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Siamo alle solite. Quando c’è da togliere qualcosa al territorio trapanese , il primo posto da sacrificare e’ sempre Castelvetrano.
Nel 2018 vince ancora la politica spartitoria e lontana dall’ interesse dei cittadini.
Il Movimento 5 Stelle contrario al piano Razza, darà battaglia a Roma.Sul piede di guerra anche gli amici di Salvini.
Musumeci sempre più nelle mani di lobby politico- affaristiche e del Pd
E’ stato così per il Tribunale che i marsalesi fecero costruire nella loro città , negli anni 60, dopo che la Commissione parlamentare aveva , giustamente , indicato Castelvetrano come sede logistica più opportuna , a favore dei cittadini della Valle del Belice. I marsalesi subito, e senza perdere tempo, fecero muovere i loro deputati più potenti ,in primis” lu zu Turuddu Grillo” ,amico stretto dei Salvo e padre di Massimo che fu anche deputato nazionale. Uniti e compatti i marsalesi ,come sempre, vinsero. Il Tribunale si costruii a Marsala ,a 20 chilometri dall’ altro Tribunale dì Trapani, lasciando una intera zona sprovvista di uffici giudiziari. Il Tribunale si sa, porta molto lavoro e Marsala non poteva perdere questa battaglia. A distanza di anni, la storia si ripete.
Per ” colpa” di un santaninfese per bene, al secolo il senatore Bellafiore, l’ ospedale di Castelvetrano dopo 20 anni dalla posa della sua prima pietra, avvenuta negli anni 70, vede finanziato il progetto di completamento. Per anni, la struttura rimase incompleta e i politici castelvetranesi, cone sempre divisi , tra grilliani, manniniani, culicchiani, pizziani, mangrilliani e caniniani, più che pensare a finire l’ ospedale, cercavano di spartirsi posti di lavoro nel pubblico impiego e varie clientele di altri settori ,con l’ appoggio dei deputati locali di Partanna, Marsala , Alcamo e Trapani. Grazie all’ intervento del senatore Bellafiore, l’ ospedale fu completato. Nonostante i circa 60 miliardi di lire spesi, i marsalesi e i trapanesi fecero di tutto per non farlo aprire. La protesta di tanti cittadini , di qualche medico e dell’ allora sindaco Bongiorno che appoggiò il commissario Scialdone, fece rompere gli indugi e il nuovo ospedale vide la luce. Era il 1992. Da allora i politici del rango di Massimo Grillo e succesivamente Massimo Russo si diedero da fare per le loro comunità.Presi dall’ orgoglio e dall investitura di depositari di ogni legalità,si attivarono per farsi finanziare i nuovi ospedali di Mazara del Vallo e Marsala.Ovviamente , come accade ai potenti furbi, ci sono riusciti. Cosi,la provincia di Trapani ha ospedali ovunque nuovi e costosi. In tutto questo gioco al nuovo ospedale , il Pino di Salemi, al secolo Giammarinaro che in quel periodo , dopo aver gestito la sanità dell’ USL Castelvetrano-Mazara del Vallo, ” sistemando ” come si conveniva a quel tempo, medici e infermieri , molti dei quali di Castelvetrano, diventando addirittura asessore regionale alla sanità, dopo i 50 mila voti di preferenza con la benedizione di Giulio Andreotti, poteva non far fiorire l’ ospedale di Salemi, adesso tanto caro a Baldo Gucciardi? Certo che no.Salemi, con i suoi 10 mila abitanti circa, non poteva non avere l’ ospedale vista la struttura di Castelvetrano. Per i potenti della zona, l unico ospedale di ” suvecchio” era quello di Castelvetrano che non doveva crescere.Troppo ingombrante.Ai castelvetranesi sono state date altre cose.Infatti i grandi politici trapanesi, con la complicità dei piccoli lecchini di Castelvetrano, pronti ad accettare promozioni per stare zitti e attaccare i loro stessi paesani,si misero all’ opera per costruire i mega ospedali di Marsala e Mazara del Vallo. L’ effetto provocato, sarebbe stato inevitabilmente il limitare lo sviluppo di Castelvetrano. Che importa la logistica.Che importa se da Poggioreale a Marsala ci sono 80 chilometri . Che importa che a Castelvetrano erano stati spesi tanti soldi. Che importa arrecare danni ai cittadini?Negli ultimi dieci anni, tutti i politici regionali, hanno cercato di limitare Castelvetrano.Dopo Cuffaro che per piazzare qualche medico trombato a Palermo, potenzio’ Il nosocomio castelvetranese con la Chirurgia Plastica e la rianimazione, tutti hanno sempre parlato di chiusure. La prima a comuniciare a soffrire fu la cardiologia. La prima sconfitta fu quella di non avere avuto l’ unità coronarica e più volte ,come si ricorderà qualche medico serio,si tentò di portare tutto a Mazara del Vallo.
Marsala , ancora una volta, impose la sua forza e l’ unità coronarica non si fece.
Quasi per inerzia logica a Castelvetrano ,sono stati attivati la rianimazione ematologia e l’ oncologia. Quasi errori di percorso.
In sintesi, dopo 26 anni dalla sua inaugurazione, il Vittorio Emanele ll , rimane ancora la struttura da battere. Via la rianimazione che da forza a tutto l’ ospedale.Via ogni possibile miglioramento della struttura.
Senza rianimazione molti interventi non si potranno eseguire. E’la furbata di Razza, Cristaldi e Gucciardi e dei loro amici che credono che tutti i castelvetranesi sono fessi e mafiosi. Su certi aspetti i potenti della provincia di Trapani hanno ragione.
Conoscono le debolezze dei castelvetranesi mezzi potenti. Sanno che per un posto al sole personale si giocherebbero pure i parenti. Piaccia o no, la vicenda dell’ospedale assume adesso un valore storico. Se Castelvetrano, con questo nuovo piano ,perderà anche un solo servizio esistente in ospedale, con il sostegno tacito di chi ha il potere per evitarlo, non dovrà piu parlare di bene comune.In città si parli di altro. La battaglia in difesa dell’ ospedale non è una questione di appartenenza politica ma di diritto alla Salute.Declassare in modo subliminale l’ ospedale , togliendo la rianimazione è una vigliaccata. I padroni hanno già schierato le loro greggi per disinformare. Occorre una grande prova di maturità per il bene di questa città tanto martoriata .
la Redazione
Il Circolaccio