Tre arresti per la tentata estorsione ai danni delle sorelle Napoli
I carabinieri di Misilmeri hanno arrestato Simone La Barbera, detto ‘Il lungo’, Antonino Tantillo, detto ‘Nenè’ e Liborio Tavolacci. Il caso sollevato da Repubblica nel settembre dell’anno scorso
Ci sono volute ore e ore di diretta televisiva per arrivare a incriminare dei “mafiosetti” di quartiere protetti da un sistema che , in qualche modo, non ha mai amato le denunce e la protesta.
Le sorelle Napoli, coraggiose e determinate, hanno avuto in Giletti , il loro baluardo per tirarsi fuori da attacchi e ingiustizie.
Loro, non hanno voluto “appartenere” ma hanno invocato il loro diritto di vivere in santa pace nelle loro proprietà denunciando pubblicamente sopprusi e minacce che in paese tutti sapevano e da anni. Non hanno fatto parte di associazioni antimafia che, secondo quanto appreso, negli anni, non si sono interessate a loro e neanche. Le sorelle Napoli non sono caduti nelle trappole del facile trionfalismo di certi politici che strumentalizzano tutto per tornaconto elettorale. Le sorelle Napoli hanno chiesto aiuto all’opinione pubblica e giustizia alle istituzioni che le avevano trascurate . Già, perchè, sembra strano ma in Sicilia, anche denunciare o cercare di dire la verità su argomenti come questi, a gente delle Istituzioni non è neanche semplice. Non sai mai se, chi ti ascolta, possa ribaltare tutto per proprio torna conto e magari, da vittima, rischi che ti faccia passare a denunciato, se non addirittura complice. Il pericolo di “confusione” in Sicilia è molto forte. le Procure, spesso , sembrano un pò distratte. Le Procure, dovrebbero ascoltare di più i tanti cittadini che cercano di liberare la loro esistenza da continui ricatti e non solo di tipo mafioso. Ogni forma di coercizione sa di mafia, anche quando sei costretto a barattare i tuoi diritti per campare. Brave le sorelle Napoli. Non c’è bisogno di appartenere all’antimafia carrierista per combattere l’arroganza mafiosa e la violenza. La lotta alla mafia e alla becera mentalità mafiosa non può essere una concessione ” concessa” solo a certi amici dei politici che hanno avuto molto dalla stagione antimafista e poco hanno risolto nelle comunità massacrate dalla mafia
Con l’accusa di tentata estorsione nei confronti delle sorelle Irene, Gioacchina e Marianna Napoli, le imprenditrici agricole di Mezzojuso che da anni denunciano minacce e intimidazioni, i carabinieri di Misilmeri hanno arrestato tre persone. In carcere sono finiti Simone La Barbera, detto ‘Il lungo’, Antonino Tantillo, detto ‘Nenè’ e Liborio Tavolacci.
Le donne, e al loro anziana madre, Gina La Barbera, “sono state oggetto di reiterate violenze e minacce finalizzate a cedere la propria proprietà o la gestione della loro azienda agricola”, dicono gli inquirenti. Il caso delle sorelle Napoli era stato sollevato da Repubblica nel settembre dell’anno scorso.