“Sciacalli da guardia” è il titolo del cartoon, firmato dal vignettista Makkox, andato in onda venerdì 30 ottobre su Propaganda Live (La7), che denuncia gli effetti devastanti dei toni violenti e accusatori nel dibattito politico.
Soprattutto per una parte della politica italiana diventata portatrice attiva (e non sana, oggi potremmo dire positiva).
Le principali correnti di opposizione, Fratelli d’Italia (FDI) della Meloni e la Lega (Nord) di Salvini, sono i secondari protagonisti del corto, entrano in scena subito dopo le prime “battute”, ma è facile evincere che sono l’origine dell’attuale fenomeno di sciacallaggio sociale.
Il messaggio di critica è potente e plateale, ma non l’unico.
Gli attacchi mediatici che nell’ultimo periodo vengono rivolti alla destra dal pugno duro sono numerosi
Altrettanto accorato è il sostegno popolare riconosciuto a questi schieramenti.
I sondaggi (aggiornati al 30 ottobre 2020): parola all’opinione pubblica
Come si può vedere dai sondaggi riportati, la Lega continua ad essere il primo partito in Italia, nonostate il lento ma continuo sgretolamento del consenso conquistato precedentemente.
Fratelli d’Italia continua la sua scalata agli indici di gradimento, confermata peraltro dalla recente nomina del suo Leader Giorgia Meloni a Presidente del Partito Europeo Conservatori e Riformisti.
I numeri confermano che le forze di opposizione di Centrodestra godono di un vantaggio preferenziale rispetto alla coalizione di maggioranza in Parlamento.
Sono dunque più abili e recettive nell’ interpretare le esigenze della popolazione.
Ad oggi il Governo appare ancora impreparato nell’affrontare la pandemia mondiale.
Non sembra avere una vera e propria strategia per tutelare le fasce della popolazione colpite dal lockdown, nonostante le continue consultazioni con le Amministrazioni Regionali e con il Comitato Tecnico Scientifico.
Sfortunatamente non c’è una risposta immediata da dare al Paese, è in questo clima che l’opposizione rampante ha trovato la sua risposta, nell’interpretazione del malessere popolare.
Interpretare l’umore di un Paese che ha perso i riferimenti, le certezze, la stabilità.
Farlo nei gesti, nei toni, nei titoli di giornale, soprattutto in quelli dissenzienti (perché i capitani e i combattenti per esistere hanno bisogno di nemici).
Interpretano un copione, portando in superficie la rabbia di un tessuto sociale provato dalla precarietà nel lavoro, dalla sfiducia nelle istituzioni, dall’ inadeguatezza di un sistema scolastico, assistenziale e sanitario che deve fronteggiare una pandemia mondiale.
Un copione facile da ricordare fatto di pochi passaggi e semplici regole.
1. Se non c’è una soluzione, ci saranno pur sempre dei responsabili.
Il Governo è colpevole di esasperare la gravità della situazione, basta lockdown, non c’è alcun bisogno di evitare gli assembramenti e di indossare la mascherina.
Chi scrive i decreti non ha consapevolezza delle conseguenze dei provvedimenti assunti.
2. Salire sempre sul carro del vincitore.
Impersonare l’uomo al comando, pronto a prendere tutte le decisioni, l’impavido a cui nessuno può dire di no.
Insieme alle molteplici problematiche legate al Covid-19, la questione razziale e di genere si trova al centro delle polemiche del nostro paese.
Mentre Trump (che oggi vede i sondaggi sulle presidenziali avversi), nega la criticità del livello dei contagi negli Stati Uniti e colpevolizza la Cina, Salvini sfila alle parate e scatta selfie senza mascherina.
Mentre l’America si unisce al grido di #BlackLivesMatter contro gli abusi delle forze dell’ordine, in Italia starebbero sbarcando migranti positivi che infetteranno il Paese e compiranno attentati.
3. Argomentare poco, con frasi ad effetto e con un font effetto MEME
Il dibattito politico si svolge per la maggior parte del tempo attraverso i social, con toni accusatori e taglienti.
Le immagini parlano più delle parole, poche e di pancia, per parlare al cuore dell’elettorato.
Si prestano ad un consumo veloce, danno l’impressione di informare mentre disinformano.
Creano una percezione superficiale a discapito di un’approfondita comprensione.
Condivisione contro immunizzazione
Questo tipo di comunicazione, non vive di contenuti propri, dipende dal livello di interazione che genera, dalla capacità di diffondersi nel tessuto sociale.
Ognuno fa la sua parte in questo processo, condivide messaggi e trasporta valori, come fanno i globuli rossi con l’ossigeno, influenzando il funzionamento di un organismo.
Il nostro sistema sociale oggi si sta ammalando, di rabbia, di incomunicabilità, di paura.
I commenti scritti di getto, gli insulti e l’intolleranza sono sintomi di un Paese che sta cambiando la propria visione.
Smettiamo di trasportare la rabbia sui social e nel mondo reale, diventiamo anticorpi.
L’unità nazionale,il senso di appartenenza non fanno parte del genoma italico. Si attacca tutto e tutti per avere più visibilità. Un po’ come certi programmi spazzatura in tv che fanno audience mentre altri ,molto più interessanti,vengono sacrificati sull’altare mediatico. Diciamocelo chiaramente: la cultura, quella vera, non si acquisisce solo con i titoli accademici ma fa parte di un bagaglio ben più ampio di virtù ormai in disuso!
Saluti .