“Trattativa Stato-mafia su scarcerazioni”, denuncia pentito Mutolo finisce in Antimafia
La “trattativa Stato-mafia dietro le scarcerazioni dei boss mafiosi per il coronavirus”?
Anche questa scarcerazione di boss al 41 bis finisce per inquinare la politica e le istituzioni. Sulle scarcerazioni del 1993 volute dall’ex ministro Conso si è scritto e detto di tutto. Dopo molti anni, la questione delle scarcerazioni, stavolta per motivi sanitari, scuote nuovamente i palazzi del potere. Mutolo afferma che la trattativa non è mai finita. Anche con il Governo a guida 5 Stelle?
E se è veramente così, Bonafede e compagni, non si è accorto di nulla? O anche stavolta Berlusconi ne saprà qualcosa? L’uscita di Mutolo sa molto di difesa di un sistema giudiziario che ha pensato più ad autocelebrarsi,a generare il pentitismo modulabile a ghettizzare chi non condivide le loro scelte e a dividere le istituzioni, piuttosto che muoversi sulle piste della verità e della giustizia limpida. Solo la verità sa di profumo. La menzogna è peggio dell’acqua di fogna. Quindi, secondo Mutolo, Bonafede e questo Governo avrebbero avallato una specie di trattativa secondo atto? E quali sono i motivi che avrebbero spinto Basentini , Bonafede e tanti magistrati di sorveglianza a piegarsi? Mutolo lo dovrebbe spiegare bene. Il magistrato Di Matteo, persona di tutto riguardo non ha bisogno di Mutolo per difendersi
La denuncia del pentito di mafia Gaspare Mutolo, ex uomo di fiducia del boss Totò Riina, approda alla Commissione nazionale antimafia che, come apprende l’Adnkronos, “non esclude di aprire un’istruttoria” sulle parole, gravi, del collaboratore di giustizia che, grazie alle sue dichiarazioni, ha fatto arrestare decine di persone raccontando i retroscena della mafia degli anni Ottanta.
Oggi, in una intervista esclusiva all’Adnkronos, il pentito Mutolo, che nel 1991 decise di collaborare con il giudice Giovanni Falcone, ha spiegato che, a suo avviso, le scarcerazioni dei boss mafiosi “fanno parte della trattativa tra Stato e mafia”. E adesso la Commissione antimafia, presieduta da Nicola Morra, da sempre molto attento all’argomento sulla trattativa tra Stato e boss, potrebbe aprire “verosimilmente” un’istruttoria per fare chiarezza sulle parole del collaboratore.
“E’ stata la prima cosa che ho pensato quando ho letto delle scarcerazioni dei boss – ha spiegato Mutolo dalla località segreta in cui vive -. Cioè, che ci potevano essere ancora quei patti anche se fatti in ritardo. Basti pensare a quello che sta facendo Giuseppe Graviano dal carcere. Lancia segnali con le sue dichiarazioni nel processo di Reggio Calabria. Prima non sarebbe stato immaginabile”. “Fa tutto parte della stessa strategia – spiega ha spiegato ancora lo storico collaboratore di giustizia – la trattativa tra Stato e mafia non è mai finita. Vedrete…” e ha definito le scarcerazioni dei boss mafiosi “una vergogna”. “Lo Stato ha perso, ma non adesso. Ha perso tempo fa, quando ha avviato la trattativa con Cosa nostra che continua tuttora”, ha detto Mutolo, ex picciotto di Cosa nostra, con ventidue omicidi alle spalle.