Superato il momento di crisi per il “caso Palamara”, il Partito dei Magistrati marcia compatto e secondo un piano coltivato da tempo alla conquista del potere politico, favorito dalla condizione di menomazione intellettuale e di disorientamento storico-politico di un po’ tutto l’insieme dei partiti e partitini della nostra Repubblica.
La questione è di estrema gravità e complessità. Non si può certo esaurirla con poche righe di questo nostro senile arrancare in difesa delle libertà fondamentali e delle istituzioni degne del nome repubblicano.
Il colpo che il “caso Palamara” ha inflitto al sistema “correntizio” dell’assetto del potere giudiziario, ha fatto sì che la parte più attrezzata sui problemi del rapporto tra funzione politico-amministrativa e attività giudiziaria abbia alzato la testa. Ed oggi rivolga una esplicita minaccia a chiunque osi criticare questa sua pretesa di sopraffazione.
Il Partito dei Magistrati ha saputo profittare degli scontri da operetta tra le stesse componenti della cosiddetta maggioranza governativa, per riaffermare il potere delle toghe di controllo e di supervisione anche della politica che solitamente era loro finora sempre sfuggita.
Un caso di supponenza e di ignoranza del diritto come quello del preteso “sequestro di persona mediante rifiuto di ospitalità” della Nave Diciotti ha segnato un momento cruciale in questa espansione del potere togato sulla politica, sul Governo ed il Parlamento.
Intanto il livello dello squadrismo giudiziario, del terrorismo con il quale, qua e là per l’Italia il P.d.M. si impone alla massa di coloro che danno il loro contributo alla attività delle amministrazioni locali dei partiti e dello stesso Parlamento, non si abbassa affatto e diventa ancor più impudente e, quindi più temuto.
Non c’è più molto tempo per organizzare una difesa efficace, serrata e giusta di fronte a questa attività predatoria del potere giudiziario su quello esecutivo e legislativo.
Poco tempo che le marionette dell’antipolitica e delle “nuove” forze politiche sprecano senza prudenza e senza ragione.
Credo che sarebbe il momento per un grande e serio convegno per la difesa delle istituzioni libere dall’assalto giudiziario. L’opinione pubblica sente la questione più dei tanti pretesi uomini politici, più dei partiti, più delle stesse vittime di certe indecenti operazioni.
Cari Amici, che aspettiamo???
Mauro Mellini
03.12.2019