E’ davvero singolare quello che sta accadendo a Castelvetrano , dopo la pubblicazione della delibera a firma dei commissari avvenuta prima di Natale e che sancisce ufficialmente la reale situazione dei conti, con rischio di default. Spunta poi, un alto dirigente che ha svolto il ruolo di segretario presso grossi comuni del nord che, attraverso il sito “Castelvetrano news”, rilascia dichiarazioni e fa intendere che la situazione dei conti comunali non sia affatto così disastrosa da dichiararne il fallimento.
Sul web, addirittura, comincia a girar voce che ci sia la volontà di fare il default più per questioni politiche che per reali esigenze. Chi ha ragione. Criticato anche, per alcuni errori, un altro articolo uscito su un giornale on line. Si faccia chiarezza.
I cittadini pretendono di sapere come stanno le cose direttamente dalla voce dei commissari e non da portavoci più o meno ufficiali.
A proposito della grande confusione che si è fatta sui numeri e sul debito contratto dai commissari per abbattere le case di Triscina il Circolaccio, giorni fa, aveva pubblicato un lungo articolo che si basava sulle dichiarazioni di Ninni Vaccara, in merito ai conti.
L’ex consigliere è stato sempre molto preciso nelle sue interrogazioni e fa notare alcune imprecisioni riportati da alcuni organi di stampa. A nostro avviso, i commissari, attivino i loro amici della stampa e chiariscano tutto a tutti. La gente è stanca di sospetti e dicerie. La gente è allo stremo è vuole solo sapere la verità con carte e documenti alla mano.
L’articolo pubblicato agli inizi di dicembre: Trallalero Trallalà
Trallalero trallalà, chi è il più bravo della classe i debiti reali del comune di Castelvetrano saprà
Chi sono i responsabili di questo disastro? Qualcuno cerca di scaricare tutte le colpe sui cittadini. Politici e funzionari del comune sono esenti? Chi dice la verità e chi fa strategia per il proprio tornaconto.
I furbi, in questa terra ,non pagano mai.
Ninni Vaccara, insieme agli ex consiglieri Curiale e Perricone posero già nel 2015 la questione dei conti fasulli del comune in varie interrogazioni consiliari che rimasero inascoltate. Vaccara ha insistito sul punto, anche di recente, inviando una lunga nota ai commissari dove si evincono molte irregolarità.
Ormai, la vicenda dei debiti del comune di Castelvetrano sta diventando una specie di storiella da cantastorie. Dalle varie dichiarazioni intercorse, tra l’ex sindaco Pompeo e in continuità dall’ex Errante che ripetevano il famoso motto: “i conti del comune sono in ordine” al serio rischio di default con un debito già accertato dai commissari che supera i 32 milioni di Euro. Debito che il vice prefetto Caccamo non ha ancora dichiarato definitivamente accertato. Potrebbe, quindi, ancora aumentare. Precisiamo, per gli amanti dei dettagli, che il debito fin qui dichiarato è costituito da 26 milioni di euro circa di disavanzo e altri 6 o più milioni di euro, da debiti fuori bilancio, dovuti a bollette e contenziosi vari. I commissari hanno scoperto che per anni non è stata pagata la bolletta della luce pubblica comunale e che oggi assomma a più di 6 milioni di Euro.
Intanto, i soldi per contributi e consulenze, si trovavano. Dal 2008 e fino al 2016 , sono stati erogati milioni di euro per associazioni culturali, sportive, teatrali e per alcune emittenti locali. Basta guardare le delibere e i mandati di pagamento e tutto si capisce. In certe associazioni esisteva un evidente “conflitto d’interessi” con politici eletti e funzionari pubblici.
Semplicemente scandaloso. I commissari in alcune dichiarazioni hanno cercato di puntare il dito più sulla gestione Errante, trascurando quella di Pompeo.
In aiuto ci viene il valente Ninni Vaccara che da esperto aveva già evidenziato nel 2015 i conti disastrati del comune, riportando anche i debiti maturati con l’amministrazione Pompeo.
Da una attenta ricostruzione dell’ex consigliere Vaccara, già inviata ai commissari all’inizio dell’anno
Negli anni dell’amministrazione Pompeo la riscossione dei tributi comunali a Castelvetrano, passa attraverso diverse società private, iniziando da AUSONIA S.r.l, che viene incorporata in seguito nella SAN GIORGIO spa, che poi a sua volta viene fusa con TRIBUTI ITALIA spa, tutte con un altissimo agio di riscossione e tutte con problemi finanziari e di gestione interna che le porteranno al fallimento. In queste società, verranno assunti “stranamente” amici di politici e figli di funzionari del comune.
