L’assedio di Gangi avvenne nel 1926
A distanza di quasi un secolo di lotta al fenomeno mafioso, ancora oggi, si adottano sistemi alla “Mori”
“La misura del valore di un uomo è data dal vuoto che gli si fa dintorno nel momento della sventura”.
La lotta dello Stato ai mafiosi ha vissuto fasi alterne.
In certi periodi, lo Stato ha usato il pugno duro altre ,ha pure concesso alla mafia di avere il controllo del territorio , per convenienza di potere. La storia dimostra che, in questo continuo “scontro-incontro” ,a farne le spese, molto spesso, sono sempre stati i cittadini , spesso costretti ad assistere a queste continue variazioni di rapporti tra lo Stato e la mafia e vivere in questo eterno scontro tra poteri. Come accade spesso, i furbi e forti non vengono toccati.
Mori, per avere ragione dei mafiosi di Gangi tolse pure l’acqua a tutta la città. Un metodo estremo che colpiva anche anziani e bambini . Mori che non era un “cappellaccio” in cerca di visibilità, lo fece perchè fascista convinto e perchè credeva nell’affermazione dello Stato centrale. L’antimafia di carriera non esisteva ancora .
Eppure, anche Mori, alla fine della storia, con i suoi mezzi drastici, non riuscì a debellare il cancro mafioso. La colpì duramente, la mafia, almeno quella violenta e con “li peri incritati”. Meno ad onor di Storia, colpì la mafia dei colletti bianchi. Un azione ad ampio raggio che fece male anche a gente che nulla aveva a che fare con i mafiosi e che dovette subire pure la carestia e la mancanza d’acqua. Mori capi sulla sua pelle che certa mafia protetta dallo stesso Stato, non si distrugge con i rastrellamenti e con l’acqua chiusa. Infatti, purtroppo , la sua opera fu resa inutile glà negli anni 30, quando il medico castelvetranese, il primo pentito di mafia del 900, disse che la mafia e la borghesia mafiosa era più forte di prima e che controllava vaste aree del territorio e dell’economia siciliana e dove Trapani era un luogo di grande potere mafioso.Quanto raccontato da Allegra, verrà dimostrato dall’azione americana in Sicilia,durante lo sbarco. Gli alleati chiesero ai mafiosi siciliani di sostenere l’operazione Husky
(cane da slitta) contribuendo alla vittoria contro i tedeschi. Fu Lucky Luciano ad organizzare tutto. Grazie a questo sostegno allo sbarco la mafia si riprese vigorosamente. Vico diceva:la storia si ripete”. Ed è incredibilmente vero.Negli ultimi anni , nella lotta alla mafia ci sono stati diversi “Mori” mandati in Sicilia. Diversi magistrati che hanno pensato di agire con le armi del diritto alla “Mori”. Azioni spesso che vanno oltre il limite del diritto costituzionale. Non si toglie più l’acqua ad una comunità ma si toglie ogni speranza e sibrucia ogni possibilità di lavoro e sviluppo per raggiungere l’obiettivo di stanare i latitanti e avere ragione sul territorio. Adesso non è più Gangi l’obiettivo ma Castelvetrano. Mori, venne sconfitto dallo stesso Stato. Il Prefetto di ferro quando si permise di perquisire lo studio del Notaio Tarvisio fu trasferito a Roma
Mussolini a Mori: “Se le leggi non bastano, ne faremo di nuove”
La Storia
Cesare Mori, già noto per la sua inflessibilità nel tutelare lo Stato e la Legge, viene mandato a Palermo verso la fine degli anni ’20 quale Prefetto e con eccezionali poteri. Coadiuvato dal maggiore Spanò Mori ottiene confidenze prima ancora di raggiungere il capoluogo siciliano; poi, quando una famiglia intera viene sterminata per atterrirlo, reagisce affrontando personalmente e uccidendo il boss Antonio Capecelatro. Raccolti numerosi indizi, ma impossibilitato ad agire legalmente per la mancanza di prove o di testimonianze, il Prefetto decide di spaventare i mafiosi e nello stesso tempo di ridare al popolo un po’ di fiducia nello Stato. Conduce personalmente una grossa azione di repressione del brigantaggio nel paese di Gangi ove, per snidare i briganti dai rifugi sotterranei, ricorre all’assedio e alla chiusura delle condotte d’acqua.
La vittoria sui briganti, culminata con l’arresto e suicidio di Don Calogero Albanese, lo induce a volgersi contro i “gentiluomini”, cioè la mafia più potente. L’irruzione nello studio notarile di Concetto Tarvisio gli mette in mano documenti che porterebbero all’arresto di mezza Sicilia. La pista più grave è quella che conduce, tramite testamento, da un povero vecchio morto nell’Albergo per i Poveri all’on. avv. Galli, federale fascista. Il colpo è troppo grosso: Mori, fatto senatore, dovrà recarsi a Roma; e il suo posto verrà trionfalmente rilevato dal camerata Galli
Fonte: documenti web
Il Circolaccio