Leggere alcune pagine del libro di Palamara oltre a sviluppare un senso enorme di sconcerto, lascia davvero basiti e parecchio preoccupati. Fermo restando che assolutamente necessario non fare di tutta un’ erba un fascio, scorrendo le pagine del libro appare evidente che, per salvare la democrazia in Italia sarà necessario rivedere molte cose all’ interno della magistratura e porre fine al lobbismo delle correnti e delle roccaforti giudiziarie in mano a magistrati politicizzati e addirittura educati ad una sorta di “pulizia culturale” utile a scardinare chi non è di sinistro pensiero.
Questi concetti non sono frutto della frustrazione di chi magari ingiustamente ha svuto processi sulle spalle senza acer fatto nulla, sono esternazioni critiche che fa lo stesso Palamara dentro il libro scritto con il giornalista Sallusti. Ogni pagina di quel libro scuote l’ anima di chi ha sempre creduto nella democrazia e nella Costituzione.Palamara parla e documenta ciò che dice. Lo fa sapendo di non poter essere querelato . Sono tutte circostanze documentate e dettaglate da chat e email.
A pagina 92 del libro si parla del governo Berlusconi e del tentativo di riformare la giustizia. Palamara scrive:” dubito che oggi esista , un confine netto tra la leggitima difesa degli interessi della giustizia e l’ uso strumentale della giustizia stessaper i fini politici di una parte della magistratura , parte che trova nella sua corrente di riferimento , il Pd, un socio interessato.Magistratura democratica, la corrente di sinistra, ha avuto la mano libera per fare opposizione feroce a Berlusconi. ”
Nessuna difesa di Berlusconi.Ha già tanti avvocati e giornalisti utili alla sua causa. Il punto non è questo. Semmai , potremmo aver pena di tutti quelli finiti ingiustamente nei tritacarni di potere.
Il ragionamento è un altro: come si può avere fiducia in un magistratura che con le correnti , agisce come e peggio dei partiti politici , difendendo posizioni e poltrone? Leggendo il libro, si ha come l’ impressione che la magistratura si sia comportata come l’ ala militare di un sistema pronta al colpo di stato se al potere arrivare un nemico.Palamara sconfessa con i fatti tutti coloro che sostenevano la non complicità tra toghe e esponenti della sinistra e di quel Pd ,rigurgito del P C I. E i fatti elencati da Palamara lo dimostrano. Anche sua moglie, ad esempio, troverà lavoro facile alla Regione Lazio, alla corte di Zingaretti.
Questo asse di potere ,capace dì distruggere chiunque avesse avuto la presunzione di opporsi al sistema,rimane evidente da tanti episodi. Il sistema si serviva anche di giornalisti amici e di testate allineate. Probabilmente anche ben pagati tutti. Difficile pensare che qualche Pm vada ad indagare su possibili soldi in nero utili a finanziare certa propaganda. Leggendo il libro di apalamara qualche sospetto nasce.
Meglio indagare sui nemici del sistema e spesso inventarsi inchieste per farne dimenticare altre. Già, perché nel libro di Palamara si parla anche di questo. Si parla della tecnica del rumore più forte per distrarre l’ opinione pubblica su vergogne di palazzo che rigiardano magari ambienti econonici vicini al Pd. Guiai a quei giudici non allineati che si sono permessi di toccare apparati della sinistra lobbista e affarista. Erano gli intoccabili. Per gli altri valeva l’ obbligatorietà dell’ azione penale e la gogna mediatica come condanna sommaria. In Sicilia esiste un esempio evidente: si chiama Crocetta. L’ ex Governatore che si gode la sua pensione a Tunisi, è imputato in vari processi. Non è stato mai arrestato e qualcuno sta cercando di insabbiare tutto comprese le sue responsabilità condivise con qualche assessore su scandali come quello dei rifiuti e della sanità. E’ evidente , sul caso Crocetta, il gioco dei due pesi e due misure adotattato dal qualche procura. Un paladino antimafia anche se imputato va difeso sempre.
La Procura di Roma come luogo di potere.
Scorrendo le centinaia di chat del magistrato Luca Palamara, indagato per una presunta corruzione e il suo libro, l’impressione finale è che la magistratura lobbista abbia trovato nella Capitale la sede del papato. E che la stessa magistratura sia afflitta da una malattia. Definita cent’anni fa da Sigmund Freud “coazione a ripetere”, quella tendenza incoercibile e «del tutto inconscia a porsi» dice la Treccani «in situazioni penose o dolorose, senza rendersi conto di averle attivamente determinate, né del fatto che si tratta della ripetizione di vecchie esperienze». In altre parole, diverse toghe, talmente erano e forse sono convinti che il loro potere , come per il papa , è un lascito divino che non arrivano più ad accettare che il loro ufficio non è quello di esercitare potere ma di far rispettare le leggi. Leggi che non dovrebbero subire mai il condizionamento di apparati associativi come quelli descritti da Palamara