di Achille Colombo Clerici
Obiettivo della nuova strategia UE per il suolo: raggiungere entro il 2030 la neutralità in termini di degrado del suolo, vale a dire sanificare tanto suolo quanto ne è stato degradato dall’attività umana. In Italia nel 2019 abbiamo consumato 57 milioni di metri quadrati di suolo, al ritmo di 2 metri quadrati al secondo.
Si tratta di quello strato sottile che ospita un quarto della biodiversità del pianeta. La formazione del suolo è molto lenta, poiché sono necessari migliaia di anni per crearne pochi centimetri. A misura d’uomo il suolo è quindi una risorsa non rinnovabile.
Questa risorsa si sta drammaticamente degradando a livello europeo e globale. Erosione, perdita di materia organica, compattazione, contaminazione, salinizzazione, smottamenti e desertificazione hanno impatti negativi sulla salute umana, sugli ecosistemi naturali e sul clima, nonché sulla nostra economia.
Le cause principali imputabili all’uomo sono la deforestazione, il sovrapascolamento, le pratiche agricole e forestali non sostenibili, l’attività di costruzione e di impermeabilizzazione del suolo, nonché l’inquinamento da emissioni industriali, i depositi di aria o contaminanti presenti nei fertilizzanti o nei fanghi di depurazione applicati al suolo.
L’Agenzia europea dell’ambiente ha concluso che la mancanza di un quadro politico completo e coerente per proteggere la terra e il suolo è una lacuna fondamentale che riduce l’efficacia degli incentivi e delle misure esistenti e può limitare la capacità dell’Europa di raggiungere gli obiettivi futuri. Se non viene intrapresa alcuna ulteriore azione, sussiste un alto rischio che l’UE fallisca il suo Green Deal e gli obiettivi internazionali prefissati.
Si tratta di una delle finalità chiave degli obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS). Terreni sani producono cibo e materie prime, puliscono l’acqua potabile, riducono il rischio di alluvioni e immagazzinano enormi quantità di carbonio. La strategia esaminerà pertanto come proteggere la fertilità del suolo, ridurre l’erosione e aumentare la materia organica del suolo, tenendo conto degli impegni internazionali dell’UE. I cittadini, le organizzazioni e i soggetti interessati sono invitati a partecipare alla consultazione pubblica, che rimarrà aperta per 12 settimane, fino al 27 aprile 2021.