Già in data 02/02/2010 il Comune di Castelvetrano rescindeva il contratto con TRIBUTI ITALIA, anche se i problemi erano iniziati nel 2009 quando avevano arrestato Giuseppe Saggese suo amministratore e dai primi conteggi vi era un ammanco di cassa di circa € 600.000. che fortunatamente era stato ridotto solo grazie all’applicazione del cash-pooling che era stato adottato nell’anno 2008 e che aveva permesso al comune di subire una perdita più contenuta.
C’è da considerare che in quel periodo la società TRIBUTI ITALIA svolgeva anche il servizio di accertamento e riscossione dell’imposta comunale sulla pubblicità, sui diritti delle affissioni pubbliche e sulla Tosap. Proprio in quel periodo tra la fine del 2009 e l’inizio del 2010, il comune di Castelvetrano emanava un avviso pubblico in cui si invitavano tutti i cittadini a non pagare più gli avvisi di accertamento della Tributi Italia S.p.A. e di utilizzare i bollettini di conto corrente postale, mettendo a disposizione soltanto il conto generico della tesoreria comunale, dove in mancanza dell’indicazione della causale e di una giusta informazione, il cittadino perdeva la tracciabilità del pagamento dei tributi, mettendo in difficoltà anche gli uffici comunali preposti nel capire per quale accertamento veniva effettuato il pagamento. ( Interrogazione presentata in data 09/02/2010)
Quando il comune considerava residui attivi bollette non regolari con sentenza del TAR
Questione di legittimità della delibera di Consiglio Comunale n.109 del 2010 dove era stata stabilita la tariffa di igiene ambientale (TIA) relativa agli anni 2005/2006/2007/2008/2009, dichiarata illegittima dal Consiglio di Giustizia Amministrativa in data 17/06/2014, in quanto il comune non poteva applicare retroattivamente la tariffa stabilita dal Consiglio Comunale nel 2010 ed applicarla agli esercizi precedenti. Quindi non si poteva chiedere un pagamento retroattivo e la tariffa doveva essere determinata di anno in anno da parte del Consiglio Comunale, per tanto in sostanza tutte le cartelle TIA dal 2005 al 2009 erano state emesse con tariffe illegittime. (Interrogazione presentata da Vaccara in data 26/05/2015)
Mancata attuazione dei provvedimenti per dare esecuzione al decreto del Presidente della Regione Sicilia DP n.1497 del 12/11/2014, in materia di annullamento delle tariffe TIA per gli anni dal 2005 al 2009, con l’aggravante che i mancati pagamenti (illegittimi) erano stati ugualmente messi a ruolo dalla società RISCOSSIONE SICILIA, che con un suo comunicato rispondeva: “Dette notifiche , successive alla consegna del ruolo ricevuto dal competente Ente creditore , costituiscono attività dovuta per l’Agente della Riscossione , il quale non è tenuto a conoscere nel merito l’origine e il fondamento dell’imposizione , giacché esso attiene principalmente al rapporto tra Ente impositore e contribuente debitore . La nostra società non può , pertanto , rinunciare alla riscossione delle pretese azionate , né può decurtarne l’importo in assenza di un formale provvedimento modificativo/estintivo del carico iscritto a ruolo ricevuto dall’Ente titolare del credito”.
Quindi oltre al danno della tariffa illegittima , la beffa per i cittadini dell’iscrizione a ruolo e in più nessuna risposta concreta è stata mai data al Decreto Presidenziale, e di conseguenza nessuna comunicazione all’Assessorato delle Autonomie Locali e della Funzione Pubblica, che aveva chiesto espressamente nel decreto , la trasmissione della copia autentica dei provvedimenti adottati dal comune . (Interrogazione presentata in data 21/09/2015).
Insomma, secondo alcuni esperti, si vantavano crediti ritenuti illegittimi da sentenze e considerati dal comune da riscuotere. Questo consentiva di ottenere maggiori anticipazioni di cassa. Anticipazioni “fittizie” che davano liquidità fittizia
Nessuna notizia su azioni di recupero ne inserimento al passivo nel processo contro TRIBUTI ITALIA davanti alla Corte dei Conti (Interrogazione presentata da Vaccara in data 19/10/2015)
Purtroppo fino a pochi mesi fa , continuavamo a registrare , ancora gravi errori ed inottemperanze di norme e di regolamenti amministrativi , proprio lo scorso anno sono stati recapitati a molti cittadini degli avvisi di accertamento della TIA dell’anno 2011, che contenevano degli errori gravi che ne pregiudicavano la validità e li rendevano sia illegittimi che annullabili . Analizzando gli art,117 Cost e l’art.49 comma 8 del D,Lgs 22/97 , si evince che la competenza a determinare la tariffa della Tia spetta al Consiglio Comunale , come anche disposto dal DPR n.158/99 e dall’art.42 lettera f del D.Lgs n.267/2000 “….sono i Consigli comunali a determinare la tariffa di riferimento e a deliberare la TIA “. Invece nell’avviso di accertamento inviato dall’ufficio tributi , non si rileva la delibera di Consiglio Comunale e si fa riferimento alla “ Determina sindacale n.46 del 29.04.2010 , che approva la tariffa di igiene ambientale relativa all’anno 2010 “. Quindi secondo la giurisprudenza , si tratterebbe di una illegittima determinazione della tariffa .
