La maggior parte degli individui si sente superiore agli altri, crede di essere più intelligente, più competente, più piacevole, più gradevole socialmente… più onesto rispetto alla media.
Chi soffre dell’ipertrofia dell’ego ha sempre ragione , tende a scaricare colpe sugli altri e si nutre di visibilità e adulazioni. Guai a contraddirli
Questi individui non guardano in faccia a nessuno pur di affermare il loro ego ed hanno un senso della giustizia piuttosto disturbato
La violenza della nostra società, nasce dalla nostra condiscendenza verso la menzogna, la violenza e l’ammirazione per il potere imposto con la prepotenza. Da questo scenario, nascono gli individui convinti di poter sopravvivere a scapito di tutti gli altri uomini, perché essi valgono più di tutti gli altri.
Il culto dell’ego si è imposto a discapito dei valori dell’altruismo e della collaborazione, che sono la base del vivere sociale.
Nell’ambito di un sondaggio fatto negli Stati Uniti , alle persone partecipanti fu posta la seguente domanda: “Secondo te chi ha più possibilità di andare in Paradiso?” Agli intervistati fu proposto un elenco di famose personalità, tra le quali si dovevano scegliere quelle che avevano più possibilità di conquistare l’ambita meta.
Il maggior consenso fu ottenuto da Madre Teresa con il 79 % dei voti, poi si piazzò il giocatore di basket, Mike Jordan con il 65%, quindi Lady Diana con il 60% e, infine Bill Clinton che ebbe il 52% dei consensi.
Nell’ambito della stessa indagine, si chiese anche quante probabilità avessero loro stessi, gli intervistati, di andare in Paradiso, e costoro, in media, si diedero l’87% delle possibilità. Pur ammettendo che le risposte fossero tutte sincere, si doveva quindi concludere che la maggioranza degli intervistati fossero migliori di Madre Teresa? I ricercatori approfondirono la ricerca e scoprirono che la maggioranza delle persone si considera al di sopra della media.
La maggioranza delle persone pensa, cioè, di essere più intelligente, più competente, di avere più gusto, di essere più gradevole socialmente, rispetto alla media. E tutto questo avviene in modo inconsapevole. Quindi l’indagine dimostrò che vi era una diffusa ed eccessiva stima del proprio valore personale, e che questa stima esagerata non era veritiera, perché non corrispondeva alla realtà. O ancor meglio, si è scoperto che finché le cose vanno bene, ci si sente adeguati. Ma quando la vita diventa dura o troppo complessa, allora vengono fuori tutte le proprie carenze.
Si notò anche che, se ci fosse una reale stima per se stessi, non sarebbe necessario volere avere sempre di più. Se noi fossimo veramente sicuri di noi stessi non vorremmo avere, a tutti i costi, il consenso sociale. Se fossimo certi del nostro valore, non avremmo la necessità di essere sempre alla moda, non avremmo paura di invecchiare e non avremmo paura di mostrare le nostre debolezze o di stare sempre sui social a pretendere ragione
Tutte queste paure e incertezze, provengono dalle lusinghe rivolte all’autostima del consumatore finale . Queste persone si nutrono di adulazioni con la promessa “di poter avere quello che vuole e come lo vuole”. In realtà, queste false promesse sono riuscite a farci cadere sotto la dittatura dell’ego che si nutre solo di esteriorità, di apparenza, del mito dell’eterna giovinezza, che ha sete di potere e che vuole continue conferme.
Veniamo illusi e siamo convinti di poter scegliere, in realtà, siamo spinti a scegliere ciò che altri vogliono per noi e verso quello che la moda indica come adeguato. È questo il motivo per cui persone troppo fragili, isolate, disoccupate oppure costrette a vivere in condizioni economiche precarie, arrivano persino a suicidarsi. In questi casi dolorosi, la fragile autostima di queste persone, scartate dalla società perché non possono più consumare, cede alla disperazione. Entra in gioco il disprezzo sociale per la persona più fragile e l’ignoranza del valore della persona umana.
Se vogliamo credere ai sociologi, agli psicologi e ai politologi che studiano il fenomeno, tutto questo è dovuto al fatto che stiamo soffocando sotto il peso di un ego ipertrofico. Siamo concentrati troppo sul nostro piccolo ego, e da questo nascono i mali moderni della pigrizia mentale, dell’inciviltà, dell’irresponsabilità, del lassismo e dell’accondiscendenza verso la corruzione.
Siamo stati sopraffatti dai falsi valori dell’abbondanza, dell’apparenza e della prestazione, che vanno imponendosi sopra ogni cosa, ad ogni costo. I mali della nostra civiltà, sono diventati un attentato al nostro psichismo, al punto che il sociologo Alain Ehrenberg ha coniato la teoria della “fatica di essere se stessi”.
Seppure sia naturale voler avere delle comodità, non è affatto normale volere tutto quello che vediamo esposto in vetrina. Se è normale voler vincere una sfida, non è affatto normale non riuscire a tollerare la sconfitta dei nostri desideri, o non tollerare il ritardo della gratificazione. Se è normale avere cura del corpo, non è affatto normale avere l’illusione dell’eterna giovinezza. Il compito di riuscire a sostenere tutte queste falsità, è diventato un impegno troppo oneroso per l’individuo.
L’elenco delle cose che possiamo scegliere sembra essere infinito ma, in realtà, non è così, perché la nostra società ci spinge verso un falso modo di pensare prevalente nella maggioranza, e da cui non è molto facile restare indipendenti. Il risultato che otteniamo in questo modo, è che l’ego, sviluppato in questo ambiente malato, diviene un essere ipertrofico, prepotente, onnipotente e “troppo grasso” perché ingozzato da cibi dannosi.
Fonte : Documenti di Fisica quantistica
Francesco Alterani
Il Circolaccio