
I siciliani e la loro salute: servizi e costi tra pubblico e privato
In Sicilia la Salute, tra pubblico e privato ci costa quasi dieci miliardi di euro
LA SANITÀ PRIVATA IN SICILIA: 7000 POSTI DI LAVORO E PIÙ DI 4000 POSTI LETTO
Il Coronavirus sta mettendo alle corde il Sistema Sanitario Nazionale. Un sistema gestito interamente dalla politica. Politica che ha scelto di decentrare il servizio sanitario delegando quasi tutto alle Regioni. Il Sistema sanitario italiano, nonostante i tanti problemi è una rarità da difendere. Si basa sull’assistenza pubblica dovuta a tutti. In paesi come gli Usa, se non hai soldi per curarti puoi anche morire. Vige il sistema delle assicurazioni. Il sistema italiano va difeso. Così come è scritto .Va cambiata la gestione e unificare tutto in un unico centro di comando Nazionale. In primis, va tolto dalle mani dei politici regionali che lo hanno usato per fare incetta di voti: nessuno escluso. Deputati di tutti i colori hanno costruito le loro fortune sulle clientele sanitarie. Il sistema sanitario pubblico , negli ultimi anni ,ha anche subito forti pressioni dagli imprenditori sanitari privati che hanno sempre cercato di “puntare” più alle convenzioni che alle offerte sanitarie di libero mercato. Insomma, invece di stare sul mercato con la libera offerta, offrendo magari servizi di maggiore qualità, hanno preferito la confort zone delle pubbliche convenzioni . I politici con le costose convenzioni hanno avuto ruoli determinanti.
Un sistema costoso e con molti limiti
In Sicilia si spendono montagne di soldi per la salute eppure, molti cittadini sanno che non è semplice curarsi. Ad esempio: se devi fare un Tac ci sono diversi scelte , con il sistema pubblico devi aspettare mesi. Se vai dal privato convenzionato hai due possibilità: se vai con il ticket attendi anche due mesi se lo fai con i soldini basta aspettare 24 ore.
Un sistema, quello sanitario siciliano che non è sempre , per usare un eufemismo, “comprensibile”. Un sistema che ha già dimostrato in più occasioni fenomeni corruttivi importanti. Molto della corruzione sanitaria, su cui, per la verità, non si è indagato molto, sta spesso in questo strano gioco delle convenzioni e nelle grandi gare d’appalto. La legge, è giusto precisare consente le convenzioni. Non consente invece che l’interesse del privato prevalga sull’interesse pubblico e che i reparti si aprano o si chiudano per aiutare qualche amico dei politici di turno al potere. Il legislatore, nel suo operato , non prevedeva di affossare il sistema pubblico in alcune zone, a vantaggio di quello privato. Negli ultimi anni i potenti di turno hanno prodotto strane programmazioni , con strane interazioni nei territori ,tra pubblico e privato.
Un esempio è il Belice: contrariamente a tutti i pareri logici e scientifici ,si cerca di ridimensionare l’unica struttura ospedaliera pubblica presente , costata decine di miliardi delle vecchie lire a vantaggio di altra realtà. Solo una mera coincidenza ha privato l’area belicina , in piena emergenza covid , di preziosi posti di rianimazione
Sanità pubblica e sanità privata in Sicilia: un giro d’affari da oltre 9 miliardi di Euro all’anno
Ovviamente è lecito pensare che la mafia con la “cravatta” non poteva non “osservare” con interesse, un giro d’affari che vale miliardi di Euro. Eppure, qualche procura si è interessata poco agli strani magheggi di questo comparto , in termini di infiltrazioni mafiose. Ci sono inchieste in corso . E’ necessario attendere. Un settore quello della sanità dove sono troppi gli interessi in gioco. Quello che sta venendo fuori in Calabria è vergognoso. Interessa solo i calabresi? Noi non ci crediamo. Le raccomandazioni , i favoritismi , la corruzione e le clientele sono sotto gli occhi di tutti e non solo in Calabria. Poi ci sono le società private con tanti soci e manager. Ma quella è un’altra storia
Nella speciale classifica del Il Sole 24 Ore del 2019 ,Trapani e provincia sono al 93° posto per qualità dei livelli sanitari. L’ultima Rieti al posto 107
Costi e benefici del sistema sanitario siciliano
La spesa sanitaria incide per oltre il 70% sul bilancio delle Regioni, ma siccome la domanda aumenta la politica del risparmio taglia le prestazioni e aumenta il costo ticket a carico dei pazienti.
