È Palermo il luogo in cui nascerà il FILMLAND STUDIO, bibliomediateca del cinema e della cultura visuale che si propone di avviare in Sicilia una serie di iniziative per la valorizzazione di archivi privati legati alle pratiche dello spettacolo.
Un progetto che nasce da un sogno di alcuni collezionisti e appassionati palermitani e che ha già incassato la disponibilità di una serie di organismi pubblici e privati, in primo luogo dell’AMOOD – Fondazione Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico
Quando si sogna è bene che lo si faccia in grande per consentire ai propri desideri di volare alto. Se, poi, il sogno possiede il pathos che attiene ai cinéphiles, allora si può e si deve parlare di chimica, come quando s’incontra l’anima gemella e si è certi che sarà la nostra compagna di vita.
C’è la passione per il cinema alla base di questa storia, la cui genesi è affidata diciamo pure al caso. Chi, però, non crede alle coincidenze la racconterà come un qualcosa che doveva accadere.
«Tutto è cominciato fortunosamente, come in un film di Hitchcock – racconta Federico Toscano, project manager del Filmland Studio Palermo –. Un passaggio in auto a Umberto Cantone, amico di mio padre e incontrato per caso, culminato nella visita estemporanea al suo incredibile archivio costituito, giorno dopo giorno, nella sua stessa abitazione. Da lì mi sono reso conto che questo patrimonio doveva essere conosciuto da più persone possibile, per dare la possibilità di diventare anche strumento di studio a Palermo e non fuori dalla Sicilia. Ho, così, cercato e messo insieme quelle professionalità che potevano rendere concreto quello che da sogno si sta trasformando già in realtà».
Non è, infatti, un segreto che Cantone, oltre a essere un regista teatrale, è un ostinato, sistematico raccoglitore di cose di cinema. La sua collezione spazia da migliaia di Dvd internazionali, titoli accuratamente selezionati per lo più fuori catalogo, fino alle più rare edizioni di quel tipo particolare di pubblicazioni che si chiamano cinelibri, quelle che dal 1905 fino agli anni Sessanta del secolo scorso ospitavano al loro interno come illustrazioni le fotografie di scena dei film. E poi, i cosiddetti cineromanzi, praticamente i fotoromanzi realizzati con i fotogrammi dei film direttamente tratti dalla moviola, che offrono spunti figurativi e grafici assai suggestivi, così come le riviste illustrate di cinema, le cui annate si accatastano ordinatamente nelle stanze dell’archivio domestico. Si tratta di materiali preziosi, adatti a costituire un piccolo patrimonio di base per la nascita di una bibliomediateca, il Filmland Studio Palermo appunto, un archivio legato al cinema e alle pratiche dello spettacolo del quale in Sicilia si sente veramente la necessità.
«Come tutte le collezioni da bibliofilo – spiega lo stesso Cantone –, la mia segue un progetto ideale, che è quello di raccogliere la produzione editoriale italiana legata al cinema. Il libro cinematografico, infatti, è stato il feticcio privilegiato di quelle generazioni di spettatori ai quali la tecnologia non aveva ancora offerto l’opportunità dell’home video e delle cinepiattaforme digitali. Un tempo, possedere un romanzo con le immagini del film significava possedere quel film, i suoi paesaggi e soprattutto i suoi divi. Accanto al corpus dei cinelibri ho raccolto tutte le edizioni di romanzi e racconti che hanno ispirato film o che sono stati tratti da sceneggiature cinematografiche. Per fare qualche esempio, oltre alla primissima edizione di “Via col Vento”, ho tutte le sue varie edizioni. La stessa cosa ho fatto con “Il Gattopardo” di Tomasi di Lampedusa, da cui Visconti ha tratto il celebre film, così come altri centinaia di romanzi-cardini tradotti cinematograficamente. Quest’anno le edizioni “gattopardesche” le ho messe in mostra nel foyer del Teatro Dante, dopo averle esposte l’anno scorso a Palazzo Sant’Elia per la Settimana delle Culture. Il corpus di queste migliaia e migliaia di volumi, che si aggiungono alle monografie e ai cataloghi riguardanti la storia del cinema di tutti i tempi e di tutte le latitudini, costituiscono un patrimonio documentale utile allo studio di quello che è stato definito, in sede accademica, il paratesto cinematografico, ovvero il testo che deriva dal film o che ha ispirato il film».
