Quanto è cambiata la Cina nel corso degli anni? quale il nuovo ruolo nelle politiche globali e la contrapposizione con gli Stati Uniti dopo l’arrivo di Trump?
Quali sono le nuove strategie e i nuovi ambiti di investimento per la Cina?
I settori maggiormente interessati dagli investimenti cinesi, che ricordiamo sono cresciuti negli ultimi due anni del 36% arrivando ad oltre 17 miliardi di euro, sono principalmente legati , come testimoniato dalle più recenti operazioni societarie, la finanza, lo sport, l’energia, la moda, il lusso, il turismo il patrimonio immobiliare e le telecomunicazioni.
Pechino guarda al nostro paese per rafforzare le proprie politiche di espansione e investimenti out-bound.
Quali opportunità può cogliere l’Italia all’interno di One Belt One Road e della nova via della seta?
L’italia offre una posizione strategica come porta tra Oriente e Occidente; il governo italiano deve muoversi in modo strutturato accompagnando i gruppi di primo piano sui mercati internazionali garantendo sostegno agli investimenti attraverso mezzi istituzionali efficaci.
La nostra economia, caratterizzata dalla diffusa presenza di piccole e medie imprese e dall’alta tecnologia è un mercato estremamente attraente per gli investimenti cinesi.
Le prospettive e la guerra commerciale tra Usa e Cina
Rimangono pochi dubbi che L’Italia è un punto di scontro tra gli interessi americani e quelli delle nuove economie orientali. Oltre alla posizione geografica della penisola e dei suoi porti c’è sempre la Sicilia a far gola. La centralità geografica dell’ Isola nel Mediterraneo e la sua vicinanza al continente africano fanno aumentare l’interesse cinese in una zona un pò trascurata dagli americani dopo la seconda guerra mondiale. Negli ultimi 5 anni la popolazione cinese in Sicilia è cresciuta a dismisura
Il prodotto interno lordo mondiale nel 2021 potrebbe crollare di 600 miliardi di dollari se la guerra commerciale tra USA e Cina porterà a una crescita dei dazi fino a comprendere tutto il mercato sino-statunitense.
Gli economisti di Bloomerg Dan Hanson e Tom Orlik hanno calcolato il danno all’economia mondiale causato dalla guerra commerciale tra USA e Cina.
Secondo gli esperti, se la guerra commerciale tra USA e Cina porterà a una crescita dei dazi fino a comprendere tutto il mercato cino-statunitense, nel 2021 il PIL mondiale potrebbe crollare di 600 miliardi di dollari.
Ma anche se la guerra commerciale non continuasse l’economia dei due paesi tra due anni avrebbe un rallentamento rispettivamente di 0,2% e 0,5% che porterebbe a sua volta a un rallentamento della crescita del PIL mondiale.
La guerra commerciale tra USA e Cina è in corso da luglio 2018, quando entrambi i paesi hanno introdotto un aumento dei dazi per le reciproche importazioni. Gli Stati Uniti hanno introdotto dazi del 25% sull’importazione di 818 prodotti cinesi per un valore totale di 34 miliardi di dollari all’anno. La Cina ha quindi preso le relative contromisure.
Più tardi, a inizio dicembre 2018, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il presidente della Repubblica Popolare Cinese Xi Jinping si sono incontrati in Argentina e hanno deciso di prendere, nel giro di tre mesi, misure finalizzate a stringere un accordo commerciale. Il leader americano si è impegnato a non aumentare i dazi dal 1 gennaio 2019. Il periodo destinato alla realizzazione dell’accordo commerciale è scaduto il 1 marzo.
Le trattative tra Washington e Pechino stavano andando bene e Trump si era detto pronto a prolungare l’accordo, fino a che l’11 maggio la Casa Bianca ha ordinato di imporre dazi sui prodotti cinesi per ulteriori 300 miliardi di dollari. Il rappresentante americano alle trattative commerciali Robert Lighthizer ha spiegato che questa somma è la stima della restante merce importata dalla Cina.
Pechino ha risposto con l’introduzione di dazi dal 5% al 25% sulla merce importata dagli Stati Uniti per un valore di 60 miliardi di dollari. Le nuove condizioni entreranno in vigore il 1 giugno.
Fonte : Web document