L’omicidio dell’avvocato Enzo Fragalà, arrivano quattro condanne e due assoluzioni
„La Corte d’Assise presieduta da Sergio Gulotta accoglie solo in parte le tesi della Procura e ritiene credibile la versione di uno degli imputati, Antonino Siragusa, al quale i pm non hanno invece mai voluto dare credito. Fu un delitto di mafia. Totalmente scagionati Francesco Castronovo e Paolo Cocco“
L’omicidio dell’avvocato Enzo Fragalà, arrivano quattro condanne e due assoluzioni
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uattro condanne e due assoluzioni per l’omicidio dell’avvocato Enzo Fragalà, massacrato a bastonate sotto il suo studio, in via Turrisi, di fronte al palazzo di giustizia, il 23 febbraio di dieci anni fa. La prima sezione della Corte d’Assise, presieduta da Sergio Gulotta, ha accolto solo in parte le tesi della Procura: fu un delitto di mafia, ma la ricostruzione corretta dei fatti non sarebbe quella fornita dal collaboratore di giustizia Francesco Chiarello, ma quella invece di uno degli imputati, Antonino Siragusa, al quale però i pubblici ministeri non hanno mai creduto.
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Per i sei imputati, tutti legati al clan di Porta Nuova, il procuratore Francesco Lo Voi, l’aggiunto Salvatore De Luca ed i sostituti Francesca Mazzocco e Bruno Brucoli avevano chiesto l’ergastolo. I giudici hanno invece inflitto 30 anni ad Antonino Abbate, 24 anni a Francesco Arcuri (difeso dall’avvocato Filippo Gallina), 22 anni a Salvatore Ingrassia e 14 anni proprio a Siragusa, al quale è stata riconosciuta la speciale attenuante prevista per i collaboratori di giustizia. Del tutto scagionati, invece, Paolo Cocco e Francesco Castronovo (difesi dagli avvocati Rosanna Vella, Edi Gioè e Debora Speciale).
Sono state anche riconosciute delle provvisionali alle parti civili: 370 mila euro in tutto alla famiglia Fragalà, difesa dagli avvocati Enrico Sanseverino ed Enzo Tarantino, 25 mila euro sia al Consiglio dell’ordine degli avvocati che alla Camera penale (rappresentati dagli avvocati Cesare Faiella e Giuseppe Scozzola), 10 mila euro al Consiglio nazionale forense, difeso dall’avvocato Antonio De Michele, 7 mila euro al Comune di Palermo (difeso da Giovanni Airò Farulla) e 5 mila euro alla fondazione Caponnetto, rappresentata da Alfredo Galasso.
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