Le parole dopo l’arresto di Giuseppe Costa, coinvolto in un operazione della Dia a Palermo. «Sta infangando la nostra storia, deve pentirsi e raccontare tutto ai magistrati. Sta rovinando anche i suoi figli»
Adesso inginocchiati tu, Pino, mio Caino, fratello traditore. Inginocchiati davanti a Dio e agli uomini. Chiedi perdono. E pentiti raccontando tutto quello che hai visto e sentito tra i mafiosi. Svela i nomi e gli sporchi affari di chi ti sei ritrovato vicino, stando ad accuse che sono palate di fango sulle nostre vite…». Dopo una notte insonne, le gocce, il colloquio con uno psicologo, la pressione che balla e la testa che scoppia, ecco Rosaria Costa reagire contro il fratello finito in carcere perché associato ai boss dell’Arenella e di Vergine Maria. Le borgate frequentate da bambina. Quel pezzo di Palermo da dove era fuggita via sposando a vent’anni Vito Schifani, uno degli agenti dilaniati nella strage di Capaci. Trent’anni dopo, nella sua nuova casa in Liguria, tutto avrebbe immaginato Rosaria, un figlio capitano della Guardia di Finanza, tranne di ritrovarsi col fratello Giuseppe, Pino per amici e parenti, in cella per associazione mafiosa.
Fonte: Corriere