La pandemia manda giù l’economia di tutta Italia. Non fa eccezione la Sicilia e neanche l’economia di Castelvetrano che dopo il bombardamento dovuto anche a varie inchieste antimafia, si trova sull’orlo del fallimento economico totale.
Le “tesserine gialle” in giro sono tantissime
Il reddito di cittadinanza , la prima “azienda” locale. Il reddito più diffuso e più discusso, alla popolazione castelvetranese, ha fin qui evitato il disastro totale. Un pannicello caldo che non potrà di certo coprire il disastro dell’economia castelvetranese
Nel giro di 15 anni, la città più intercettata del mondo, a causa del boss sempre introvabile, Matteo Messina Denaro, ha visto sparire decine di aziende e finire nel pozzo , migliaia di posti di lavoro . La città che-per anni -secondo le inchieste delle procure- è stata manipolata dalla mafia, oggi campa di assistenza. Escluso il ceto dei pochi nobili o borghesi ricchi, sono tantissimi i castelvetranesi che vivono di ammortizzatori sociali.
Sono decine e decine le aziende tolte ai mafiosi,. Aziende sorte per una economia, secondo i tribunali di prevenzione , viziata da affari facili e da diversi ” impre-prenditori” che avevano costruito fatturati sporchi. Un sistema che tra mafia e politica avrebbe alimentato gli interessi del super latitante.
Sulle aziende confiscata con sentenza definitiva rimane poco da commentare. La domanda invece da fare è un’altra: si potevano salvare e convertirle ad una economia legale? Con opportune gestioni i posti di lavoro potevano rimanere tali? I dati ufficiali dicono altro. La maggior parte delle aziende confiscate sono state gestite malissimo da chi doveva dare l’esempio. I fallimenti non si contano più e il degrado di molti beni è sotto gli occhi di tutti. Il caso Saguto docet?
In ogni caso, comunque la pensiate, rispettando ciò che scrivono i giudici nelle sentenze, la ratio della legge non era di certo quello di confiscare per distruggere. Castelvetrano con la sua storia economica degli ultimi 40 anni non è differente da tante altre realtà del sud . C’erano i comitati d’affari. E li si incontravano mafiosi, burocrati, politici e imprenditori. Si incontravano sapendo che i tribunali non sempre avevano la vista buona. Inchieste affossate o mai partite su intrallazzi e mafia si trovano ovunque . Poi la morte di Falcone e Borsellino, almeno sulla carta cambia qualche posizione. E’ anche vero che qualche furbetto, è anche riuscito a non farsi fregare dalle mani pesanti dello Stato, conservando la ricchezza illecita
Sorvolando in questo scritto delle diavolerie illegali del post terremoto, una delle stagioni peggiori , per l’economia locale e che merita di essere ricordata, fu quella della legge 488 .”S’addivirteru” . A Castelvetrano furono erogati soldi a pioggia tramite numerosi progetti realizzati da affermati professionisti. In quelle idee da finanziare ci troverrete di tutto. Non hanno inserito progetti per costruire le astronavi , forse perchè mancavano i piloti. In onor di verità , anche se poche, le aziende che hanno sfruttato questa legge per costruire realtà solide ci sono state e sono ancora aperte. Il resto è andato in malora. Basta guardare i fallimenti di quei progetti e quel che è rimasto in giro . Qualcuno i soldi li ha incassati solo per speculare. E la mafia stava a guardare?
Una economia a pezzi: tante chiacchere e pochi fatti
Castelvetrano città esempio in tutti i sensi. Paradossalmente, la città del boss amico di mafiosi e pezzi deviati dello Stato è un esempio unico di macerie. Tutti contro tutti : dai mafiosi di vecchio e nuovo calibro a quelli dell’antimafia di sistema che dovevano rappresentare il cambiamento, hanno lasciato solo macerie .
Castelvetrano fin ora, come “modus operandi” per la lotta alla mafia , è uno dei peggiori esempi. Attraverso la riconversione dell’economia e la sana gestione dei beni tolti ai mafiosi verso un sistema pulito, si poteva dare occupazione e sconfessare quel maledetto ritornello che dice: “la mafia da lavoro e lo Stato lo toglie“. La mafia non ha mai dato lavoro. Ha dato semmai reddito, per assicurarsi il consenso attraverso il bisogno di chi ha fame. “Cu ti runa a manciari chiamalu patri”. La dignità del lavoratore è altro. Il lavoro non è favore personale. Purtroppo, anche chi doveva essere dall’altra parte e quindi i rappresentanti delle istituzioni, alla fine ,ha usato il lavoro per gli stessi obiettivi: consenso per lavoro. Vi ricordate le raccomandazioni e i posti politici? Quanta gente è stata collocata in giro dalla politica per voti? Sono tantissimi e tra di loro pure molti “legalisti” dell’ultima ora
Il sistema di gestione dei beni confiscati è stato di basso profilo. Dopo 20 anni di arresti e confische , è drammatico ricordarlo, il boss è ancora libero e la città sull’orlo della miseria.
Viste anche le rovine di alcune aziende gestite dagli amministratori giudiziari, una profonda riflessione andrebbe fatta su come riconvertire le aziende tolte ai mafiosi. La miseria porta miseria. Castelvetrano sta pagando un prezzo altissimo e rimane ancora sede di una interminabile e dispendiosa guerra per l’arresto del boss. Arresto che ancora non arriva e che sta togliendo quella speranza a tanti castelvetranesi onesti
Il reddito ancora di salvezza ha evitato il peggio
A Castelvetrano i percettori di reddito di cittadinanza SFIORANO la quota 1600. Sono dati INPS non aggiornati . Potrebbero essere molti di più. L’incidenza è molto alta rispetto alla popolazione attiva. Per chi s’intende un pochino di economia e cerca di parlare la lingua della verità e non della facile strumentalizzazione, sa che mediamente questo reddito, NELLA RIDISTRIBUZIONE. va moltiplicato almeno per 3. Mediamente, ogni reddito erogato da possibilità di mangiare ad almeno 3 persone.
Conti alla mano, attualmente , senza considerare possibili furbetti, circa 6 mila PERSONE “CAMPANO” GRAZIE A QUESTO GETTITO. A questo gruppo di cittadini si devono aggiungere tutti coloro che vivono di disoccupazione e di altri ammortizzatori sociali. In sintesi, il popolo assistito , a Castelvetrano, supera il 60 % della popolazione attiva.
Non intendiamo immaginare cosa potrà accadere quando finirà ,se finirà, il reddito di cittadinanza e si sbloccheranno i licenziamenti. Si prevedono molti licenziamenti. Senza lavoro è difficile poter immaginare sviluppo e crescita sociale. Scagliarsi contro il palazzo comunale non serve. Sarà utile invece, una stagione di coesione sociale e di confronto costruttivo. Il baratro non è lontano.
Fonte: Inps- Documenti- Centro ricerche- Web