Se la mafia castelvetranese ha toccato con le mani soldi a palate, aumentando il suo potere la responsabilità non può ricadere solo sulla comunità castelvetranese. Troppo comodo. Ci sono responsabilità anche da parte di chi ha indagato
I vecchi della politica di Castelvetrano hanno goduto per anni di una speciale immunità data da qualche magistrato poco attento
Hanno distrutto una città l’hanno saccheggiata in lungo e in largo e si godono il meritato riposo grazie ad una impunità tutta da capire. Dopo il Prof. Vaccarino (accusato da un pseudo pentito)ed Enzo Leone , nessuno dei politici degli ultimi 25 anni è stato sfiorato da inchieste di mafia o di corruzione. Se si esclude la vicenda di Saro Allegra che non faceva più politica, almeno “All’affacciu” e Lillo Giambalvo che contava a Palazzo Pignatelli quanto il due di coppe quando la briscola era bastoni, l’ unico “punito” è stato Felice Errante che di certo, si è preso le sassate per tutti. Quindi, in un paese ritenuto ad alta densità mafiosa, con un comune sciolto per mafia e con un scioglimento evitato nel 1992 per gli stessi motivi, tutti quelli che hanno amministrato dal 1993 in poi non hanno nessuna responsabilità? Babbo Natale non ci crede. Strane le “assenze” investigative di certe procure. Dunque i mafiosi locali non hanno mai generato reati con il comune.Nin ci sono inchieste ufficiali in merito. Sono state date licenze di costruzione a gente vicina a mafiosi con tanta di condanna, sono state autorizzate lottizzazioni su terreni di parenti o prestanomi di mafiosi. Terreni che da agricoli “miracolosamente” a colpi di cambi di lettere passavano ad edificabili con guadagni stratosferici per chi li possedeva (vedi zona Giallonghi – Via Gentile- Comun Nuovo- e zona strasatto) gli uffici che preferivano sempre gli stessi tecnici e le stesse ditte, il cemento che doveva uscire solo dai Clemente, le gare pubbliche che non erano pubbliche perchè, di fatto, vincevano sempre gli stessi. Passare da una C a una D oppure a una D3 ti poteva far guadagnare una barca di piccioli. Un piano regolatore che veniva manipolato e approvato e più volte ritoccato ,facendo diventare ettari di terreno agricolo ” commerciale” e magari il piano comunale veniva pure redatto e firmato da stretti parenti di chi aveva comprato terreni a pochi soldi , per poi rivenderli a centinaia di euro a grosse società della GDO. Il piano regolatore negli anni 90 fu approvato su proposta dell’ ex senatore Bongiorno e della sua giunta .Un piano che, di fatto, non fu mai veramente approvato dalla Regione siciliana e che fece guadagnare tanti soldi anche agli avvocati per i ricorsi.Quel piano mise dentro tutto.
Da non dimenticare la “super strada” della Fenice di Selinunte per favorire tanti palermitani venuti a comprare terreni in quella zona negli anni 80 dove, stranamente, vennero autorizzate varie costruzioni alberghiere. I Carabinieri accertarono che molti terreni vennero acquistati da mafiosi palermitani. Ancora una volta ettari di terreno agricolo “per virtù dello spirito santo” diventarono edificabili. Fecero in modo che si potesse costruire ovunque tranne a Triscina. E’ evidente che la “rina” di Triscina non interessava tanto, altrimenti avrebbero lottizzato tutto e speculato. Forse la rina serviva ai mafiosi per fare il cemento.
Lu popolo lu facemu costruire abusivu.
In verità, negli anni 60 , avevano cominciato a lottizzare. Poi , stranamente , si bloccò tutto. Ma l’opera degna di studi universitari il comune di Castelvetrano la compie al quartiere Belvedere. Sui terreni del Barone Di Stefano, dove per anni , sono stati scaricati montagne di rifiuti , “regolarmente” sotterrati, viene autorizzata la costruzione del rione popolare di via Campobello. Non contenti ,i baldi amministratori impuniti si inventano pure le aree disponibili per l’edilizia cooperativistica con aiuto pubblico. Davvero bravi questi amministratori immuni da inchieste.Su questa ennesima speculazione del quartiere popolare , non sanzionata dai magistrati, il comune ancora paga un contenzioso. Facevano costruire a muzzu e non con un senso urbanistico .
Era il nuovo stile urbanistico: “richiesta di amici potenti o parenti o anche cumpari” e i terreni diventavano edificabili. Cosi negli anni, Castelvetrano è diventata una specie di città elastico. Dal Liceo Cipolla , alla Chiesa di Santa Lucia ci sono oltre 5 chilometri di percorrenza con varie devastazioni urbanistiche all’interno. Forse, quei politici che se la ridono ancora, pensavano di far diventare Castelvetrano la nuova Palermo. Tanti ci hanno guadagnato. Certe cose la mafia dei soldi non li può fare da sola
Un gioco comodo: compri i terreni due soldi in mano a gente ignara, (tanto chi comprava era vicino alla cricca e sapeva che il comune avrebbe cambiato la destinazione d’uso), e poi li rivendi al 1000 % di guadagno.Poi magari si scopre che certi affari li hanno fatti anche i mafiosi e parenti di dipendenti comunali
Senza dimenticare che Giuseppe Grigoli, condannato per associazione mafiosa, compare di Filippo Guttadauro per anni costruì in ogni dove e senza difficoltà.
E questi bravi nuovi proprietari erano talmente tranquilli che nonostante più di un esposto più o meno anonimo , anche dettagliato spesso, sia pervenuto alla Procura della repubblica di Marsala, non è successo nulla di nulla. Per non parlare della strada che porta dalla via Nassirya alla via Partanna che ancora , secondo bene informati,deve essere omologata e dove hanno lavorato ditte oggi sequestrate e vicine alla famiglia Messina Denaro. A questo va aggiunto il “fungo” vicino alla Gruppo 6 costato una barca di soldi pubblici , con tanto cemento di dubbia provenienza e fuori uso per difetti di fabbricazione. L’elenco è ancora lungo. Per il momento ci fermiamo qui. E qualcuno ancora parla di “pizzo” . a Castelvetrano avevano abbondantemente superato questo barbaro sistema estortivo rischioso e poco remunerativo. Papase, Messina Denaro e altri avevano capito che il pizzo è una cazzata già negli anni 80. Meglio la speculazione con la complicità di politici e burocrati e dei soliti tecnici firmatari. Rende di più e quando ti beccano i soldi non sempre li trovano. Il sistema e’ durato per decenni . Chi è stato dentro il comune sapeva. Come si dice :”lu suli quannu affaccia a va affacciari pi tutti l’amici“. A fare le spese di questo scempio , oltre al futuro di una comunità assassinata dal malaffare impunito, anche le povere fognature che, ignare si vittiru arrivare troppi liquami e alla stazione, quando piove troppo, si rompono e buttano tutta la merda di questa città . Probabilmente si aprirà un fascicolo sulle fogne che non tengono la merda colpevoli di questo grave reato. Povere fogne
Redazione Il Circolaccio