Saguto, le maxi parcelle del marito. “Tremila euro al mese per quattro ore di lavoro”
Lunga deposizione al processo, un investigatore della Finanza parla degli incarichi dati da Cappellano
I siciliani ,un popolo senza speranza tra la mafia, l’antimafia e i giochi di prestigio in nome della Giustizia
Chi ha provato a denunciare il sistema Saguto,negli anni passati spesso è finito sotto accusa e indagato dalla Procura
Il tribunale di Caltanissetta aveva autorizzato un pagamento di 6000 euro, l’amministratore giudiziario Gaetano Cappellano Seminara sborsò invece 16.500 euro all’ingegnere Lorenzo Caramma, il marito della presidente della sezione Misure di prevenzione di Palermo Silvana Saguto. Al processo in cui sono imputati la giudice, il marito e il legale che un tempo era il re degli amministratori giudiziari vanno in scena i maxi incarichi, che secondo i pubblici ministeri Maurizio Bonaccorso e Claudia Pasciuti sarebbero stati merce di scambio.
In aula, è proseguita la deposizione del maresciallo aiutante Roberto Sorino, uno degli investigatori del gruppo Tutela spesa pubblica del nucleo di polizia economico finanziaria di Palermo. Talvolta, le parcelle pagate al marito della giudice per delle consulenze erano anche maggiori dell’onorario dell’amministratore giudiziario Cappellano Seminara. Un’anomalia, secondo la procura di Caltanissetta, l’ingegnere Caramma avrebbe ricevuto 750 mila euro per una dozzina di incarichi, mentre Cappellano lavorava per i tribunali di Palermo, Agrigento, Caltanissetta e Trapani.
Nel corso del suo intervento, durato quattro ore, Sorino ha anche parlato di un altro tipo di verifiche fatte sull’ingegnere Caramma, per accertare quanto effettivamente dedicava agli incarichi dati dai tribunali: sono state esaminate le celle impegnate dal suo cellulare. Nella cava Buttitta di Bagheria sarebbe andato solo un’ora a settimana, compenso 3000 euro al mese. Pagamenti andati avanti normalmente anche quando l’azienda era in crisi ed era stato disposto di dare precedenza alle fatture dei fornitori.
Fonte: Repubblica
Il Circolaccio