Mafia e politica, l’attrazione fatale: così nascono i nuovi patti coi boss
L’allarme di Lo Voi: “Sono i politici a cercare gli esponenti di Cosa nostra”. De Lucia: “C’è chi si fa ancora sedurre dal brand, sovrastimando il potere dei clan”. Fava annuncia un’inchiesta della commissione antimafia
Sono lontani i tempi in cui, come rivelò Angelo Siino, Cosa Nostra poteva spostare messe di voti dalla Dc a Claudio Martelli e appaiono remoti anche quelli in cui un governatore discuteva il tariffario della sanità in un retrobottega con il prestanome di Provenzano: ma un nuovo allarme, intorno al rapporto mafia-politica, è scattato, ed è destinato probabilmente a segnare gli anni a venire. È il caso-Ruggirello, ma soprattutto sono le parole pronunciate dai boss che fanno aprire nuovi scenari
I politici legati ai vecchi sistemi e alle clientele temevano l’AVANZATA POPULISTA E SOVRANISTA. Sono andati a cercare voti ovunque e se la Procura scaverà anche in altri candidati che hanno vinto battaglie elettorali con il sostegno di certi potentati come quelli legati a sanità e servizi di grande interesse , ne troveranno furbetti con la faccia da schiaffi. Secondo le statistiche, la sanità unitamente ai servizi legati a trasporti e ai rifiuti urbani , filiera compresa, sono gli ambiti dove girano montagne di soldi. In passato, la mafia era attenta agli appalti pubblici nelle opere pubbliche di vario genere come dirà Siino, perchè giravano soldi e lavoro. Con la grande crisi dell’edilizia e con l’incapacità di spendere dal parte dello Stato e con la restrizione dei comuni che pagano con molto ritardo , l’interesse, e lo capirebbe pure uno studente al primo anno di ragioneria, si è spostato dove girano soldi e lavoro. Il mix tutto sommato è semplice. Dove ci sono soldi c’è lavoro , ci sono incarichi e c’è potere. Dove ci sono pidocchi c’è miseria e la miseria non porta voti tranne che, non prometti o dai soldi ai disgraziati . Facendo un semplice ragionamento economico si può dire che gli unici mercati attivi in Sicilia, in questo momento, sono sanità , scommesse e rifiuti urbani. Sanità pubblica e rifiuti urbani generano appalti in Sicilia per oltre 4 miliardi di Euro l’anno . Una cifra da paura.
Poi, in terza posizione, c’è il commercio e le grandi strutture di vendita che, scremate dalle confische recenti , ormai, dovrebbero essere in mani di pochi e anche controllate. Almeno si spera. Poi ci sono tanti cinesi che affittano locali e investono tanto.I cinesi , evidentemente non hanno paura dei mafiosi, oppure ne hanno capito il sistema , per farli stare quieti. Investono ,nonostante la crisi e le banche che non danno soldi.
A Castelvetrano , città del boss latitante Messina Denaro , dove tutto è sospetto e per gli elementi di inchieste conosciute ,sarebbe tutto controllato da questo sanguinario ,come in altre zone calde siciliane , i cinesi aprono e lavorano e nessuno gli rompe i cabbasisi. Assumono e girano fatturato. Non sappiamo se investono anche nelle agenzie delle scommesse .
Con i commissari a Castelvetrano che controllano tutto e i castelvetranesi in particolare, non si può supporre che ci siano infiltrazioni. I cinesi sono arrivati copiosi e in tutta la città. Dal viale Roma a contrada Strasatto. Danno lavoro a tanta gente e non si sa con quale criterio . Scelgono location con razionalità tipica di chi conosce il territorio e sembra che paghino anche bene. La mano sul fuoco , sulla verginità di questi nuovi commerci, meglio non metterla. Ai mafiosi, come insegna la storia, basta che arrivano picciuli e lavoro per gli amici ed è tutto ok. Poi la politica serve per autorizzazioni , licenze e qualche lottizzazione se serve.
Claudio Fava sul caso Ruggirello. “Quello descritto dagli investigatori è un sistema che ha inquinato la vita democratica, sociale ed economica della provincia di Trapani ed oltre. La politica adesso deve avere il coraggio di rimettere la questione morale al centro della propria agenda senza aspettare l’azione della magistratura. Su questo si gioca buona parte del futuro di quest’isola perchè sono questi i veri costi inquinanti della politica.”
Si dovrebbe controllare anche tra molti dipendenti pubblici furbi
Fonte : Repubblica
Il Circolaccio