Catania, il dirigente arrestato nell’inchiesta rifiuti: “Stavo millantando”

Fazio ha mostrato al Gip la documentazione delle sanzioni comminate per disservizi da giugno a ottobre del 2017, che ammonterebbero a oltre 150mila euro

Si è avvalso della facoltà di non rispondere il Ragioniere generale del comune di Catania

Bianco preferisce parlare poco. Il silenzio dei media nazionali  del Pd  e di Minniti. Nessun plauso alle forze dell’ordine è arrivato . l’inchiesta è su  una gara truccata da 350 milioni di Euro  e dove, la Procura di Catania sta indagando sulle possibili infiltrazioni della mafia anche dentro il comune etneo

 

Inchiesta rifiuti, Legambiente: “un sistema corrotto alla base dell’inefficienza del settore”

Sull’inchiesta Garbage Affaire condotta dalla Dia e dalla Procura di Catania arriva la posizione di Legambiente Sicilia, che evidenzia come il sistema di corruzione sia la causa dei livelli di inefficienza del settore.

Una figura ambigua, un millantatore che comminava sanzioni per ‘punire’ le irregolarità, ma che al contempo otteneva regali dall’imprenditoreche credeva di avere ricevuto dei favori. Parla così  Orazio Stefano Fazio, direttore dell’esecuzione dei servizi di Igiene urbana e ambientale del Comune di Catania, arrestato per turbata libertà degli incanti e corruzione dalla Dia nell’ambito dell’inchiesta ‘Garbage Affair’ della Procura etnea e nominato dal sindaco Bianco.

Assistito dal suo legale, l’avvocato Francesco Siracusano, il dirigente del settore ecologia ha detto al gip Sebastiano Fabio Di Stefano Barbagallo di “essere laureato in Economia dal 1981” 

Fazio dinanzi al Gip ha mostrato la documentazione delle sanzioni comminate per disservizi da giugno a ottobre del 2017, che ammonterebbero a oltre 150mila euro. Dopo questo interrogatorio la Procura ha deciso di risentirlo domani pomeriggio. L’inchiesta della Dia verte sul ruolo di alcuni  del Comune di Catania e imprenditori per una gara da 350 milioni di euro in sette anni e l’appalto ‘ponte’ sulla raccolta di rifiuti vinto dal consorzio Seneco, di cui fanno parte Senesi e EcoCar, e su ‘regalie’ che le aziende avrebbero fatto per evitare controlli sull’appalto e sull’esecuzione dei lavori.

Tra gli omaggi, smartphone e computer, viaggi di piacere, e persino l’affitto di una casa a Roma per le figlie universitarie del ragioniere comunale e l’assunzione a tempo indeterminato in aziende private dei loro fidanzati. Si trova

in carcere l’imprenditore romano Antonio Deodati, 56 anni, che è stato interrogato per rogatoria a Roma. Agli arresti domiciliari è Antonio Natoli 46 anni, dipendente del consorzio Seneco, indagato per corruzione. Si è avvalso della facoltà di non rispondere il ragioniere generale del Comune di Catania, Massimo Rosso, interdetto per un anno dai pubblici uffici, accusato di corruzione contraria a propri doveri. Gli interrogatori dovrebbero concludersi domani.

 

Fonte : Repubblica, La stampa

Il Circolaccio

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