Riceviamo una nota dei legali del Colonnello Zappalà in merito ai fatti che nell’aprile scorso avevano portato agli arresti del colonnello della DIA di Caltanissetta Marco Zappalà, dell’ex sindaco di Castelvetrano, Antonio Vaccarino, e dell’appuntato scelto Giuseppe Barcellona.
I legali Salvatore Silvestro e Claudio Gallina Montana, con la loro nota dichiarano di avere chiesto l’assoluzione per il proprio assistito, il Colonnello Zappalà, che è accusato di istigazione ad accesso abusivo al sistema informatico e rivelazione di segreto d’ufficio sostenendo che a causa delle dichiarazioni dell’appuntato Barcellona gli sarebbe stata negata la scarcerazione fin da subito.
Brevemente, anche se abbiamo già scritto in merito, i fatti si riferiscono ad una parte di una intercettazione che sarebbe finita nelle mani di Vincenzo Santangelo tramite il Prof. Vaccarino che a sua volta avrebbe ricevuto la stessa da una mail inviata dal colonnello Zappalà ma a tal proposito i legali dichiarano che la suddetta mail è stata inviata dall’account del Colonnello proprio mentre questi si trovava presso l’abitazione del Prof. Vaccarino per un colloquio istituzionale e autorizzato come tutti gli altri incontri avvenuti tra i due, resta pure l’incongruenza del fatto che la mail sia stata spedita proprio mentre i due si trovavano assieme, inoltre non è stato mai verificato l’indirizzo ip di partenza e purtroppo non più verificabile in quanto secondo le vigenti normative i server dopo 12 mesi cancellano i dati in memoria.
Oltretutto la mail in questione non conteneva nessun dato riferito al latitante Messina Denaro ma solo di un colloquio telefonico tra due soggetti che parlavano del funerale di Lorenzo Cimarosa e del trattamento riservato dall’agenzia funebre di Vincenzo Santangelo.
Questa mail risulta anche inviata due volte di seguito e se il colonnello si trovava a casa del Prof Vaccarino, allora chi è stato ad inviarla?
Dichiarano in merito i legali:
“l’ufficiale ha dichiarato di aver subito vari tentativi di accesso al proprio account da parte di dispositivi sconosciuti, inizialmente autorizzati poiché scambiati per falsi alert”.
Continua la nota:
“per la dazione periodica di atti riservati al Vaccarino” non è risultata “alcuna traccia in due anni di attività d’indagine che, unita ad alcuni mancati riscontri, ha portato all’arresto di un ufficiale da sempre in prima linea nella lotta al crimine organizzato e non, molto stimato e ben apprezzato da superiori gerarchici e collaboratori”.
Si conclude la nota con le minacce di morte ricevute dal colonnello durante la detenzione al Pagliarelli: “a causa delle minacce di morte ricevute durante la detenzione al “Pagliarelli” di Palermo, dopo che la sua reale identità veniva scoperta: ciò sarà oggetto di dettagliata denuncia alla competente A.G.”
Maurizio Franchina