I magistrati hanno un compito molto delicato non dovrebbero fare politica e non dovrebbero rispondere a nessuna lobby. Purtroppo diverse inchieste e anche interrogazioni parlamentari, indicano un elevato rischio di condizionamento di alcuni magistrati. Noi de “Il Circolaccio” auspichiamo che si faccia chiarezza e che la magistratura non influenzata e che lavora solo con le leggi , possa avere ragione. Non si può sentire che possano esistere “toghe rosse” o Toghe nere”. I magistrati non devono appartenere ma rispondere solo alle leggi in nome del diritto
Il quadro che emerge dal lavoro degli organismi inquirenti di Roma e Messina è inquietante. Nonostante sia necessario attendere l’esito dei procedimenti penali in corso, la portata delle accuse mosse sui metodi adottati dai soggetti coinvolti desta non solo preoccupazione ma anche rabbia per l’asservimento, che pare emergere con tutta evidenza, delle funzioni e dei ruoli istituzionali a interessi particolari, contro i supremi interessi delle nostre comunità”. A dirlo, dopo l’inchiesta delle Procure di Roma e Messina, che ha portato all’arresto di 15 persone tra cui l’ex pm di Siracusa, Giancarlo Longo, sono Fausto Raciti e Alessio Lo Giudice, rispettivamente segretario regionale Pd Sicilia e segretario provinciale dem di Siracusa. Sofia Amoddio, deputata PD uscente, e Presidente della Commissione d’inchiesta Scieri, aveva postato, per prima, un commento, ricordando una sua iniziativa parlamentare proprio dedicata al “sistema Siracusa”.
“Se dovesse essere accertato, a esempio, che il sistema descritto dagli inquirenti ha avuto la capacità di condizionare pronunce giudiziarie che hanno pregiudicato il Comune di Siracusa e i beni paesaggistici e ambientali del nostro territorio – aggiungono i dem -, saremmo di fronte a un gravissimo attacco alla nostra vita istituzionale e democratica. Pochi mesi fa abbiamo sostenuto e difeso pubblicamente la richiesta dell’onorevole Amoddio di un’ispezione ministeriale volta a chiarire la situazione dell’istituzione giudiziaria siracusana. È questo il ruolo che dovrebbe assolvere la politica in casi come questo: nel pieno rispetto del principio della separazione dei poteri, a tutela dei cittadini e delle istituzioni stesse, essere vigili al fine di garantire il corretto svolgimento dell’attività giudiziaria”.
Raciti e Lo Giudice si dicono “convinti di aver fatto bene a tenere sempre ferma la distinzione tra i giudizi politici e valutazioni di altro tipo che, invece, non competono alle forze politiche. Al di là degli esiti giudiziari della vicenda, è sicuramente un fatto positivo che le autorità competenti, attraverso le indagini compiute e i provvedimenti adottati, abbiano agito con vigore a tutela anche delle istituzioni che incarnano e consentendo a tutti noi di rinnovare la fiducia nell’attività della magistratura”.
“Resto garantista e nutro profondo rispetto e fiducia nella giustizia, commenta a sua volta Sofia Amoddio, ma voglio precisare che già nel marzo del 2017, presentavo una interpellanza urgente al Ministro dell’ambiente sulla vicenda della discarica Cisma e un’interrogazione dettagliata al Ministro della Giustizia nella quale chiedevo espressamente, all’indomani di alcuni articoli usciti sulla stampa nazionale e all’esposto al Consiglio Superiore della Magistratura presentato da alcuni magistrati della procura di Siracusa, che il Ministero intervenisse con degli ispettori al fine di fugare ogni dubbio o sospetto sull’attività del sostituto procuratore Longo e a tutela del prestigio dell’autorità giudiziaria dell’intera città di Siracusa – dice – Troppe vicende giudiziarie, gestite sempre dalle stesse persone e riguardanti alcuni importanti gruppi imprenditoriali della nostra provincia, avevano esiti discutibili ed inverosimili. Oggi, le indagini delle procure di Messina e Roma hanno portato a pronunciare delle accuse gravissime: si parla di un’associazione a delinquere che per anni avrebbe condizionato una parte della Procura di Siracusa ottenendo favori per i propri clienti a discapito della collettività e dei cittadini comuni“.
Le indagini delle procure di Messina e Roma hanno ora ipotizzato un’associazione a delinquere che per anni avrebbe condizionato una parte della Procura di Siracusa: dalla corruzione in atti giudiziari al falso ideologico; dall’associazione a delinquere alla concussione; dalla truffa alla rivelazione di segreto d’ufficio; dalla consulenza infedele alla simulazione di reato; fino alle minacce a pubblico ufficiale.
Ora si tratta di incastonare i tasselli. L’idea che possano riservare altre sorprese non è peregrina, tutt’altro.
Il Grande Intrigo siracusano, con le sue articolazioni nella città dello Stretto e nella Capitale possiede tra lò’altro una sua peculiarità, Costituisce uno dei casi in cui la politica è arrivata prima della magistratura. L’autorità giudiziaria ha esercitato il suo compito, intendiamoci, ed ha fatto quel che doveva senza guardare in faccia nessuno, e questo significa che possiede gli anticorpi quando ci sono devianze (il principale accusato, il PM Longo, però, sospetta che sia stato ordito un complotto a suo danno da ben otto suoi colleghi, contro i quali ha già presentato denuncia). Dovrebbe essere la normalità, in effetti, la primazia della politica. Invece è quasi sempre il contrario, i rappresentanti delle istituzioni e i dirigenti dei partiti arrancano, e spesso danno l’impressione di manifestare riluttanza se non addirittura il sospetto che ci stia dietro un disegno.
Fonte : sicilia Informazioni
Il Circolaccio