Giannini e la sfida sinistra di cambiare un giornale che gli assomiglia poco
Gran lavoratore e di sinistra in un giornale che di sinistra non è. La famiglia Agnelli torna a gestire molte testate giornalistiche
A valle, cioè ieri pomeriggio, mentre arrivavano le indiscrezioni dal cda del gruppo Gedi sulle nomine – con Massimo Giannini alla direzione della Stampa al posto di Maurizio Molinari, Molinari alla direzione di Repubblica al posto di Carlo Verdelli e Mattia Feltri all’Huffington Post – l’ex vicedirettore di Repubblica e finora direttore di Radio Capital Massimo Giannini naturalmente non twittava, ché si era nel bel mezzo dell’ufficiosa rivoluzione suddetta, per giunta tra fase 1 e fase 2 dell’emergenza Coronavirus. Ma prima che la questione nomine imperversasse nei dibattiti su WhatsApp, e dunque a monte, cioè ieri mattina, Massimo Giannini, ancora direttore di Radio Capital, aveva pubblicato su Twitter, come fosse un giorno normale, il podcast dell’intervista a Claudio Amendola, l’attore, ospite a “Circo Massimo”, trasmissione seguitissima del mattino. “Mi sono rotto”, diceva Amendola, “non ne posso più di sentire che andrà tutto bene”. E, come fosse un giorno normale, Giannini aveva anche twittato un articolo sul fondo Ue, argomento consueto per lui, in origine e per sempre giornalista economico, fin dai tempi in cui era considerato uno degli “Ezio Mauro boy”, delfino dell’ex direttore di Rep., e dirigeva anche il supplemento di Rep. “Affari e finanza”.
E però, nel 2016, proprio quando tutti si aspettavano un avvicendamento Ezio Mauro-Massimo Giannini alla direzione di Rep., a Rep. arrivò l’avvicendamento Ezio Mauro-Mario Calabresi, già direttore della Stampa. E il cerchio mai si chiuse, in realtà, e forse non si chiude neanche oggi che Giannini va alla Stampa. E insomma, per anni, ci fu chi si interrogò sul perché e il percome, e sullo sfondo si ventilavano anche presunti dissapori Giannini-Fiat, tanto che oggi, ad alcuni, pare un gioco della Nemesi, la nomina di Giannini al vertice del quotidiano torinese, a lungo simbolo della Fiat.
Fonte: Il Foglio