SILVANA SAGUTO FECE DOMANDA PER MILANO DOVE VOLEVA PIAZZARE IL FIGLIO CHEF PRESSO UN NOTO RISTORANTE
L’ex giudice Saguto, nell’autunno del 2015, aveva cominciato a sentire “puzza” di bruciato e voleva andare via da Palermo.
E’ stata consigliata da qualcuno dei suoi ex colleghi ?L’ex presidente, decise da sola di lasciare la Sicilia?
A Milano, ci voleva andare la Saguto. E come suo solito, oltre a sistemare le sue cose professionali, doveva dare un posto di lavoro al figlio. Il suo obiettivo era “sistemarlo” come chef. Secondo una ricostruzione giornalistica documentata, con i favori dell’amico avvocato, sognava di trovare un posto comodo per il figliolo chef nel capoluogo lombardo.
E nella “capitale morale”, mentre attorno a lei divampava l’inchiesta di Caltanissetta e decideva di lasciare l’amara Palermo, piantava la bandierina dei suoi desideri.
Tra la fine di settembre e i primi di ottobre del 2015, il magistrato antimafia Silvana Saguto compila due domande per diventare presidente di sezione o magistrato della corte d’appello a Milano mostrando una salda sicurezza nella sua innocenza. Lei era sicura. Si sentiva protetta dai suoi colleghi palermitani. Tramite i suoi amici giornalisti del Giornale di Sicilia nel settembre dello stesso anno afferma: “Gestione dei beni mafiosi, inchiesta sul magistrato Saguto. La replica: “Non ho dubbi sul mio operato”. E’ il titolo che GDS pubblica
Il curriculum brillerebbe per titoli e meriti
La Saguto vanta una lunga esperienza. Lei si sente tranquilla, nonostante tutto e pensa che non potrà essere attaccata. Presenta la domanda. Non teme neanche il Csm che aveva già ipotizzato di sospendere dalle funzioni e dallo stipendio l’ex presidente della sezione misure di prevenzione del Tribunale di Palermo. Induzione, corruzione e abuso d’ufficio: la Procura di Caltanissetta , le ha già fatto sapere che le contesta di avere affidato all’avvocato Cappella Seminara gli incarichi più redditizi in cambio di favori, oltre che di aver fatto per tre anni la spesa in un supermercato sequestrato, pagando di tanto in tanto, e avere usato la scorta per comprare frutta, verdura e filo interdentale. In un’intercettazione agli atti, Saguto chiede all’avvocato Seminara, amministratore dei più grossi patrimoni mafiosi a Palermo, di cercare anche un ristorante milanese dove far lavorare il figlio cuoco. Altre porcherie sono state evidenziate dal servizio messo in onda dalle IENE.
Difendere e difendersi dagli oppositori. Il sistema non si doveva toccare. Picciuli ne giravano tanti. Anche con l’uso di inchieste giudiziarie mirate a colpire chi ,avesse solo osato criticare il sistema . Tutto si doveva proteggeree senza esitare. L’arma dell’accusa di mafia è potente per distruggere gli avversari. E questa infame arma, purtroppo, è stata spesso usata.
Oltre alla corruzione alla concussione o altri reati che spetta ai tribunali verificare come grado di colpevolezza , è questo modus di operare che offende la Democrazia italiana. Un “metodo” tribale che ricorda l’inquisizione e da condannare a prescindere. Usare la “Giustizia” come arma per colpire innocenti è gravissimo. Altri indagati, con reati simili o meno gravi, hanno conosciuto le patrie galere da indagati. Subito in galera ! In attesa di sentenza, il carcere.
Alla Saguto e ai suoi “compari” imputati, questo “trauma” è stato pure risparmiato. Con accuse tipo:corruzione, concussione o associazione a delinquere sono scattate, per poveri mortali, le manette e per molti casi .
La richiesta di trasferimento che sa di faccia tosta
Nonostante le indagini avviate dalla Procura di Caltanissetta, “guarda caso” ,il CSM ,aveva comunque dato l’ok per il trasferimento. Strano? In Italia no. Come è risaputo, un avviso di garanzia non è una condanna. L’atto del CSM si può, in parte, “comprendere”. O forse no?
Anche in questo caso la Saguto si sentiva “sicura” e “garantita” dalle sue reti di protezioni. “A Palermo non ci torno più – aveva dichiarato il magistrato dopo che il Csm ha accolto la sua richiesta di trasferimento – Non ci lavorerò mai più, né mai più mi occuperò di misure di prevenzione… Forse abbiamo dato troppo fastidio e hanno voluto fermarci. Non so quanto i colleghi di Caltanissetta e i finanzieri se ne siano resi conto”.
Le indagini hanno dimostrato altro. I riscontri investigativi, oltre alle intercettazioni hanno ,addirittura , portato Lei e i suoi amici al processo attualmente in corso. Rispettando la presunzione d’innocenza, cosa che, Saguto e il cerchio magico dell’antimafia a Lei collegato, non hanno mai fatto scannando, senza pietà alcuna, gli indagati ,molto prima delle possibili sentenze di condanna, di questa vicenda le cose non chiarite sono tantissime .
La vicenda Saguto, ancora oggi, lascia molti lati oscuri e non chiariti dalle indagini.
L’ex presidente della sezione misure di prevenzione, non è certamente una “fessa” e non avrebbe mai giocato da sola con il “fuoco” senza avere le opportune garanzie. Del resto, la sua speciale arroganza ,venuta fuori dalle intercettazioni, può essere spiegata anche dal comportamento dell ‘ex Prefetto di Palermo, Cannizzo che nella trasmissione Le Iene,mandata in onda su Italia 1 ,affermava: ” Tu Silvana, non guardi in faccia nessuno , ti sei fatta troppi nemici.Tu devi scomparire come stampa:ci pensiamo noi a proteggerci. Noi siamo le istituzioni, ne parlo con Pignatone il quale, secondo me ,sarà sulla stessa linea“. Quale linea? Il solo citare il nome dell’ex Procuratore della Repubblica di Roma ci impone una ferma riflessione:che ci azzecca Pignatone in tutta questa storia? Non si occupava più di Palermo da anni. Perchè la Cannizzo chiede consulenza proprio a Lui?
E la risposta di Pignatone è arrivata? Cosa ha saputo, l’ex capo della Procura di Roma su questa vicenda? E sopratutto, cosa “ha consigliato” all’ex prefetto di Palermo ? I dubbi , su questa assurda vicenda dove sono coinvolti, purtroppo , come dimostrato dalle intercettazioni ,anche famosi giornalisti siciliani, piegati al volere della Saguto e non al dovere della libera cronaca , aumentano e i misteri anche. Sapremo mai la verità su quanto accaduto e su tutto il cerchio magico gestito dall’ex magistrato ? Solo la magistratura che sta indagando potrà dare una risposta a queste preoccupazioni
Fonte: blog documenti giustizia, Iene