Il Boeing 737 Max 8 è precipitato ad Addis Abeba con 8 italiani a bordo perché, pur avendo seguito alla lettera le procedure, l’equipaggio non è riuscito a disattivare il controllo automatico. Sempre più plausibile la pista del danno al computer di bordo
I piloti del Boeing 737 Max 8 che si schiantò lo scorso 10 marzo nei pressi della capitale etiope, Addis Abeba, “avevano seguito alla lettera le procedure di emergenza ma non sono riusciti a disattivare il controllo automatico” di stabilita’ del volo. E’ quanto si legge nel rapporto preliminare sull’incidente del volo 302 della Ethiopian Airlines, costato la vita a 157 persone, tra cui otto italiani.
“Non si è trattato di un errore umano bensì di un difetto di software”, ha dichiarato il ministro dei Trasporti, signora Dagmawit Moges, anticipando i risultati dell’analisi. I risultati preliminari saranno resi noti integralmente entro 26 giorni, come previsto dalla norme per le indagini sugli incidenti aerei. Il rapporto finale richiederà un anno di lavoro ma, secondo il ministro, sarà in linea con quanto già esposto.
Secondo la prima ricostruzione, “il pilota ha tentato varie volte di disattivare il controllo automatico del volo, che ha spinto l’aereo in picchiata pochi minuti dopo il decollo” dall’aeroporto internazionale di Addis Abeba. La fase di decollo è stata “normale e adeguata”, ma poi poi il pilota “ha fatto diversi tentativi di riprendere il controllo del velivolo tuttavia l’attivazione di picchiata avveniva in automatico, ha spiegato la ministra. Nel mirino risulta quindi confermato il malfunzionamento del sistema anti-stallo chiamato Mcas.
Il governo etiope raccomanda quindi alla Boeing di “verificare il suo software di controllo automatico e le altre tecnologie” installate sul modello in questione. Nell’ottobre scorso un altro Boeing 737 Max 8 si schiantò in Indonesia, con modalità simili. L’esecutivo di Addis Abeba invita inoltre le autorità di sicurezza aerea a “esaminare attentamente la tecnologia del Boeing 737 Max 8″, che dopo la strage ha tutti i modelli fermi a terra in tutto il mondo.
Dal rapporto non emergono dubbi sulla professionalità e sull’esperienza dell’equipaggio. “Avevano tutte le qualifiche e le certificazioni necessarie”, ha assicurato il ministro.
Tewolde Gebremariam, l’amministratore delegato della compagnia di bandiera etiope, la più grande d’Africa e una delle più sicure al mondo, che si è detto “molto orgoglioso delle prestazioni e dell’alto livello di professionalità” dimostrato dall’equipaggio.
Fonte : Agi