Silvana Salisci, 58 anni, si è spenta stamattina dopo un lungo calvario. Finì in stato vegetativo dopo un controllo di routine all’ospedale Ingrassia. La procura ha chiesto l’archiviazione dell’inchiesta, i familiari si oppongono
E’ morta stamattina, nel nuovo reparto per pazienti in stato vegetativo dell’Asp di via La Loggia, Silvana Salisci, la donna che quattro anni fa, durante una colonscopia di screening all’ospedale Ingrassia, subì una perforazione dell’intestino ed entrò in coma profondo. Dopo quattro anni di indagini e due richieste di archiviazione avanzate dal pm, il marito Francesco Licata torna a chiedere giustizia: “Ci siamo opposti alle richieste di archiviazione. Chiedo solo di sapere cosa è accaduto in sala operatoria. Ho sporto denuncia ma non sono mai stato sentito dalla magistratura. E nessuno mi ha mai comunicato i risultati dell’indagine interna avviata dall’ospedale”.
Domenica scorsa la famiglia Licata ha subito un altro grave lutto: “Mia figlia è morta di leucemia, lasciando un bimbo di tre anni orfano. Si è ammalata tre mesi dopo che mia moglie è entrata in coma. Eppure in questi anni ha lottato tantissimo per la madre. Devo giustizia anche a lei”, dice il signor Licata. Il suo calvario è iniziato a maggio del 2014, quando accompagnò la moglie Silvana, allora 54enne, all’ospedale di corso Calatafimi per una colonscopia di screening, un esame di controllo per il quale l’azienda sanitaria invia le lettere al domicilio degli assistiti over 50. Durante la colonscopia eseguita nel reparto di Gastroenterologia ed Endoscopia sono stati riscontrati e asportati anche due polipi. Ma qualcosa è andato storto. I medici hanno spiegato ai familiari che nel corso dell’intervento si è perforato l’intestino. La signora è stata nuovamente operata nel reparto di Chirurgia generale dello stesso ospedale ma non si è più risvegliata. I familiari hanno denunciato ritardi nell’intervento. Per oltre 50 giorni è rimasta ricoverata all’Ingrassia, a luglio è stata trasferita nell’unità Risvegli dell’ospedale San Raffaele Giglio di Cefalù. Solo a novembre scorso era stata trasferita a Palermo, nel Suap gestito dal centro per neurolesi Bonino Pulejo nei locali dell’Asp di via La Loggia.
Fonte : Repubblica
Il Circolaccio