In questi giorni il commissario Caccamo, ancora una volta,parla delle difficoltà della commissione a risolvere i problemi ordinari della città.
Per sua scelta, Caccamo preferisce parlare con la stampa che ritiene in grado di comprenderlo e sostenerlo.
Esiste anche una stampa che per scelta, non è e non può essere al servizio di nessuno .Quella stampa che è solo al servizio dell’articolo 4 della Costituzione. La verità e il diritto di esprimere le proprie idee senza correre il rischio di essere preso per “mafioso” o per simpatizzante del boss , solo perchè ,in modo civile, si tenta di porre qualche domanda critica ai commissari. Il diritto di critica non può essere un delitto. Intanto, è giusto ricordare, che i commissari ,sono dipendenti dello Stato e dovrebbero accettare il confronto con l’informazione, così come previsto dalle leggi sulla trasparenza a tutto tondo.
In ogni caso, rispettando le loro scelte, è doveroso ricordare che l’eccesso di vittimismo conduce alla pochezza degli argomenti divulgati.
Primo presupposto: chi dice che Castelvetrano non ha avuto condizionamenti mafiosi, sa di mentire. Chi dice che la “debolezza” verso il condizionamento mafioso riguarda solo certi rappresentati aderenti ad alcuni partiti, dice grosse cazzate
I commissari lo sanno bene e se avranno letto le carte degli ultimi 20 anni (e non solo degli ultimi 5) d’amministrazione avranno anche capito che molte scelte amministrative che hanno fatto arricchire qualcuno in città,fanno ancora puzza di mafia affaristica. Non sappiamo se la Giustizia dei Tribunali farà il suo corso. A noi non piace la giustizia fatta dai partiti . Auspichiamo che siano i Tribunali a dire chi, ha davvero approfittato del potere amministrativo per beffarsi dei castelvetranesi onesti chiudendo gli occhi con mafiosi di rango. Forse , come dice qualcuno, pagheranno il conto solo i fessi. Del resto, la storia, è piena di questi strani casi, dove i veri furbi non pagano mai. Il condizionamento o come dice una sentenza, la debolezza amministrativa nei confronti della malavita in questa città c’è stata ed ha radici lunghe nel tempo
Dalla sentenza del Tribunale di Marsala sugli incandidabili
In quest’ottica, la carente azione di governo del territorio, sotto il profilo urbanistico, edilizio e produttivo, è intrinsecamente rappresentativa di una amministrazione locale timida, debole, oggettivamente (anche se forse non consapevolmente) gregaria e collusiva con il sistema mafioso di condizionamento dello sviluppo sociale ed economico del territorio.Tali vicende, poi, considerate nel loro insieme, e non atomisticamente (Frammentario, disorganico), devono risultare idonee a delineare, con una ragionevole ricostruzione, un quadro complessivo del condizionamento mafioso dell’amministrazione dell’ente locale .Costituisce un dato giudizialmente acquisito la radicata presenza in quel territorio di un sodalizio mafioso che, pur indebolito a seguito di numerosi procedimenti penali sfociati nell’arresto dei suoi capi storici e di altri elementi apicali – ha seguitato ad esercitare la propria influenza nei settori strategici dell’economica locale ed in particolare in quello degli appalti pubblici”.
Le sentenze si devono rispettare . Quello che è girato attorno a questo commissariamento un pò meno perchè non è conclusivo sulle responsabilità
Non si riesce a capire , almeno fino ad oggi, di chi sono le responsabilità di questo “mostro a tre o quattro teste” come qualcuno lo definì in campagna elettorale e che ha messo le mani nella gestione territoriale degli ultimi 30 anni.
Se i commissari ,a cui va riconosciuto il merito di avere messo la faccia su tante criticità, compreso il tentativo di salvare questo comune dal fallimento, mandano a dire che, la burocrazia locale, rema contro la loro azione amministrativa , davvero resta poco sui cui sperare.
La politica è stata sciolta. I burocrati no. Loro sono dipendenti e rimangono. La questione diventa ancor più incomprensibile se si considera l’ultima riorganizzazione comunale dove, i commissari, oltre a declassare il comune e togliere i dirigenti(cosa molto opportuna), hanno scelto trai tanti dipendenti , le figure apicali nei vari uffici. Scelgono chi non li ascolta? Quindi, per deduzione, i commissari hanno scelto burocrati nei posti di comando che remano contro di loro? Se è così non rimane che chiudere tutto.
Una cosa è certa: i politici senza la burocrazia non possono amministrare. Se la sentenza di Marsala che ha rilevato le posizioni dubbie solo di una piccola parte di chi ha avuto potere in questa città, accerta la “debolezza” nei confronti della mafia, questa stessa “debolezza” non può limitarsi solo alla volontà politica. esiste anche il Diritto di dire “NO” all’eventuale ordine della politica.
Sono passati 18 mesi dallo scioglimento comunale. Basta con il vittimismo. Non aiuta la verità.I commissari sanno che molti castelvetranesi hanno posto molta fiducia al loro ruolo istituzionale
Cari commissari, la gente onesta di Castelvetrano che è stata data in pasto a tutto il mondo per la latitanza del bastardo boss, vi chiede i nomi dei responsabili. Alla città non servono più i sermoni e neanche le lusinghe di qualcuno sul vostro operato . Diteci, nel limite della vostra competenza, chi sono questi burocrati “deboli” e agite legalmente contro di loro.I castelvetranesi, di fazzoletti per asciugarsi le lacrime non ne ha più. Si faccia giustizia vera ,senza guardare in faccia nessuno.Lo chiedono anche i tanti giovani costretti a fuggire per costruirsi un avvenire
Redazione Il Circolaccio