agli indagati – ed evidenziata la mancanza di elementi per l’applicazione di una misura patrimoniale, il capo della Dia continuava a proporre l’attivazione dei poteri delegati al sig. Direttore (già sollecitati in passato) nei confronti di Pasquale Tornatore”. Il colonnello Scillia più volte informo i Pm per attivare inchieste sull’imprenditore.
Fonte : Radio cl1