“Alla base del meccanismo – spiega la guardia di finanza che negli ultimi mesi ha monitorato costantemente i movimenti degli impiegati – lo scambio dei badge e l’utilizzo dei computer aziendali, che permettevano di attestare false presenze”. Molti dipendenti risultavano in servizio nonostante non si fossero recati al lavoro, altri arrivavano in ufficio con circa tre ore di ritardo per occuparsi di faccende private. Dalla la spesa al parrucchiere, fino alle trasferte fuori città
Gli accertamenti svolti dalle Fiamme Gialle, attraverso pedinamenti, riscontri sul territorio e tramite l’utilizzo di microspie hanno consentito di smascherare i “dipendenti fantasma”, rilevando più di quattrocento ore attestate ma in realtà mai effettuate.
A finire sotto accusa, in tutto, sono stati 42 dipendenti dell’Assessorato Regionale che, a vario titolo, dovranno rispondere dei reati di truffa aggravata, accesso abusivo al sistema informatico e false attestazioni e certificazioni. Per undici di loro sono scattati gli arresti domiciliari, altri undici sono stati sottoposti all’obbligo di firma, venti sono invece stati denunciati a piede libero.