In questi accertamenti si continua ancora erroneamente ad applicare l’IVA al 10% , nonostante la sentenza n.238/2009 , la Corte Costituzionale ha riconosciuto la natura tributaria della TIA e la Corte di Cassazione , con la sentenza n.3756 del 9 marzo 2012 , ha ribadito che “ la tariffa rifiuti non deve essere assoggettata a IVA. Si tratta di una entrata tributaria che , in quanto tale , non può mai costituire il corrispettivo di un servizio reso “. In quanto atto avente natura tributaria ( Cass.Sez. civile I, 05/03/09 n.5299,5298,5297 , Corte di Cass.SS.UU. 8/03/07 n.1752 . Infatti , ribadisce la Corte Costituzionale che la TIA è un tributo pagato a fronte di un servizio pubblico che deve essere erogato e che per ciò non può essere soggetto ad un ulteriore tributo come l’IVA . Pertanto si portava a conoscenza della pubblica amministrazione che l’IVA al 10% richiesta negli avvisi di accertamento è illegittima. (Lettera al Commissario Straordinario dott. Messineo e al Sindaco in data 03/03/2017)
Quando sono state inviate le ultime fatture del servizio idrico integrato , in tutte si fa riferimento “ anno 2014 conguaglio –anno 2015 1°semestre “ , nonostante i cittadini di Castelvetrano avessero già ricevuto sia il 1° che il 2° semestre del 2014 , pagando un costo unitario di 0,45455 euro per Mc , adesso invece si ritrovano a pagare un conguaglio con una tariffa maggiorata a 0,47728 euro per Mc , inserito insieme al 1°semestre 2015 , perciò risulta impossibile capire a quanto ammonti il reale conguaglio in Mc che il cittadino sta pagando per il 2014 , oltre al fatto che la tariffa risulta aumentata . Da tutto ciò scaturisce secondo la mia analisi , un problema di natura contabile, atteso che il principio contabile 3.8 dell’allegato 4/2 del D. Lgs n. 118/2011 stabilisce che “Le entrate derivanti dalla gestione dei servizi pubblici sono accertate sulla base dell’idonea documentazione che predispone l’ente creditore ed impuntate all’esercizio in cui il servizio è reso all’utenza .Tale principio si applica anche nel caso in cui la gestione del servizio sia affidata a terzi “. Infatti ci si domanda come ha fatto il comune nel 2014 a redigere la lista di carico (“idonea documentazione “) e ad accertare contabilmente le entrate di tutto l’anno 2014 .Considerando che dal 2016 si deve rispettare anche il pareggio di cassa , mi chiedo come il comune abbia fatto a sostenere e pagare tutte le spese del servizio idrico , che deve coprire al 100% con le tariffe , quando ancora deve riscuotere il conguaglio del 2014 , tutto il 2015 e tutto il 2016. Considerate anche che il punto 3.5 dell’allegato 4/2 del D. Lgs .n. 118/2011 stabilisce che “ Nel caso di rateizzazione di entrate proprie l’accertamento dell’entrata è effettuato ed imputato all’esercizio in cui l’obbligazione nasce a condizione che la scadenza dell’ultima rata non sia fissata oltre i 12 mesi successivi . L’accertamento di entrate rateizzate oltre tale termine è effettuato nell’esercizio in cui l’obbligazione sorge con imputazione agli esercizi in cui scadono le rate .”
Inoltre analizzando la voce dei costi ci troviamo di fronte ad un differente costo unitario applicato nello stresso anno 2014 . Infatti mi chiedo come mai fino all’anno 2014 , l’amministrazione di Castelvetrano non abbia applicato il Provvedimento del Sindaco n.62 del 20 aprile 2009 , a firma del sindaco pro tempore dott. Giovanni Pompeo di euro 0,47728 per Mc , continuando ad applicare erroneamente , fino ad oggi , quello precedente , e cioè il Provvedimento del Sindaco n. 14 del 19 febbraio 2007 sempre a firma del sindaco pro-tempore Gianni Pompeo , in cui si determinavano le tariffe del servizio dell’acquedotto Comunale con un costo unitario di 0,45455 euro al Mc.
