In Appello vine annullata la confisca dei beni dell’ex vicepresidente regionale dell’Ance, Pietro Funaro originario di Santa Ninfa. Accusato di collusione con esponenti mafiosi di Trapani, attivo nel settore edile soprattutto nel settore dei lavori appaltati da enti pubblici in Sicilia. Il provvedimento e’ stato emesso nel pomeriggio di ieri dai giudici della sezione misure di prevenzione della corte d’Appello di Palermo.
In primo grado , nel 2018, i giudici di Trapani avevano disposto la confisca dei beni per un valore di 20 milioni di euro e una misura di prevenzione personale, anche questa annullata dal giudizio d’Appello. Il sequestro venne eseguito nel 2014 da polizia e guardia di finanza, dopo che il nome dell’imprenditore era emerso nel corso di alcune operazioni antimafia. Secondo i pm Funaro era uno canali finanziari del boss Vincenzo Virga, al pari di altri imprenditori il cui patrimonio e’ stato sequestrato e confiscato come Vito Tarantolo, Vincenzo e Francesco Morici.
Nell’ambito del procedimento di prevenzione attivato su proposta del Questore di Trapani , Carmine Esposito(sotto inchiesta per il Caso Montante) in data 19.06.2014, a Funaro vennero sequestrate le aziende per un valore di 20 milioni di Euro. Il provvedimento, disponeva l’applicazione della misura di prevenzione personale e patrimoniale della confisca di svariati beni immobili, autovetture, un’ imbarcazione, conti correnti e società, beni sequestrati anticipatamente nell’ambito di tale procedimento ed aventi un valore stimato di circa 20.000.000 di euro
Fonte: Grandangolo Agrigento