Sono 52 le strutture ospedaliere private in Sicilia, per oltre 4200 posti letto, ai quali si devono aggiungere i 413 delle sette Rsa presenti sul territorio. Sono alcuni dei numeri contenuti nel Primo bilancio sociale aggregato redatto dall’Aiop Sicilia, l’Associazione italiana ospedalità privata presentato a Palermo, sulla sanità privata regionale nella sede di Sicindustria.
Il dato è aggiornato al 2019.L’occupazione generata sfiora le settemila unità ed è strettamente legata al territorio, con l’83% dei dipendenti residente nella stessa provincia in cui lavora. Numeri considerevoli anche quelli relativi alle prestazione erogate dalle strutture: 185 mila quelle ospedaliere e 998 mila quelle ambulatoriali, corrispondenti al 23% del totale delle prestazioni sanitarie erogate in Sicilia, a fronte di un’incidenza della spesa della componente privata sul Sistema sanitario regionale del 12%. Una somma che sfiora il miliardo di Euro e che non tiene conto di tutto l’indotto privato al servizio dei grandi ospedali pubblici
La sanità siciliana , stranamente ,appare estremamente carente di personale sanitario, più in particolare di quello infermieristico: infatti, l’Isola dispone di una dotazione di personale sanitario pari a 104 addetti per 10 mila abitanti, al di sotto della media delle regioni italiane (122); maggiori criticità riguardano il personale infermieristico pari a 52 unità ogni 10 mila abitanti (contro una media nazionale pari a 65). La dotazione di personale ha risentito nel corso dell’ultimo decennio dei vincoli derivanti dai Piani di rientro: nel periodo 2008-2018 la Sicilia ha registrato una riduzione dello 0,9% medio annuo, mentre per l’intero Paese la contrazione è stata di mezzo punto percentuale in media ogni anno.
Al contrario, la dotazione in termini di numero di medici di medicina generale (cosiddetti medici di famiglia) e di pediatri di libera scelta ogni 10 mila abitanti era invece in Sicilia superiore alla media nazionale: infatti, nell’Isola si parla rispettivamente di 8,1 ogni 10 mila abitanti (contro una media nazionale di 7,1) e 11 ogni 10 mila abitanti (contro 9,9 mediamente in Italia).
Tra le principali voci di spesa, si sono ridotti in particolare i costi per gli acquisti di beni (pari a 1,4 miliardi di euro, il 2,2% in meno rispetto al 2018); mentre sono aumentati quelli relativi alla spesa farmaceutica convenzionata sostenuta dagli enti convenzionati e accreditati (613 milioni di euro, il 4,2% in più sul 2018). Nel corso del 2019 si sono ridotti anche i ricavi, con una flessione analoga rispetto a quella riscontrata in merito ai costi (-0,4%)
Infine, risulta inferiore rispetto alla media del Paese anche la dotazione complessiva di posti letto nelle strutture pubbliche: infatti, si parla di 228 posti ogni 100 mila abitanti, a fronte di una media nazionale pari a 277. Un deficit di tale portata solo parzialmente appare compensato dalla maggiore dotazione nel comparto privato: nel dettaglio, si tratta di 89 posti letto ogni 100 mila abitanti in Sicilia, a fronte di 72 in Italia. Il divario risulta meno accentuato considerando i soli posti letto in terapia intensiva: 8,4 in regione, contro 8,6 in Italia.
Fonte: QDS ; IL SOLE 24 Ore