Grazie al deposito degli atti di indagine si è scoperto finalmente perché Luca Palamara è stato preso nella rete telematica stesa dai suoi colleghi di Perugia con il trojan mentre i suoi co-indagati, cioé gli avvocati Piero Amara e Giuseppe Calafiore e l’ex magistrato Giancarlo Longo, invece, sono rimasti immuni. Il virus che ha permesso di scoprire gli altarini si è attivato con un semplice aggiornamento del telefono

Il virus che ha permesso di trasformare l’ iPhone di Palamara in una formidabile microspia è stato infatti inoculato con modalità diverse da quelle usate con i co-indagati.

Di qui il successo sul primo e il fallimento sugli altri tre. Ai co-indagati è arrivato ad aprile un gentile messaggio che li invitava a cliccare su un link e i tre si sono guardati bene dal farlo. Il magistrato è stato arpionato dai colleghi perugini con ben altra forza e tecnica.