Leu? Non mi riconosco nel progetto
La Sicilia è vista come una colonia”
Forse si vuole accompagnare in parlamento chi con l’Isola non c’entra nulla”.
“Non mi riconosco nel progetto di Leu”. Claudio Fava, parlamentare regionale eletto nella lista Cento passi, prende le distanze dal partito “Liberi e uguali” di Pietro Grasso di cui, fino a qualche settimana fa, al termine della prima assemblea a Palermo, si definiva “garante nazionale del percorso”. Oggi invece parla di sé come di “uno spettatore disciplinato”. “Non sto partecipando alla costruzione delle liste – prosegue. – La scelta che ho fatto mesi fa è stata quella di costruire un movimento, Cento Passi, che fosse più trasversale e più ampio. Liberi e uguali è piuttosto una coalizione, con equilibrismi e fatiche, egoismi e presunzioni, che tutte le coalizioni hanno”.
La posizione di Fava, che arriva dallo studio televisivo di Casa Minutella, è espressione di un malumore generalizzato che sta sommergendo il partito dell’ex presidente del Senato Grasso, soprattutto dopo la scelta di far correre Guglielmo Epifani, ex segretario della Cgil e del Pd, nel proporzionale alla Camera nella parte orientale dell’Isola. “Una scelta calata dall’alto” da Mdp-Articolo 1 che ha scatenato i maldipancia di molti, compresi i bersaniani siciliani. Anche a Palermo ci sono molti scontenti tra coloro i quali avevano dato la propria disponibilità alla candidatura e che invece si sono visti scavalcati da chi ha più influenza sui big del partito.
“Ho la sensazione, e lo dico con franchezza – ha ribadito Fava in trasmissione – che la Sicilia verrà considerata di nuovo terra di sbarco, di saccheggio, serbatoio per prendere voti, per accompagnare in Parlamento e salvare chi con la Sicilia non c’entra nulla. Questa è ancora terra di colonia”. Fava attribuisce parte delle responsabilità al meccanismo della legge elettorale: “Non apprezzo quello che sta accadendo all’ombra di questa legge elettorale, e non solo per Leu ma per tutte le liste. È una pessima legge elettorale, con nominati e non eletti, con liste bloccate, con l’ansia di fare dei collegi plurinominali una scialuppa di salvataggio per portare a terra chi merita di essere salvato e i sommersi si arrangeranno”.