La Regione rischia il disimpegno delle somme non impiegate, che attualmente ammontano a circa 4,47 miliardi
Le grandi disfatte della Sicilia: i fondi comunitari mancanti
IL FLOP DI TURANO E MUSUMECI
La parte più corposa è nelle mani dell’assessore Turano che gestisce le Attività Produttive
In pratica, se entro dicembre 2018 non sarà certificata la spesa sui bandi la comunità europea non solo bloccherà tutti i fondi ma allo stesso tempo non erogherà alla Regione Siciliana un bonus che potrebbe arrivare a oltre 500 milioni di Euro
L’economia siciliana è in ginocchio e alla Regione Siciliana si “cugghiunia” con dirigenti pagasti un botto e scelti dalla politica
Se entro dicembre, i bandi pubblicati e quelli da pubblicare, non riceveranno la certificazione di spesa che prevede tra le altre cose, una fideussione bancaria e la certificazione antimafia degli aventi diritto che avranno ottenuto il decreto di finanziamento i soldi ritorneranno indietro e la Regione sarà multata. l’assessorato di maggiore peso è quello di Turano che gestisce il settore artigianato, commercio e medie piccole imprese.
Se tutto non filerà come previsto le aziende si attaccheranno al tram
E’ una corsa contro il tempo quando di tempo l’Europa ne ha dato tantissimo
Piove sempre sul bagnato. A pochi mesi dalla scadenza, le aziende aggiudicatarie dovranno almeno produrre fideiussioni bancarie e certificazioni antimafia. con i tempi delle banche e delle prefetture il rischio che tutto si impantani è alto
Insomma, anche il Governo Musumeci sta finendo nelle pastoie burocratiche e fin ora non ha fatto differenza su quanto “non fatto” da Crocetta
Se non si completeranno le pratiche sui bandi che potevano essere pubblicati prima questo Gverno sarà l’ennesimo danno per il popolo siciliano
In una fase di grave contrazione delle risorse pubbliche i fondi strutturali europei costituiscono la quasi totalità degli investimenti in Sicilia, destinati ad obiettivi fondamentali come rafforzare la ricerca, lo sviluppo tecnologico e l’innovazione, l’accesso alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, promuovere la competitività delle piccole e medie imprese, il settore agricolo, della pesca e dell’acquacoltura, la prevenzione e la gestione dei rischi ambientali e l’uso efficiente delle risorse naturali, incentivare sistemi di trasporto sostenibili ed eliminare le carenze nelle principali infrastrutture di rete; promuovere l’occupazione e la mobilità dei lavoratori, l’inclusione sociale e combattere la povertà; investire nelle competenze, nell’istruzione e nell’apprendimento permanente, promuovere un’amministrazione pubblica efficiente.
Paesi come Malta e la Spagna, attraverso l’efficiente utilizzo dei fondi europei, hanno realizzato infrastrutture didattiche, stradali, marittime e ferroviarie, investimenti tesi a consolidare il legame tra il mondo accademico e l’industria, strutture per il settore del turismo e restauro di siti storici di alto valore turistico, finanziato incentivi alla produzione di energia pulita e pratiche di efficienza energetica volte a ridurre l’impatto di elettricità e i consumi, interventi per ridurre la quantità di rifiuti e deviare i residui verso gli impianti di riciclaggio.
In Italia ed in Sicilia, invece, la Corte dei conti ha rilevato che la spesa di queste risorse “è in allarmante ritardo” e si rischia il disimpegno da parte delle istituzioni comunitarie delle somme non impiegate, che attualmente ammontano a circa 4,47 miliardi.
Al di là delle percentuali di spesa l’utilizzo dei fondi comunitari in questi anni si è caratterizzato per numerose infrazioni, irregolarità, frodi e per il diffuso ricorso a vari espedienti che hanno creato spesa virtuale senza garantirne l’effettività e l’efficienza: dalla candidatura di progetti di importo eccedente la dotazione finanziaria per garantire la sostituzione di quelli eventualmente bocciati, al riutilizzo di progetti originariamente finanziati da altri fondi (cd progetti sponda o retrospettivi).
Fonte: live Sicilia
Il Circolaccio