
Beni sequestrati, Saguto show al processo. “I miei maestri, Chinnici, Falcone e Borsellino”.
La sua agenda nera con nomi pesanti.
Saguto non intende pagare il conto per tutti. Forse si aspettava di essere salvata dai suoi amici giudici. Adesso, dopo anni d’indagini, “trova” per caso una agenda di nomi
Silvana Saguto non finisce più di sorprendere. Si definisce “Allieva” di grandi magistrati morti ammazzati e poi ammette di aver gestito molte raccomandazioni. Mostra la sua agenda al Tribunale e adesso in moti “tremeranno”. Ci sono questi “eletti” della gestione dei beni ? E’ normale che un giudice possa aver gestito gli incarichi con il becero esempio delle raccomandazioni , applicando il nepotismo tipico dei politici? Dire che si rimane basiti è poco. Una brutta pagina per storia della magistratura siciliana

L’ex giudice si difende. E a sorpresa mostra un’agenda nera. “Ecco i biglietti di raccomandazione. Li ricevevo da tutti”
- Dal sito di Repubblica
T ono di voce deciso, come fosse ancora lei la giudice del processo. Sguardo dritto sul tribunale, oggi è lei è l’imputata. “Sono entrata in magistratura nel 1981 – esordisce – ho fatto l’uditorato con Rocco Chinnici, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Loro mi hanno insegnato a fare il magistrato”. La prima dichiarazione dell’ex giudice accusata di aver creato un cerchio magico attorno alla gestione dei beni sequestati è già una presa di posizione. E ne arriva subito un’altra: “Il mio primo incarico fu Trapani, al tribunale. E già allora mi occupavo di misure di prevenzione, ma allora nessuno voleva gestire i beni sequestrati. Io mi impuntai, i proprietari dei beni e i prestanome li voglio tutti fuori”. Saguto show, che presto diventa un monologo: “Con me a Palermo i sequestri sono aumentati del 400 per cento”. E ancora: “Io ho bloccato la riorganizzazione della commissione provinciale di Cosa nostra con l’ordinanza Perseo, che nel 1998 fermò 98 capimafia. I boss arrestati di recente con l’operazione Cupola sono collegati con quelli che avevo fatto arrestare io”. Saguto e solo Saguto nella lotta alla mafia: “Io ho celebrato il maxiprocesso quater, 6000 volumi, tutto quello che restava del lavoro di Falcone e Borsellino. E poi ho fatto il processo per l’omicidio Mattarella, un mese dopo hanno ucciso Falcone”.
Saguto e solo Saguto nella lotta alla mafia. “Io ho rimproverato sonoramente il boss Mariano Agate in aula, quando i miei colleghi non avevano il coraggio di farlo. Io ero nel mirino della mafia. Ma non ho mai avuto paura di morire”.
Insorge l’avvocato Raffaele Bonsignore, parte civile con l’imprenditore Vincenzo Corrado Rappa: “Mi sembra che stiamo un pò divangando su temi che nulla hanno a che fare con l’oggetto del processo”. Silvana Saguto esce gli artigli: “Presidente, mi hanno accusato di aver veicolato notizie su un falso attentato nei miei confronti. La mafia davvero voleva farmi saltare in aria”. E prosegue la sua autodifesa. Il suo avvocato, Ninni Reina, le chiede della sua nomina e della gestione alla sezione Misure di prevenzione del tribunale di Palermo. “Quando feci domanda al Csm, un collega mi disse, tu da chi sei portata? Gli risposti: io ho solo la mia storia professionale”.