Il senatore Lumia seppur critico nei confronti di Renzi rilancia una nuova stagione per la sinistra
Le ‘lezioni italiane’ che traiamo da queste elezioni:
1. La partecipazione al voto è stata molto più alta di quanto tutti gli analisti prevedevano per cui c’è una potenziale disponibilità all’impegno politico, basta saperla raccogliere con una radicale proposta moderna e progettuale, diversamente saremo in balia delle forze populiste ed estremiste.
2. È sconfitto l’asse Renzi-Berlusconi, organizzato intorno ai due partiti ‘IO’. Il primo è lontano mille miglia dal rappresentare un partito realmente progressista, sinceramente plurale ed europeo. Anche il secondo non ha saputo investire in questi anni su un partito popolare, conservatore ed europeo. L’asse, reale o percepito che sia, tra Renzi e Berlusconi ha danneggiato ulteriormente entrambi i partiti.
3. Il Sud del Paese è stato non compreso da questo governo.Si è fatto qualcosa ma in realtà non si è investito con quella dirompenza e sistematicità di investimenti e di creazione di lavoro produttivo che seppe fare, ad esempio, dopo la caduta del muro di Berlino, l’allora Germania dell’Ovest nei confronti della Germania dell’ Est.
4. I 5 Stelle vincono nettamente. Adesso sono una grande forza politica ma il salto di qualità richiede ben altro che ripercorrere la stessa scia del Partito ‘IO’ che ha caratterizzato negativamente tutto il cammino della seconda Repubblica. Adesso vedremo quale proposta e alleanza saranno in grado di proporre per tentare di formare un nuovo governo.
5. Il successo di Salvini è un risultato che la dice lunga su quanta domanda di uguaglianza da sinistra e di sicurezza da destra soffia anche in Italia, come abbiamo già potuto verificare nei risultati elettorali di tutte le democrazie occidentali. Il partito ‘IO’ renziano ed il partito ‘IO’ berlusconiano non hanno imparato la lezione e oggi ne pagano le conseguenze anche su questo versante.
6. Liberi e uguali va male. È ancora tutta da creare la risposta alla crisi della sinistra nel mondo e soprattutto in Italia.
7. Il piccolo risultato, comunque a sorpresa, della Bonino la dice lunga su un voto che dal PD si è spostato su questa lista in chiave anti-Renzi e ci dà anche il segnale che gli Stati Uniti d’Europa sono un obiettivo da costruire, semmai, in chiave progressista e sociale senza paura e senza ambiguità.
Altre lezioni potremmo trarre da queste elezioni ma già queste ci bastano e ci avanzano per comprendere, riflettere e riprogettare e così trasformare questa grave crisi politica in una straordinaria risorsa e spinta passionale al vero cambiamento.
Le linee di marcia non sono molte ma sono abbastanza chiare:
⁃ Far nascere finalmente in Italia due grandi partiti, radicati nel territorio, europeisti e capaci di selezionare classi dirigenti oneste e capaci: uno progressista-europeo e l’altro popolare-europeo, realmente competitivi e alternativi tra loro e pronti ad incontrarsi e allearsi solamente in casi eccezionali di grave necessità, come sta avvenendo in Germania, e non sotto l’impeto di potere che ha caratterizzato l’asse Renzi-Berlusconi.
⁃ Abbiamo bisogno di partiti ‘NOI’, di alto profilo ideale seppur non ideologici, organizzatissimi e strutturati e non in balia di cartelli elettorali e di lobbies come sono caratterizzati i partiti ‘IO’. In sostanza si tratta di ‘riformare la politica’ nel suo modo di pensarsi, strutturarsi ed essere presente nella società e nelle istituzioni, per avere partiti in grado di promuovere legalità e sviluppo, partiti che formino la propria classe dirigente, che abbiano una visione con cui orientare le migliori energie presenti nella società e dare una risposta ai mille disagi sociali che maltrattano la vita quotidiana.
⁃ Adesso il centro-sinistra si svegli! Renzi è ormai ovvio che ha sbagliato tutto. Le stesse primarie e l’ultimo Congresso non lo hanno delegato a uccidere il PD e soprattutto la speranza che il PD rappresentava tra i giovani, in Europa e nel mondo. Il PD non può più essere un partito ‘doroteo’ e ad una dimensione solo renziana. Questo risultato elettorale è l’epilogo di un modello solo distruttivo che in sostanza ha rottamato il PD nella sua storia, nel suo radicamento e nella sua proiezione futura, e naturalmente alla fine è riuscito anche a rottamare se stesso.
⁃ Adesso bisogna unire tutte le forze e tutte le migliori energie per fare quello che non si è saputo fare in tutta la seconda Repubblica per dar vita finalmente ad un grande partito chiaramente progressista, ideale, progettuale e organizzato, capace di affrontare le grandi sfide che mettano in ginocchio le sinistre nel mondo in un’ottica di sviluppo sostenibile e di legalità costituzionale e democratica.
Fonte : sito Lumia
Il Circolaccio