Il tanto vituperato Giulio Andreotti era solito dire :” il potere logora chi non ce l’ha”. Una frase che ha fatto discutere e farà ancora tanto discutere. Sui meccanismi di potere ci perse molto tempo anche Platone e nei secoli tanti altri. Nell’ era moderna le nuove teorie sul potere non sono poi cosi nuove. Semmai dovessimo definirle ” nuove teorie” ci verebbe molto difficile catalagoarle tra i contenuti accademici. La politica che si definisce “nuova” sa di un vecchio che neanche la più bella tra le carte da regalo potrebbe riuscire a nasconderne le rughe.
Ancora una volta la poltrona vince.Ancora una volta , il potere seduce ogni forma di idealismo. Il nuovo governo , nato per salvare l’ Italia, ci riporta indietro di molti anni. Chi non è giovanissimo si ricorda il Governo di solidarietà nazionale degli anni 70.
Nelle elezioni politiche anticipate del 1976, il Pci di Berlinguer doveva fare il botto. Non fu così. Non avvenne il “sorpasso” sulla Dc.I comunisti non superrarono la Dc, ma registrarono una decisiva avanzata elettorale. Il Partito Comunista ottenne il suo massimo risultato storico alle politiche, con il 34,4 per cento . La Dc arrivò al 38%. Il voto genero’ una condizione di ingovernabilità. Si giunse, infine, dopo tante trattative ,adun governo monocolore. Il nuovo governo era guidato da Giulio Andreotti e passò alla storia come “governo della non sfiducia”, a seguito di una delle solite arguzie linguistiche di Andreotti: «Ho pertanto proposto al Capo dello Stato la nomina dei ministri che oggi con me si presentano per ottenere la fiducia o almeno la non sfiducia del Senato e della Camera dei deputati». La non sfiducia fu la posizione di Berlinguer e compagni. Il Paese ,in quel periodo storico,era come adesso in un momemto difficilissimo. La grave crisi economica,il terrorismo e le attività mafiose stavano piegando il sistema. Dc e Pci iniziarono la fase del progetto chiamato ” compromesso storico ” voluto da Aldo Moro e che doveva portare i comunisti al potere. Moro venne fatto fuori dalla Brigate Rosse . Il progetto falli. La scelta del Pci, di sostenere anche con la ” non sfiducia” il Governo Andreotti, consierato da molti compagni integralisti, l’ uomo peggiore del potere democristiano e anche macchiato dal sospetto di gestire voti della mafia, costo’ molto cara al partito di Berlinguer. Da quel periodo iniziò la discesa inarrsstabile del consenso elettorale al Pci. Molti compagni non gradirono il sostegno alla Dc
Dopo tanti anni la storia si ripete. I protagonisti ovviamente sono diversi. Il concetto rimane uguale e la domanda anche : si può in nome del potere e della ” salvezza” del Paese accettare qualsiasi forma di accordo di Governo?
In teoria si . Succede in altre democrazie. In Italia tutto si può complicare. Le ragioni sono tante. Ad esempio, in molti paesi democratici la battaglia politica non passa dai palazzi di Giustizia e dai magistrati. Da decenni, una buona parte della politica di sinistra ha usato l’ arma della Giustizia per fermare gli avversari. Basterebbe ricordare Berlusconi. Sul vecchio presidente di Forza Italia e su altri leader di centro destra , si è detto e scritto di tutto. Su queste forze politiche le inchieste sono state decine e decine.Voti mafiosi, abili corruttori , tra le accuse politiche più conosciute. Per anni ,è passato il messaggio , supportato anche dal lavoro di alcune procure, che il marcio stava solo da una parte e che la purezza era solo a sinistra o nelle stelle.
Dopo il caso Palamara qualche dubbio di giustizialsimo politico rimane.Adesso, tutti insieme appassionatamente in nome della Pandemia ? E chi ci crede. In nome del Recovery di sicuro. Quindi dei picciuli. Tanti picciuli. Meglio stare al tavolo che seduti nella poltrona dell’ opposizione.
Si pregano i tanti “puri” e figli del “Dio della legalità a come mi conviene”, di risparmiarci offese e lezioni di ogni tipo.