Uno dei punti forti della collezione Cantone sono i 400 pezzi del fondo Stanley Kubrick, alcuni dei quali hanno costituito l’apparato iconografico del libro Le carte di Kubrick, pubblicato in un sontuoso formato nel 2009 dal fotografo editore Enzo Sellerio, curato dallo stesso Cantone e promosso dalla “Cinesicilia” regionale, a quel tempo diretta da Sergio Gelardi. Si tratta di una collezione di manifesti, locandine, fotobuste, brochure e altri materiali promozionali provenienti da tutto il mondo, prodotti per i film di Kubrick, spesso sotto la supervisone del regista stesso. Una collezione esposta per più di un mese con successo nel 2011 in una mostra al MAV – Museo Archeologico Virtuale di Ercolano alla presenza di Enrico Ghezzi, ma che in Sicilia non ha ancora trovato un’occasione di allestimento.
Insomma, si tratta davvero di un patrimonio editoriale, grafico e visuale, che percorre, attraverso la storia del cinema, i cambiamenti del nostro Paese e gli eventi che l’hanno attraversato. Il cinema, in questo, è sempre stato lo specchio della società, offrendo ai grandi autori, come a certi artigiani considerati “minori”, la capacità di rappresentare le pieghe più segrete della realtà spesso con molta schiettezza e crudeltà. Un patrimonio che potrebbe entrare a fare parte di quell’iniziativa che nasce da questi incontri e alchimie, il Filmland Studio Palermo, una bibliomediateca del cinema e della cultura visuale. Un corpus di partenza per un organismo, gestito da privati ma in colloquio con le istituzioni pubbliche, che potrebbe promuovere una serie di iniziative per la valorizzazione degli archivi privati dello spettacolo (tantissimi esistenti e mai valorizzati anche in Sicilia), sviluppando, lungo il suo percorso, masterclass, mostre, workshop, incontri, seminari, percorsi guidati, insomma tutto quanto può riguardare la storia e la pratica del cinema in rapporto alle altre arti, e in particolare alla letteratura.
Un’intenzionalità, quella suscitata dall’iniziativa che sta alla base del progetto del Filmland Studio Palermo che, prima di cominciare, sta già creando non solo attesa ma desiderio di complicità. E che vanta già una serie d’incoraggianti adesioni. Come quella, giunta quasi immediatamente, non appena hanno compreso il valore di questo progetto, con l’AMOOD, l’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico. Si tratta di una fondazione nata a Roma alla fine degli anni Settanta, che svolge la sua attività nel campo degli audiovisivi (cinema, tv, multimedialità, archivi filmici e fotografici), per favorire la costruzione e la diffusione delle storie e delle memorie collettive dei movimenti sociali e dei loro protagonisti. Primo presidente della Fondazione è stato Cesare Zavattini, che ne ha seguito le sorti per diversi anni.
«Siamo veramente orgogliosi della possibilità di questa sinergia – commenta Giovanni Pignatone, docente a contratto Roma 3, altro sostenitore del Filmland Studio Palermo – che ci fa credere ancora di più alla bontà della nostra intuizione. Insieme all’AMOOD e ad altri archivi, soprattutto di quelli esistenti in Sicilia, creeremo percorsi di crescita e conoscenza, lavorando di comune accordo alla produzione di iniziative utili a documentare e diffondere il valore dell’Italia, della sua cultura e del suo costume, secondo alcuni particolari punti di vista».
Con l’AMOOD una concordata prospettiva di collaborazione riguarda i documentari familiari, i cosiddetti home movies. Chi più delle famiglie, del resto, può riuscire a narrare la nostra storia attraverso le fotografie e i filmati in 8 e Super 8, che nel tempo sono finiti a marcire dentro i bauli, nelle soffitte o negli sgabuzzini, spesso cestinati a causa del loro deterioramento.