Come mai sia stato possibile un simile errore perpetuato per tutti questi anni , senza che nessuno se ne accorgesse , considerando la grossa crisi contabile e di liquidità , che il comune sta attraversando in questo ultimo periodo ?
A questo punto , sarebbe interessante effettuare delle verifiche per accertare a quanto ammonti il mancato incasso da parte del comune , per aver applicato il costo unitario più basso dagli anni 2009 ad oggi , a quanto ammonti la parte recuperabile prima della prescrizione e a quanto ammonti il danno erariale verosimilmente verificatosi , predisponendo idonee azioni di recupero e rivalsa , ai fini del recupero di tutte le somme spettanti alle casse comunali
(Lettera al Commissario Straordinario dott. Messineo e al Sindaco in data 05/12/2016)
Tutti questi stralci e sentesi di interrogazioni e mozioni , qui elencate e presentate in questi ultimi anni . dimostrano che realmente nel comune di Castelvetrano , ci siano state tutta una seria di situazioni , che denotano una situazione molto caotica dell’intera gestione del servizio tributi , che ha generato confusione e sbandamento in tutto il sistema sia di riscossione , sia normativo ed applicativo delle tariffe .
Non possiamo dare la colpa soltanto al cittadino che non ha pagato , qui non ha funzionato per anni tutto il sistema finanziario e dei tributi . Inoltre si è mantenuta per anni l’abitudine di inviare i controlli delle posizioni debitorie negli ultimi giorni dell’anno , prima della scadenza delle prescrizioni , facendo scontrare due correnti di pensiero , la prima che asseriva che le notifiche dovessero essere fatte prima del 31 dicembre , altra che sosteneva che bastava soltanto inviarle prima del 31 dicembre , tutto ciò generava solo confusione e molti cittadini nel dubbio o perche convinti che fossero prescritte preferiva non pagare .
Dalla lettera di Vaccara ai commissari
C’è da dire , come abbiamo visto che in molti casi le tariffe erano illegittime , in molti altri casi erano viziate da errori formali , o inviate e notificate in modo scorretto e addirittura si è continuato per anni ad applicare l’IVA non dovuta , forti di un parere legale chiesto dal comune ad un avvocato di fiducia , che contrastava con le sentenze della Corte di Cassazione .
Inoltre non ha aiutato molto la situazione dei rifiuti nelle strade , anzi ha influito negativamente perché è stata considerata dal cittadino , come un disservizio , per cui era legittimo non pagare , visto le gravi e perdurati situazioni di degrado e di sporcizia in cui ci troviamo a vivere quotidianamente ancora oggi . A tutto ciò dobbiamo aggiungere la situazione lavorativa dei dipendenti dell’ufficio tributi , che si sono ritrovati dopo il fallimento della Tributi Italia , senza i date base degli archivi informatici , senza avere la possibilità di recuperare i dati dei pagamenti dei cittadini e all’inizio senza nemmeno computer per lavorare .L’impegno dell’intero ufficio tributi , formato quasi interamente da impiegati contrattisti , dopo con anni di sacrifici e duro lavoro sia di ricerca di archivio che di front office con l’utenza , è riuscito a ricostruire tutte le posizioni dei cittadini , rifacendo l’intera anagrafica e pur lavorando e recuperando migliaia di posizioni debitorie , l’amministrazione comunale non ha mai riconosciuto gli incentivi previsti sia dall’art.8 del regolamento ICI , ne gli accordi sindacali scritti sul Contratto Integrativo Decentrato e previsti perfino in una delibera di Giunta .
Quindi in conclusione , da cittadino e in nome e per conto di tanti cittadini , che ormai da mesi sono quotidianamente su tutti i giornali ed i notiziari del mondo , dobbiamo realmente capire perché è successo tutto questo , a chi giova questa confusione e dobbiamo cercare di ristabilire la fiducia delle gente nelle istituzioni e nei servizi che il comune deve garantire , avendo riguardo soprattutto a semplificare con norme e tariffe regolari ed esatte , tutte quelle che sono le tasse ed i tributi da pagare , mettendo tutti in condizione di contribuire , perché tutti possiamo avere delle difficoltà e dei problemi economici , me se semplifichiamo il sistema ed evitiamo tutta la confusione che c’è stata negli ultimi anni , sono sicuro che tutti contribuiranno ognuno secondo le proprie possibilità ,e si potrà riportare l’intero sistema dei tributi alla normalità .
Fonte : Ninni Vaccara pag. fb