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La proposta di legge promossa dal partito radicale a favore di chi subisce le ingiuste detenzioni
“Quel “patto” tra giustizialisti , politici di potere e magistrati di posizione trova la prova dell’esistenza . Chi viene rovinato dalla “Giustizia sbagliata” non è meno distrutto di altri che subiscono altre forme di violenza. Se non si prova la malagiustizia e la gogna mediatica solo per volontà dell’accusa non si può mai comprendere il male che possono fare a chi subisce un torto giudiziario”. Non tutti i Pm agiscono in modo superficiale. Ci sono molte toghe che hanno rispetto per la dignità umana e prima di sbattere in galera gli indagati ci riflettono. Altri, invece, sono come Nerone. Pur di dimostrare le loro ragioni mandano al rogo chiunque. A monte di questo ragionamento ci sono anche alcune leggi sbagliate. Cercare la verità , è una virtù , la facile strumentalizzazione un brutto vezzo. Avere il coraggio di criticare i magistrati che escono fuori dai loro confini o che non rispettano la legge, non può essere motivo di paura. Se questo accade ,significa che la democrazia è in pericolo. Il pensiero va a Pino Maniaci di Tele Jato che sta subendo un processo per avere scassato i cabbasisi ad un giudice che attualmente è in attesa di giudizio. Maniaci è stato sotto posto a misura cautelare e gogna mediatica
Molinari, capogruppo alla Camera: “le scelte erronee fatte dal passato dai partiti possono essere corrette: ogni partito si è macchiato di giustizialismo becero. Nel mio partito in base alla classe sociale della persona che viene toccata, la sinistra lo ha usato per attaccare qualche avversario politico. Quindi quando è arrivata la proposta di legge l’ ho subito fatta firmare dai colleghi, perché alla base c’è un tema: ragionare su quali sono i valori che non possono essere intaccati a prescindere dalla stagione politica che si sta vivendo”.
Per Italia Viva è intervenuto l’onorevole Roberto Giachetti: “penso che questo Paese sia malato di giustizia come diceva Pannella. Oltre alla responsabilità civile dei magistrati, occorre interrogarsi sulla progressione di carriera dei magistrati che hanno commessi gravi errori in passato. Si tratta di un problema culturale: se qualcuno viene coinvolto in una indagine si pensa che egli debba dimostrare la propria innocenza e invece sono altri che devono provare la colpevolezza. Si crea purtroppo una torsione culturale e giuridica”.
Ispiratore della proposta di legge è stato l’avvocato Giuseppe Rossodivita, membro del consiglio generale del Partito Radicale: “non va sottovalutata la portata di questa proposta in termini di informazione e cultura.
Ci sono magistrati che sono diventati delle vere star, come il dottor Davigo, che non rappresentano tutta la magistratura. Ormai sono sempre nei salotti televisivi: un magistrato non ha bisogno di fare questo, di cercare potere e consenso popolare. Questo è anche responsabilità della politica che non ha la forza di fare riforme sull’obbligatorietà dell’azione penale, sui magistrati fuori ruolo.La politica non ha il coraggio di nominare neanche gli avvocati nei vertici apicali come nei Gabinetti o al Ministero. La strada è quella di Marco Pannella: non avere scheletri nell’armadio e puntare verso le riforme”.
Il senatore leghista Andrea Ostellari, presidente della Commissione Giustizia, ha annunciato che la proposta di legge è stata depositata ieri mattina in commissione a Palazzo Madama. Ha chiuso gli interventi politici l’onorevole Enrico Costa di Forza Italia, autore del ddl per cancellare la riforma Bonafede sulla prescrizione, e co-firmatario della proposta di legge: “il tema delle ingiuste detenzioni è legata a diverse temi, tra cui il processo mediatico. È inaccettabile l’uso che fanno le procure e gli inquirenti delle conferenze stampa con video, immagini, intercettazioni neanche mai vagliate e periziate. Il rapporto particolare tra stampa e magistratura crea un marchio sugli indagati e la presunzione di innocenza viene vanificata. Parte della responsabilità è anche di alcuni politici che quando sanno che un collega è stato raggiunto da un avviso di garanzia dicono ‘siamo garantisti ma…’: il ‘ma’ non deve esistere. Il tema della ingiusta detenzione è legato anche alla disinvoltura nell’applicare la custodia cautelare”.
Durante la conferenza sono stati forniti ai giornalisti alcuni dati: le misure cautelari emesse nel 2018 in 136 tribunali ammontano a 86.697, con un incremento del 16% rispetto al 2017. A seguito degli episodi di ingiusta detenzione, sono state effettuate solo 16 rilevazioni di illecito disciplinare a carico dei magistrati coinvolti, di cui 4 terminate con assoluzione e 7 ancora in corso. Presenti alla conferenza anche la senatrice Stefania Pucciarelli, presidente della Commissione diritti umani, Rita Bernardini di Nessuno Tocchi Caino, Benedetto Lattanzi e Valentino Maimone di Errorigiudiziari.com, e Francesca Scopelliti, compagna storica di Enzo Tortora che ha concluso: “parlare di innocenti che non vanno in carcere nel Paese di Enzo Tortora significa o non conoscere il proprio Paese o essere in malafede”.
Fonte :Il Dubbio