«Questa dell’archivio dei filmati familiari – aggiunge Toscano – sarà una delle attività che porteremo avanti perché ci sta veramente a cuore. Molto spesso ci ritroviamo con materiale fotografico e cinematografico amatoriale che, prima dell’epoca degli smartphone e dei selfie, racconta determinati momenti della nostra vita, ma che non guardiamo più perché in parte danneggiato o per tanti altri motivi. Invitiamo sin da ora, chiunque possegga degli home movies in pellicole a passo ridotto, a conservarli e a proporceli, perché noi si possa digitalizzarli per dare loro nuova vita, per la cui operazione ci darà un valido contributo Fabio Giacalone, andando a costituire questa altra parte dell’archivio e, chissà, in vista di progetti più ambiziosi».
E dunque, archivio di film, cinelibri, paratesti, materiali promozionali del cinema e dello spettacolo accanto a un’organica raccolta di home movies: di questo, e non solo, si occuperà l’iniziativa della bibliomediateca del Filmland Studio Palermo.
«Non diventerà solamente un museo in cui raccoglieremo e divulgheremo i materiali utili a ricostruire la storia del cinema in rapporto a quella dell’editoria, soprattutto italiana – sottolinea Pignatone – ma anche e soprattutto un laboratorio di sperimentazione e di ibridazione destinato a chi voglia studiare i documenti riguardanti le materie dello spettacolo qui in Sicilia, visto che da Roma in giù, che io sappia, non esistono archivi di cinema, teatro, letteratura di ampio respiro come quello che abbiamo pensato e progettato noi. E questo a differenza di Torino, Milano, Bologna, dove ancora oggi è costretto a trasferirsi ogni studente che voglia documentarsi per una tesi sullo spettacolo. Peraltro, il taglio legato ai paratesti cinematografici, attraverso l’esaustiva collezione Cantone, rende questo nostro progetto di bibliomediateca assai mirato e necessario».
Uno spazio di memoria viva, dunque, del quale chiunque, tra addetti ai lavori e non, potrà nutrirsi e dissetarsi grazie alle tante belle collaborazioni annunciate. Mentre ancora i promotori del Filmland Studio Palermo sono alla ricerca di una sede, dialogando con le istituzioni che potrebbero fornirla, arrivano le prime, significative testimonianze di adesione. Come quella del regista Luca Fortino, che a Palermo e in Sicilia ha deciso di girare i suoi più recenti film, insieme a quella di Riccardo Cannella, regista e fondatore della Cinnamon Production. C’è poi l’autorevole professor Giovanni Isgrò, in rappresentanza dell’Unipa, insieme al professor Giacomo Martini, docente di Roma 3 e cofondatore della prestigiosa e attivissima Cineteca di Bologna. Ovviamente loro sono solamente i primi ad aver deciso di spendersi per questo progetto di una bibliomediateca a Palermo. E statene certi, non saranno gli ultimi. All’orizzonte, infatti, si profilano altre figure ad hoc, in rappresentanza di enti e organismi del settore, pronte a scendere in campo per dare modo al Filmland Studio Palermo di spiccare il volo e attestarsi come vera e proprio Centro Studi e laboratorio per la promozione e la diffusione della cultura del cinema e dello spettacolo: una fucina tutta made in Sicily. Dimostrando che anche nella nostra regione si può creare un archivio “vivo” che sia anche un luogo di ricerca, una bibliomediateca che funzioni come occasione di conoscenza e di documentazione per i talenti pronti a fare cinema e spettacolo dopo averne studiato i linguaggi e la storia, alimentando l’ambizione di rimanere e crescere nella propria terra, per dimostrare che si può e si deve raccontare il valore e la bellezza della Sicilia aprendosi al mondo delle arti e delle società. Forse un sogno, ma sembra proprio che quelli del Filmland Studio Palermo lo stiano facendo a occhi ben aperti.