I dazi USA di Trump rovineranno l’Italia.
In rovina, si prevede, andranno quanto prima i produttori (capitalisti, lavoratori, imprenditori dell’indotte) del cacio, parmigiano e pecorino. Si salveranno, per ora quelli dell’olio di oliva e del vino spumante, prosecco etc.
Ma simili stangate non possono che non colpire l’intera Nazione. Che così si godrà quella “sovranità” che gli imbecilli che si è scelto a rappresentarla, hanno scoperto consistere nell’abolizione di quel tanto di libero scambio che ci diedero il “miracolo economico” e la nostra promozione in prima classe nell’economia europea e mondiale.
Oramai queste sono le notizie prevalenti nei telegiornali. Queste le primizie del governo degli imbecilli che giuocano alla politica, che fa parte del loro giuoco, sputtanano fuori attribuendo ogni patologia ad un presente ed un passato “degli altri”, che basta cambiare “e produrre novità” perchè tutto torni e cominci ad andar bene.
E, con questa gente, questi cooperatori del suicidio della Nazione (altro che “sovranità nazionale! altro che avvenire!”) ogni iniziativa, ogni riforma, è un nuovo disastro. Dove toccano bruciano.
Non mi sono mai considerato un conservatore. Tanto meno mi considero e sono tale adesso, in un momento in cui quel che c’è da conservare è solo quello che sfugge al pensiero di questi balordi. Oggi, però, sto diventando “conservatore” persino per ciò che riguarda la giustizia: con le riforme di Bonafede e dei vari Davigo, le “novità” che si prospettano andranno di male in peggio. Sono, in fondo, un rivoluzionario che ogni giorno di più si convince che c’è una sola rivoluzione possibile: non cambiare niente per evitare il peggio. E’ questa la fine ingloriosa del progresso dello spirito umano?
Un Paese in mano ai Tribunali, ai Morra, ai Di Maio, ai Salvini,
Un Paese di “sportivi” tali per la predilezione dei canali della T.V. che trasmettono le cronache delle partite di calcio. Di cui tutto sanno e se ne sentono maestri. E, altrettanto ritengono poter fare e “debbono” fare con la politica. La loro, che “politica” non è perché è la sola che per loro sfugge alla suprema definizione: “sono tutti uguali”.
Certo, per fortuna gli “altri”, non sono tutti uguali. Tra gli altri non mancano i Toninelli, ma non mancano menti e patrimoni culturali di primo piano.
Solo che, diversamente da Toninelli usano gran parte della loro intelligenza per tenersi da parte.
Certo, questo è lo sfogo di un povero vecchio, per sua disgrazia ancora non rincoglionito, che vede il tramonto della sua vita in un’atmosfera che dire di tempesta è troppo poco.
Ma non mi stancherò, finchè avrò un filo di coscienza e di energia di invocare un po’ di impegno degli intelligenti, dei credenti nella ragione (ve ne sono in tutte le categorie sociali Persone che sono espressioni di “culture” bellissime e forti).
Unirsi contro i nuovi barbari, contro le tifoserie scatenate che vogliono portarci ad una nuova catastrofe non troppo migliore della guerra. E la chiamano “il nuovo”. E che invece è antico. Che antica è la radice dell’imbecillità. Di ogni nuova imbecillità.
Mauro Mellini
03.10.2019